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lunedì 27 novembre 2006

baluardi della laicità

La televisione la guardo davvero di rado e quasi sempre per me è un'agnizione.
L'ultima volta avevo scoperto che sono in commercio bambole affette da malattie croniche. Oggi vedo un pezzo dell'odierna puntata dei Simpson (su... Italia uno!) e, nel finale, Homer e Marge Simpson devono combattere una lotta contro il tempo per scongiurare un dramma, ossia che i loro tre figli vengano... battezzati dai Flanders, gli insopportabili vicini (a cui i tre pargoli sono stati temporaneamente affidati dai servizi sociali).

Il battesimo (diciamo pure visto in un'ottica bigotta e conformista) inteso come sciagura.

La televisione la guardo davvero di rado, e quindi posso facilmente sbagliarmi, ma perché ho l'impressione che i Simpson rappresentino la punta di diamante del pensiero laico della tv italiana?

Probabilmente perché non sono un prodotto della tv italiana (e le serie si comperano a pacchetto, non è che una singola puntata puoi non comperarla).



Certo, una volta comperata la puntata si può anche decidere di non mandarla in onda... però quelli sarebbero soldi buttati via e buttare i soldi è peccato (e poi non è che la gente i Simpson li pigli sul serio, per altro giustamente).

domenica 26 novembre 2006

il segreto della settimana (5)



tengo in camera mia pornografia etero così..
loro pensano che sia etero


di PostSecret ho parlato QUI.

minorca, 23 aprile 1756

Voi non avete idea di quanto ci ho messo a trovare in Rete qualche immagine decente della fortezza di San Felipe presso Port Mahon nelle Baleari (dominio inglese caduto in mano francese nel 1756 nell'ambito della guerra dei sette anni).
Mi c'è voluta un'ora per trovare qualcosa di appena appena accettabile (e io a cercare le cose sono pure bravo). Il fatto è che in giro c'è pochissimo e poi quel posto ha un puttanaio di nomi diversi: ha un nome storico in quanto roccaforte (San Felipe o Saint Philip) però poi è diventata una cittadina (che ufficialmente si chiama El Castel, ma i locali la chiamano con un altro nome, Villacarlos, e comunque prima si chiamava Georgetown) e se ne sta all'imboccatura del porto di Mahon (che in ogni caso in catalano si dice Mahó).
Speravo di trovarne qualche foto ma alla fine sono giunto alla conclusione che la fortezza non esiste più, in compenso ho trovato tante di quelle mappe e planimetrie dei bastioni che potrei tappezzarmici casa, ma di stampe o dipinti della fortezza solo qualche piccola, parziale o confusa schifezza.
E poi dicono che internet al giorno d'oggi si trova di tutto... (il che sarà anche vero per la pornografia, ma come ti metti a cercare fortezze inglesi settecentesche cinte d'assedio dall'esercito francese casca subito l'asino).

martedì 21 novembre 2006

la fatina pelosa di natale

Per fortuna che c'è il Sun! Se no come avrei scoperto dell'esistenza della fatina pelosa di Natale?
Un misterioso signore sulla cinquantina da qualche giorno appare qua e là in varie città della Cornovaglia, è stranamente abbigliato e compie buone azioni.

È vestito da fata, con tanto di alucce, scettro e tutù rosa, offre paste e biglietti della lotteria, paga la spesa ad allibiti clienti del supermercato e poi lascia sempre un biglietto con su scritto Sentirete parlare parecchio di me - la fatina pelosa di Natale.

lunedì 20 novembre 2006

il segreto della settimana (4)

Questa settimana trovo che Postsecret abbia storie un po' più intense del solito.
Sceglierne una non è stato facile.



QUESTA è la GONNA con cui sono stata VIOLENTATA lo scorso ultimo dell'anno.
STASERA LA RIVOGLIO INDIETRO.

la traduzione dell'ultima frase è molto libera e non all'altezza, perché reclaim, a seconda del contesto, vuol dire "rivendicare", o "riappropriarsi" ma anche "bonificare" - per esempio un terreno contaminato - e qui mi pare che questi significati ci siano dentro un po' tutti

di PostSecret ho parlato QUI.

venerdì 17 novembre 2006

venerdì 17

Il venerdì 17 è un giorno così sfigato che - proprio come nella nota battuta - nella gara della sfiga arriva secondo, molto staccato dal venerdì 13 che, essendo giorno infausto per la cultura anglosassone, spopola nel mondo. Mentre venerdì 17 - miserello - porta sfiga solo qui in Italia.
Poi, visto che un pochetto colonia culturale noi la siamo, da queste parti ha cominciato a portare sfortuna anche venerdì 13 (mentre un tempo era solo il cenare in 13 che non andava bene). Insomma, ci tocca pure doppia razione di malasorte.
Venerdì 17 è così sfigato che la Wikipedia in italiano ha una voce dedicata alla supersizione del 13 (triscaidecafobia) ma niente del genere riguardo al 17 (anche se in fondo alla voce sul 13 trovate qualche info anche sul 17).



Se sono superstizioso io? Neanche un po', il che è un bene, perché è risaputo che la supersizione non è affatto una sciocchezza. A crederci, il venerdì 17 (come a tutto il resto), porta davvero una sfiga della madonna.

Buon venerdì 17...

giovedì 16 novembre 2006

vini, libri e cani a milano

Venerdì, sabato e domenica, a Milano, al Leoncavallo, si tiene l'iniziativa Critical book & wine. Una cosa bella che riguarda i consumi alimentari e culturali e la biodiversità nella produzione di vino e cultura. Per saperne di più questo è il sito dell'iniziativa.
Ai miei lettori forse basterà sapere che con 7 euro si entra, ti omaggiano di un calice e con quello puoi assaggiare tutti i vini proposti dagli espositori (nel caso, quindi, meglio arrivare a stomaco pieno e comunque fare il giro dei libri prima del giro dei vini).
Ospiti dello stand di Coniglio Editore (quello che ha anche i giornalini con le donne e gli uomini nudi!) ci saranno anche i Cani (tra cani conigli, leoni e cavalli ci sarà un bel serraglio e quindi ci sarò - a tratti - anch'io, facile la domenica mattina).



Via Watteau 7, dalle 11 alle 22 dal 17 al 19 novembre

lunedì 13 novembre 2006

R. Crumb's Heroes of Blues, Jazz & Country

Leggo un paio di giorni fa la notizia dal blog di Luca Sofri, ma credo che già ier l'altro non fosse poi così fresca :)

Dal sito dell'editore (Harry N. Abrams, Inc.):

R. Crumb's Heroes of Blues, Jazz & Country
Illustrated by R. Crumb
112 full-color illustrations, 240 pages, 5 1/2x7 1/8", US $19,95


Anyone who knows R. Crumb's work as an illustrator knows of his passion for music. And all those who collect his work prize the Heroes of the Blues, Early Jazz Greats, and Pioneers of Country Music trading card sets he created in the early-to-mid-1980s. Now they are packaged together for the first time in book form, along with an exclusive 21-track CD of music selected and compiled by Crumb himself (featuring original recordings by Charlie Patton, "Dock" Boggs, "Jelly Roll" Morton, and others). A bio of each musician is provided, along with a full-color original illustration by the cartoonist. A characteristically idiosyncratic tribute by an underground icon to the musical innovators who helped inspire him, R. Crumb's Heroes of Blues, Jazz, & Country is a must-have collection for Crumb aficionados, comics fans, and music lovers alike.

Girando per il catalogo novità sempre di Abrams trovo quest'altro libro che pare interessante:

Art Out of Time
Unknown Comics Visionaries, 1900-1969
By Dan Nadel
350 full-color illustrations, 320 pages, 8x11", US $40


Before there was Robert Crumb, there was Herbert Crowley. If you don't recognize that name, you're not alone. Crowley is one of nearly 30 American cartoonists featured in this eclectic anthology, artists whose work--created between 1900 and 1969--was overshadowed by more successful contemporaries. Art Out of Time at last gives these pioneers the showcase they deserve, reprinting--in most cases for the first time since their initial publication--complete comic books and strips by such visionaries as Raymond Crawford Ewer, Howard Nostrand, Ogden Whitney, and Dick Briefer. These under-recognized artists often deviated from the thematic and graphic conventions of the comics medium--and influenced Crumb, Art Spiegelman, and others--making this superb anthology a true "counter history," the untold story of an underground that wasn't.

Qui una recensione (molto illustrata) del volume.

questo non è un blog, è un archivio dei miei post su IAF pensato per poter mettere le figure ai post, per commentare o leggere i commenti a questo post andate su it.art.fumetti col vostro newsreader di fiducia oppure fate clic QUI

soddisfazioni

Una cinquantina di post, oltre 130 commenti e un paio di mesi di vita. Questo mio blog, con tutto ciò, ha raggiunto in questo istante i 1959 accessi (secondo il generoso contatore di Splinder).

Per la prima volta questo blog supera, in accessi, il blog Cioran con cui ho (segretamente, almeno fino a quando perdevo) ingaggiato una battaglia a colpi di accessi. Oggi il counter di Cioran ne riporta solo 1958.

Ah ah ah, mangia la mia polvere!

Peccato che Cioran sia "un blog senza post", non ha proprio post, non ne ha mai avuti, neanche uno.

E fino a oggi, pur non essendoci NULLA da leggere, ha sempre avuto più accessi di me (e neanche è detto che non mi risuperi presto, perché ha una buona media di accessi mensile quello lì).

E visto che questo mio post adesso lo linka, anche questo post contribuirà alla mia futura sconfitta. Ahi.

Virginia Mountweazel, 3 Lye Close, Bristol



La rubrica di Tullio De Mauro sul numero di Internazionale attualmente in edicola è dedicata alla parola inglese esquivalience.
Esquivalience significa "ostinato rifiuto delle proprie responsabilità ufficiali" e con questa accezione la si può trovare, per esempio, citata nel New Oxford American Dictionary. Solo che non è vero.
Esquivalience è una parola che i signori del New Oxford American Dictionary hanno inventato di sana pianta per ragioni loro (che poi spiego). Dopodiché capita che adesso, con questi chiari di luna, sempre più spesso, esquivalience venga usata come se fosse una parola vera (specie per parlare di George W. Bush, mi dice il De Mauro).

Sempre il De Mauro cita una parola che si era inventato lui per gioco: orchidorragia ossia "nel linguaggio medico, rottura di coglioni"... uno scherzo tra redattori dell'Enciclopedia italiana che per distrazione (e forse negligenza) ha rischiato di vedere la pubblicazione. La parola non fu pubblicata, venne beccata all'ultimo, però in qualche modo è riuscita a sopravvivere e, per misteriose ragioni, il neoDizionario ne riporta il significato (sia pure in modo eufemistico).

Esquivalience, orchidorragia, sono parole speciali, parole che hanno un significato ma che, a differenza di tutte le altre, nascono con uno scopo altro rispetto all'esprimere quel significato.
E le parole o non hanno un significato, e nascono per uno scopo che non sia quello semantico (artistico, musicale, mnemonico, magico... possono essere password o nomi in codice) oppure, se sono nomi comuni, che nascono con un significato, in genere il loro scopo originario è proprio quello di veicolare detto significato.
A dar retta all'Accademia della Crusca, in questa ristretta categoria di "parole per caso" ce ne può stare almeno un'altra: perplimere. Però io credo che non sia proprio così. Ne riparleremo presto (per questo post c'è già troppa carne al fuoco, vedrete).

Torniamo a esquivalience: cosa può spingere gli stimati redattori di uno stimato dizionario a inserire, consapevolmente, una voce falsa tra quelle vere?

Parole trappola
La spiegazione è semplice: protezione del copyright.
Il modo più semplice per dimostrare che il proprio lavoro di enciclopedista è stato copiato da qualcun altro è quello di mostrare nell'opera plagiaria gli stessi errori che ci sono nella propria.
Se io faccio un dizionario e poi ne esce un altro che contiene (proprio come il mio!) le parole casa, piede, abbambinare, sparuto, incunabolo e mamma, non è che posso pensare che questo secondo dizionario mi abbia copiato. Ma se nel mio dizionario alla lettera A c'erano quindici refusi e una definizione sbagliata e nel nuovo dizionario ritrovo i quindici refusi tali e quali e la stessa imprecisa definizione, non solo ho il dubbio, ma anche le prove che sia avvenuto un plagio.
Per questa ragione gli estensori delle opere di consultazione giungono, talvolta, a inventarsi completamente dei termini, in questo modo se un concorrente li inserisce è caduto nella trappola e tocca che paghi pegno.

E non pensate che le trap word siano le uniche copyright trap esistenti. Le trap street le usano i cartografi e sono ancora più frequenti e di ancor più antica tradizione.
Anche in questo caso, il modo migliore per dimostrare che una certa carta geografica è mia è quello di inserire qui e lì qualche luogo di mia invenzione, una forma "commerciale" di geografia fantastica.

La pratica è abbastanza diffusa ma, ovviamente, trovarne esempi (in rete o altrove) non è facile, una parola-trappola (o una strada-trappola) funziona finché nessuno ne conosce la natura, sono a tutti gli effetti delle spie, una volta che sia saltata la loro copertura sono bruciate e vanno sacrificate (a meno che, come esquivalience non abbiano cominciato ad avere un'altra vita, un'altra attività oltre a quella di spia).

La più nota "persona trappola" è sicuramente Lillian Virginia Mountweazel, nata in Ohio nel 1942, progettista di fontane prima, fotografa poi, morta tragicamente all'età di 31 anni a causa di un'esplosione mentre stava lavorando a un servizio per la rivista Combustibles.
In realtà Lillian Virginia è un'entrata fittizia (del 1975) della New Columbia Encyclopedia.

Altre "persone trappola" sono quelle inserite dagli editori di elenchi telefonici negli USA nel tentativo di proteggersi dal furto dei dati a opera della concorrenza. Decine e decine di persone fantasma, senza consistenza, senza un'esistenza ma con indirizzo e numero di telefono.

Un po' di strade fittizie le trovate elencate qui all'interno del progetto OpenStreetMap, una sorta di Wikipedia cartografica.
Qui possiamo passeggiare per Lye Close a Bristol, per Moat Lane o per Torrington Place entrambe a Finchley, Londra (N3). Ma possiamo passeggiarci solo qui, perché sono tutte trap street di varie mappe commerciali.




Reference
QUI un articolo del New Yorker (agosto 2005) dedicato all'argomento.

Il mese scorso si è occupato della cosa anche il New Scientist (ma bisogna essere abbonati paganti per leggere tutto l'articolo).

Qui un altro articolo (Chicago Tribune, settembre 2005) sull'esquivalience affair.

Qui la puntata (agosto 1991) di Straight Dope dedicata alle strade fantasma causa copyright trap. (Come? Non conoscete The Straight Dope?... male...)


Note
Honeytoken. In informatica è qualcosa che assomiglia alle trappole di cui parlo qui. Ho letto di sfuggita e capito ancor più di sfuggita.

Pensando a entrate fittizie in una enciclopedia che poi s'impongono alla realtà non è che si può evitare di pensare a Tlön, Uqbar, Orbis Tertius mirabile racconto di Jorge Luis Borges.
Qui oppure qui il testo, in italiano, del racconto di Borges.
Qui un sito italiano tutto dedicato al mondo di Tlon.
Qui l'approfondito articolo di Wikipedia (in inglese).

Altra cosa che mi viene in mente, la carriera di "Stronzo Bestiale" un fittizio ricercatore che ha firmato alcuni lavori scientifici. La storia la racconta Umberto Eco da qualche parte (non ricordo bene dove, di sicuro in un libro che se ne sta nel mio box al posto della mia auto). In rete se ne parla un po' ma molto poco.

La donna trappola è un volume a fumetti della bella Trilogia di Nikopol di Enki Bilal, Non c'entra nulla con questo post.

Nelle opere di consultazione finiscono delle voci fittizie anche per altre ragioni che non siano la difesa del copyright (errori e scherzi le cause più comuni). Questo è un altro bel tema, vasto, di cui non mi occuperò. Non qui almeno. Però già che ci sono adesso vi segnalo ancora un paio di link sull'argomento.

Dord è una parola che non esiste che, nel 1934, si è ritrovata nell'edizione del Webster's New International Dictionary. Qui tutta la storia.

Appleton's Cyclopædia of American Biography è un'enciclopedia in sei volumi, pubblicata a New York tra il 1887 e 1889, che raccoglie e propone biografie di Americani illustri. È nota soprattutto perché circa duecento di queste biografie sono di persone mai esistite. Qui la storia raccontata dal Museum Of Hoaxes (come a dire, il museo delle bufale).

La voce della Wikipedia dedicata alle voci fittizie ha una ricchissima sezione di esempi... ora però devo proprio fare dell'altro, me la leggerò in un altro momento...

domenica 12 novembre 2006

il segreto della settimana (3)


Odio essere il capo!
Darei qualsiasi cosa per riavere il mio vecchio lavoro.


Menzione d'onore:


l'unico monento in cui mi sento bella è quando ballo

di PostSecret ho parlato QUI.

sabato 11 novembre 2006

Cuando despertó, el dinosaurio todavía estaba allí (4)

55
Nel 1987 il settimanale californiano New Times indìce un concorso letterario per racconti che contino, al massimo, 55 parole. È la nascita di un genere.
Pensare di censire le risorse in rete dedicate alla 55 fiction è pura utopia, ce n'è quasi quante di quelle dedicate ai racconti di sei parole.

Qui un articolo (in italiano) di Antonio Gallo sui racconti da 55 parole.

Qui le regole ufficiali del concorso del The New Times (che si tiene ogni anno). Qui un articolo della stessa rivista, sempre sull'argomento.

Altri siti dedicati al genere: qui, qui, qui, qui e qui.

Steve Moss l'editore e fondatore di New Times che ha dato origine al genere inventando il concorso, ha anche curato due antologie:
The World's Shortest Stories sottotilo: Murder, Love, Horror, Suspense, All This and Much More in the Most Amazing Short Stories Ever Written, Each One Just 55 Words Long
The World's Shortest Stories of Love and Death sottotilo: Passion, Betrayal, Suspicion, Revenge, All This and More in a New Collection of Amazing Short Stories-Each One Just 55 Words Long




54
Perché indugiare nella prolissità delle 55 parole quando si può scrivere dei racconti più asciutti ed eleganti di 54? Ryan Powers da anni colleziona racconti di 54 parole che pubblica nel suo sito www.brassmonkey.com. Ne ha una raccolta ricchissima, la trovate qui, qui, qui e qui.

300
In genere in numero di parole attorno a cui si articola un racconto di Microfiction.

(4 continua...)

DISCLAIMER: questo continua a essere un lavoro compilatorio, io ho letto pochissimo di ciò che segnalo. Le risorse citate contnuano a essere in inglese tranne dove espressamente segnalato.

venerdì 10 novembre 2006

Cuando despertó, el dinosaurio todavía estaba allí (3)

Pensavo di chiudere questo argomento con un ultimo corposo post, ma ho cambiato idea. Un po' perché il meglio è nemico del bene (e naturalmente il post corposo, quindi, tarda a completarsi) un po' perché, assunto in unica dose, il tutto mi pare un po' noioso (per me e per voi).
Ah... l'argomento è la narrativa molto breve, ne ho già parlato qui e qui.
Le risorse citate sono in inglese tranne dove diversamente segnalato.

100
I componimenti di cento parole sono detti anche drabble. Pur essendo un fenomeno tipicamente anglosassone, di recente i drabble si sono diffusi anche da noi, attraverso internet e i siti di fanfiction (in particolare di Harry Potter, ma non solo).

QUI un articolo (in italiano) di Charlotte Doyle su i drabble, tratto da Acciofanfiction.com.

I drabble sono spesso terreno di sfide letterarie, sempre su Acciofanfiction.com ce n'è una in corso che scade il prossimo 16 novembre, fate ancora in tempo (si tratta di scrivere un racconto di 100 parole che includa almeno quattro delle seguenti parole: quadriglia, riscattare, messinscena, carattere, motivo, pazientare, orecchino, caffé-concerto, livido, demolire, mezzora, piano). QUI trovate la spiega (ovviamente in italiano).

QUI un'altra pagina italiana dedicata ai racconti di 100 parole, sfide mensili e fan-fiction.

QUI The Drabble Project partito dall'università di Birmingham ha già visto la pubblicazione di tre antologie (l'ultima ancora in catalogo).

QUI un generatore semi automatico di drabble.

QUI un blog letterario di e per scrittori di racconti di 100 parole.

QUI il podcast di racconti da 100 parole del signor Laurence Simon (sfide settimanali agli altri scrittori di drabble).

6
Dopo le parole, i minuti di lettura e i caratteri, qui si contano le frasi. Quindi racconti non di sei parole, come quelli di cui dicemmo nella prima puntata di questa serie di post, bensì sei frasi. Six Sentences è un blog che raccoglie, pubblica e accetta racconti formati da sei frasi (più un titolo di massimo 36 caratteri, 6 x 6 = 36, spazi inclusi)

(3 continua...)

DISCLAIMER: questo è un lavoro compilatorio, ho letto pochissima della roba che segnalo.
Oh, per quanto si stia parlando di testi brevissimi si tratta comunque di un sacco di roba!

martedì 7 novembre 2006

un posto sicuro

Mi piace l'interazione tra luoghi della rete e luoghi fisici.
Mi piace un certo uso privato, addirittura intimo, dei luoghi pubblici (per esempio per recapitare messaggi o regali, come nella caccia al tesoro privata messa in scena nel film Il mondo di Amelie).
Mi piace Drop Spots.

L'idea è questa: qualcuno trova un buon drop spot (un posto in cui abbandonare qualcosa) ossia un punto nascosto all'interno di un luogo pubblico. Vi nasconde un piccolo regalo e ne segnala l'ubicazione, grazie a Google Map, sul sito dropspots.org. Lo sconosciuto che, senguendo le indicazioni del sito, troverà l'oggetto è invitato a sostituirlo con uno suo.
Una sorta di bookcrossing non limitato ai libri.

In Drop Spots, naturalmente, gli USA la fanno da padroni, però al momento ci sono già tre "molla-posti" anche in Italia: uno a Roma, uno a Palermo e uno a Napoli... Mi sa che d'ora in poi, girando per Milano, farò caso a quale potrebbe essere un buon "molla-posto" qui da me.

lunedì 6 novembre 2006

judging books by their cover

Di ritorno dalla presentazione della mostra di Guido Scarabottolo alla Feltrinelli di piazza Piemonte (MI), ossia di questa cosa qui.
Trattandosi principalmente di immagini pensate per le copertine dei volumi Guanda usciti in questi ultimi anni, le poche cose dette erano attorno al tema copertine dei libri.
Mi appunto giusto un paio di spunti venuti fuori.
Luigi Brioschi (presidente della casa editrice): il copertinista è la prima persona fuori dalla case editrice che legge il libro, tutte le letture precedenti sono interne alla struttura. Il copertinista, assieme al traduttore, danno un'interpretazione dell'opera (in realtà Brioschi del traduttore non lo ha detto, questi appunti sono già idee mie derivate dalle sue). Il lavoro del copertinista orienta la percezione che ha il pubblico dell'opera, a suo avviso questo è un aspetto ancora poco indagato. E io aggiungo, il lavoro del copertinista diventa così tanto parte dell'opera che dei libri che ho letto e amato esiste una copertina "vera" (che è ovviamente quella dell'edizione che ho letto io) ed eventuali copertine "false" (successive, ma anche precedenti, all'edizione da me letta).
Guanluca Morozzi (romanziere): per un autore un proprio libro è anche un oggetto fisico con cui dovrà convivere abbastanza strettamente per circa un anno (tra presentazioni in giro e lettura di recensioni, con annessa miniatura della copertina), quindi quando esce un suo nuovo libro c'è sempre una certa trepidazione nel vedere quale sarà la copertina perché poi, con quella copertina, dovrà fare i conti non solo astrattamente (quello sarà il volto del libro) ma anche concretamente per un annetto.

Nota 1 Scarabottolo è un ottimo illustratore e un grafico altrettanto bravo. Una scelta delle sue copertine per Guanda (che però presenta anche disegni inediti: copertine future ma anche no) è raccolta nel volume (naturalmente Guanda) Note che è anche catalogo della mostra.
Nota 2 La mostra Note si tiene dal 1° al 30 Novembre 2006 nelle librerie Feltrinelli di Milano P.za Piemonte, 2 / Genova Via XX Settembre 231 / Parma Via della Repubblica, 2 / Bologna P.za Ravegnana, 1 / Firenze Via Cavour, 12 / Roma Galleria A. Sordi, P.za Colonna, 31 / Napoli Via S.ta Caterina a Chiaia, 23 ang. P.za dei Martiri / Bari Via Melo 119.
Nota 3 il titolo di questo post non sarà molto originale (no, non le è) ma l'ho inventato da me. Poi ho scoperto che è anche il titolo di una lista che un utente Amazon ha fatto dei libri che raccolgono copertine di libri, ce ne sono di interessanti: qui.

il segreto della settimana (2)


... e io spero che tu perda la fede in Dio, proprio come io ho perso la fiducia in te.


di PostSecret ho parlato QUI.

venerdì 3 novembre 2006

li mortacci (4)

Oggi ricorrono i morti (ehm... ieri, visto che intanto che postavo è passata la mezzanotte).
E chi ha detto che non corrano dietro alle gonnelle?


Altre belle da morire qui: Zombie Pinups.

giovedì 2 novembre 2006

li mortacci (3)

Mobili di casa fatti con casse da morto
QUI mobili di casa fatti con casse da morto.

Maaa... quell'attrice sarà viva o morta?
Quando vi assalgono dubbi del genere Dead People Server è lì apposta per toglierveli.

Cofani funebri
Questa agenzia di pompe funebri ha cominciato un paio di anni fa con un calendario, da scaricare gratuitamente, illustrato da spartani fotomontaggi che mettevano assieme donne discinte a casse da morto. Oggi - grazie al successo che ha portato loro l'internet - il calendario lo realizzano con foto fatte con tanto di modelle, lo vendono e vendono anche orologi e portachiavi di gusto rigorosamente macabro.

Fantamorto
La versione nera del fantacalcio, ottiene un certo successo in rete. Più di uno i siti di lingua inglese (Dead Pool) per esempio QUI e QUI. QUI invece un sito in italiano.

Trova la tomba
Sito formidabile questo Find a Grave. Da anni raccoglie collocazioni e foto di tombe di personaggi famosi. Adesso vanta un archivio con migliaia di sepolture. Il tutto è nato da un simpatico frescone che ama farsi fotografare, soridente, davanti alle tombe di gente famosa.




Come comunicare con l'aldilà?
A questa millenaria domanda provano a rispondere quelli di Afterlife Telegrams. Il servizio proposto è questo: per 5 dollari a parola fanno imparare a memoria, a un malato terminale, il vostro messaggio per il defunto che volete contattare. Quando il "postino" passerà a miglior vita, contatterà chi deve e riferirà quanto richiesto.

li mortacci (2)

Oggi ricorrono i morti, nel caso l'accorciamento delle giornate e l'arrivo del freddo (proprio oggi per di più) stessero facendovi pensare a quale sia il modo migliore per dire addio ai vostri cari, nel caso capitasse di doverlo fare, qui di seguito qualche link utile.

Biker fino alla fine...
... e oltre, Motorcyclefunerals.com, grazie a uno speciale sidecar, permette di fare in moto anche l'ultimo viaggio.

Vivere (e morire) in armonia con la natura
Ecopod fornisce casse da morto ecologiche (realizzate in carta riciclata!).

Bella questa spilla, era di tua nonna?
No. Questa spilla era mia nonna.

Quelli di LifeGem trasformano il caro estinto in una pietra preziosa artificiale (servizio disponibile anche per animali domestici).


Non me ne andrò in silenzio
Angels Flight organizza cerimonie funebri in cui le ceneri del defunto sono mescolate alla polvere pirica dei fuochi d'artificio. Come optional si può avere servizio catering, riprese video e servizio fotografico oppure il pacchetto fuochi d'artificio sull'acqua con tanto di yacht.

li mortacci (1)

Oggi ricorrono i morti, la famosa barzelletta delle medie concludeva con "speriamo che vinca mio nonno". Niente da fare, quest'anno ha vinto Kurt Cobain.
La notizia non è neanche freschissima, ma nella classifica annuale curata da Forbes relativa alle Top-Earning Dead Celebrities (ossia ai morti famosi che guadagnano di più) al vertice, per la prima volta, non c'è più Elvis Presley bensì l'ex leader dei Nirvana.

Questa è la top 13 (perché top 13? avrà forse a che fare con l'ultima cena?) tra parentesi i guadagni dell'ultimo anno (da ottobre 2005 a ottobre 2006).

1. KURT COBAIN (50 milioni di dollari)
2. ELVIS PRESLEY (42 milioni di dollari)
3. CHARLES M. SCHULZ (35 milioni di dollari)
4. JOHN LENNON (24 milioni di dollari)
5. ALBERT EINSTEIN (20 milioni di dollari)
6. ANDY WARHOL (19 milioni di dollari)
7. 7. DR. SEUSS (THEODOR GEISEL) (10 milioni di dollari)
8. RAY CHARLES (10 milioni di dollari)
9. MARILYN MONROE (8 milioni di dollari)
10. JOHNNY CASH (8 milioni di dollari)
11. J.R.R. TOLKIEN (7 milioni di dollari)
12. GEORGE HARRISON (7 milioni di dollari)
13. BOB MARLEY (7 milioni di dollari)

Personalmente sono davvero sorpreso di trovare Einstein nella top 5.

mercoledì 1 novembre 2006

l'impronta del genio


Era già da un po' che si cercava di ricostruire qualche testimonianza "biologica" di Leonardo Da Vinci, impronte digitali o perfino DNA (se ne parlava, per esempio, qui). Per il DNA ancora niente, mentre pare che all'impronta dell'indice sinistro ci si sia arrivati.

E' stata identificata l'impronta di un polpastrello di Leonardo. Dopo 3 anni di ricerca il gruppo di ricerca della Sezione di Antropologia della Facoltà di Medicina dell’Università "G. d’Annunzio" di Chieti, sotto la direzione del professore Luigi Capasso è riuscito a isolare l’impronta digitale - in termine tecnico dermatoglifo - tra le migliaia di tracce presenti su dipinti e pergamene manoscritte. La traccia è probabilmente quella del dito indice della mano sinistra e ha caratteristiche arabe, che trovano riscontro nella madre di Leonardo, di origini appunto arabe. [...] I ricercatori sono partiti dalle tracce certe lasciate sulla tela "La dama con l’ermellino" e analizzando le varie opere con sofisticate tecniche dattiloscopiche hanno ricostruito la traccia di un polpastrello . L'impronta, unica traccia “biologica” ad oggi conosciuta del grande genio, potrà essere utilizzata per l’autenticazione di opere dubbie o non note. [...]
Il professore Capasso è molto conosciuto nel settore delle indagini dattiloscopiche: è stato chiamato ad essere perito nel caso Calvi, ha partecipato ai più importanti casi archeologici d’Italia, dallo studio degli scheletri degli abitanti di Ercolano, a quello sulla mummia di Santa Rosa da Viterbo.

[fonte Città della scienza]

il segreto della settimana

Be'... il 31 è appena passato, speriamo sia andato tutto bene...


c'è un 99 per cento di possibilità che io perda la verginità
con l'ex della mia migliore amica questo 31 ottobre (e non vedo l'ora!!!)
[l'inglese è una lingua che non distingue il genere dei sostantivi,
il fatto che a scrivere sia una ragazza è quindi un mio arbitrio]


menzione d'onore:


ho detto alla mia famiglia di essere in viaggio d'affari
e mi sono fatta una vacanza per conto mio


di PostSecret ho parlato QUI.