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martedì 30 agosto 2011

da oggi basta sogni...

... e per un bel po' almeno.

lunedì 29 agosto 2011

una comunità

Sogno un paesino messicano, tutto il paese sta aspettando una telefonata che comunicherà al sindaco un’importante notizia, una notizia che potrà essere bella o brutta, in ogni caso sarà vitale per le sorti del piccolo pueblo.
La telefonata non arriva. Il telefono (un nero apparecchio
 ancora col selettore a rotella) tace. Col passare dei giorni, i contadini portano offerte che poggiano attorno all’apparecchio. Piccole corone di fuori intrecciate, focacce, bottiglie di cocacola, grosse zucche arancioni, statuine e miniature dipinte in stile popolare. Tempo qualche giorno il telefono si trova al centro di un coloratissimo altare pagano. Spesso gli abitanti della cittadina vi soggiornano davanti, in silenzio.
 
Alla fine, a metà di un assolato pomeriggio, il telefono squilla.
 
Notte tra il 10 e l’11 marzo 1999

domenica 28 agosto 2011

un pianeta alieno

Sogno un pianeta in cui, a intervalli fissi di anni, s’inverte la polarità nord-sud degli emisferi. Questa inversione porta anche al mutamento di genere degli abitanti: in quel momento tutti i maschi diventano femmine e viceversa. Così ogni abitante del pianeta cambia sesso a intervalli regolari, sin da bambino.

Le società che nei secoli si sono sviluppate su quel mondo sono per certi versi simili alle nostre, ma per altri sono radicalmente diverse. Una società sessista (patriarcale o matriarcale che sia) è difficile da immaginare quando, in vita loro, sono stati tutti sia maschi che femmine.
Curiosamente questi ciclici ribaltamenti non sono incompatibili, per esempio, con la monogamia. Tutte le inversioni avvengono nello stesso momento, quindi il giorno in cui io divento donna, mia moglie può diventare mio marito. Però chissà se una persona che a me maschio va bene come moglie, andrà bene a me femmina come marito? Insomma, per noi è un posto strano da immaginare.

Su questo pianeta atterrano Mascia (del grande fratello) e un suo immaginario compagno. Un uomo rude e macho. Arrivano, si comportano un po’ da padroni, non capiscono bene le regole di quel posto e, ahiloro, si trovano lì nel momento d’inversione di polarità.

Risutlato: l’uomo si scopre con orrore traformato in donna e a lui è andata ancora bene. Mascia infatti si ritrova a essere un uomo, ma ancora con le tette (ché il silicone lì dov’è resta, anche su quel pianeta).

Una notte dell’aprile 2002

sabato 27 agosto 2011

ancora acta domiendi

un giornale
Sogno di andare in edicola e di comperare una copia de “L’Espesso Light” il settimanale dietetico con un minor contenuto di cazzate.
 
Notte tra il 10 e l’11 luglio 1992
 
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prendo moglie
Sogno di prender moglie (una donna di fantasia, che non conosco nella vita reale) e sogno di rispondere in rima a chi mi fa notare che la mia nuova compagna non è un campionessa di presenza a sé stessa.
 
Certo è un po’ svanita
Ma non mi spaventa
Gode nella vita
Sol colui che s’accontenta.
 
Notte tra il 5 e il 6 novembre 1997

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una malattia
Sogno di studiare una nuova malattia che si sta diffondendo ai giorni nostri, si chiama “disfunzione terminale” ed è un malanno dall’esito mortale, che attacca per prime le punte delle dita di chi digita alla tastiera dei terminali dei computer.
 
Notte tra il 30 luglio e il primo agosto 1998
 
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un finale di fiaba
Alla fine il bellissimo e ricchissimo principe e la bellissima principessa si sposano, il tutto nel libro è illustrato da una fantastica illustrazione che mostra a pieno bellezza e opulenza di festeggiati e invitati, nonché il lusso estremo della reggia in cui i due sposi avrebbero da lì in poi vissuto.

l libro si chiude con queste parole:
«E vissero tutti felici e contenti…
(non fecero 
poi molta fatica)»
 
Sognato il 16 settembre 1995
 
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un film
Sogno di scorrere la pagina dei film del Corriere della Sera e noto, con un po’ di stupore, che danno il film “Nove settimane e mezzo chilo di mortadella”. Probabilmente un film in cui trionfano i piaceri della carne, in senso proprio e in senso lato.
 
Notte tra il 29 e il 30 giugno 1998
 
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un’autobiografia
Sogno di leggere un libro. S'intitola: “Radioutensile – diario di una donna grigia”. Sono le memorie di una super eroina robot attiva negli anni ’60. Il titolo, sarcastico, si riferisce al fatto che veniva guidata, via radio, dallo scienziato che l’aveva creata, nelle sue azioni contro il male e contro le oscure minacce che incombevano sul pianeta. Il sottotitolo fa riferimento al colore del proprio corpo: grigio-ferro.
 
Notte tra il 20 e il 21 febbraio 1999
 
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mi metto a dieta
Sogno che devo attenermi rigorosamente alla “dieta mediterranea” che però, nel mio caso, consta essere costituita unicamente da tanta, tanta, tanta acqua salata.
 
Notte tra il 28 e il 29 agosto 1998
 
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bizantinismi politici
Sogno di leggere un “lip(r)ogramma elettorale” ossia un programma elettorale di un partito politico, stilato evitando con attenzione l’uso di una data vocale. E penso che non è certo facile parlare, per esempio, di “posti di lavoro” senza mai usare la lettera “o”.
 
Notte tra il 7 e l’8 aprile 1998
 
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un gruppo musicale
Sogno una band ska piemontese. Si chiamano “raudi caudi” sono bravi, trascinanti in concerto, loro particolarità è l’uso di petardi nel corso dell’esecuzione dei brani. Ogni tanto un loro brano si blocca sul più bello, il cantante accende un raudo (uno di quelli gialli che si accendono a sfregamento) tutti si fermano all’improvviso, per un istante sul palco regna un silenzio irreale, carico di attesa, e all’esplodere del petardo la musica riprende più potente e sincopata che mai.
 
Notte tra il 5 e il 6 agosto 2000
 
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dallo psicologo
Sogno psicologo e paziente. Fanno il gioco delle libere associazioni che – facendosi sempre più serrato – si trasforma in una partita di morra.
 
Notte tra il 18 e il 19 marzo 1995



venerdì 26 agosto 2011

un impala



[fonte immagine]


Sogno il dialogo tra due tizi che, da una certa distanza, guardano un animale, un mammifero della famiglia dei Bovidi della specie che dà il titolo a questo post. L'animale se ne sta fermo, assolutamente mobile.
 
Tale – Qull’impala è lì impalato.

Altro tale – Più che impalato direi che quell’impala è impagliato!

Tale – A ben vedere, più che impagliato direi che è posticcio, è un impala in paglia.

Altro tale – In ogni caso sarà il premio per chi, tra noi risulterà vincitore: quindi è un impala (in paglia o impagliato che sia) in palio.

Tale – Impagabile!
 
Primo sogno appuntato nella mia casa attuale, nel marzo del 2000

giovedì 25 agosto 2011

un dialogo

io – Questi documenti devono arrivare al più presto al di là dell’oceano. Per questa missione dobbiamo trovare un autentico “topo di mare”!
 
lui – “Lupo di mare” vorrai dire…
 
io – No! Durante l’emergenze i lupi di mare si sbattono da poppa a prua inferociti. Un vero topo di mare se ne sta sotto coperta, placido, ad aspettare che le emergenze passino. E se non passano, se la nave è condannata, è sempre tra i primi ad abbandonarla in favore di una sistemazione più sicura. Questo è un vero topo di mare!

lui – mmm...
 
io – I nostri documenti sono troppo importanti per affidarli a chi potrebbe immolarsi in qualche atto eroico. A noi serve qualcuno che porterà la pelle a casa, a qualunque costo: un autentico topo di mare.
 
Sognato la mattina del primo febbraio 1999

mercoledì 24 agosto 2011

one man band

Dopo aver sognato la soluzione al paradosso di Zenone su Achille e la tartaruga (soluzione che, malauguratamente, dimentico al risveglio), sempre sognando mi pongo il problema dei titoli di coda dei miei sogni. E penso che dovrebbero essere ben noiosi, visto che regista, sceneggiatore, scenografo e attore sono sempre io. Di fatto anche se sognassi mia mamma sarei io e negli eventuali titoli di coda dovrei mettere: “nel ruolo di mia mamma: io”.

Sempre sognando mi pongo il problema di come potrei riuscire a inserire il nome di qualcun altro in quei dannati titoli di coda, e mi viene in mente che potrei riuscirci grazie alla colonna sonora, Per esempio, se in un sogno a un tratto si sentisse “I can’t get no satisfaction” potrei correttamente mettere i Rolling Stones nei crediti della colonna sonora. Poi però - sempre nel sonno - mi correggo, in realtà posso mettere Mick Jagger e Keith Richards come autori, ma comunque come interprete ci andrei messo sempre io.

Alla fine mi sveglio (senza titoli di coda). È la mattina del 3 marzo del 2000.

Questo sogno è sicuramente debitore a Jorge Luis Borges che nell’introduzione del “Libro di sogni” cita Joseph Addison: “l’anima umana, quando si sbarazza del corpo e sogna, è al tempo stesso teatro, attori e pubblico” e, aggiunge Borges, “è anche autore della favola che sta vedendo”.

martedì 23 agosto 2011

un escamotage

Sogno un’intricata vicenda spionistica di cui, al risveglio, ricordo molto poco. Ricordo che era tutta ambientata in medioriente. Il Mossad è impegnato in una missione di contro spionaggio e contro informazione. Sapendosi scoperti dagli avversari, alcuni agenti israeliani continuano a farsi spiare come se niente fosse. Sia durante il lavoro, sia nei momenti di vita privata.
A un certo punto uno di essi, molto osservante, si reca in preghiera al muro del pianto, qui – come tradizione – lascia un foglietto, in una fessura, con una supplica a Dio.
Il biglietto viene recuperato e ispezionato dagli agenti nemici, che lo trovano estremamente criptico. Costa loro grande impegno e grande fatica ricostruirne il significato. Un significato che, alla fine, si dimostra strettamente legato all’operazione in corso da parte del Mossad. Gli agenti opposti si comportano di conseguenza e falliscono.

Ovviamente quel foglietto era un’azione di disinformazione, creata ad arte per ingannarli.

Notte tra il 12 e il 13 dicembre 1998



[fonte immagine]

lunedì 22 agosto 2011

come già detto, tornano i sogni

Nei prossimi giorni io ci sono e non ci sono. Più che altro però non ci sono. Ossia: io non ci sono, nel senso che già sono via e questo è un post pubblicato a tempo, ma non ho capito se – di quando in quando – potrò accedere a internet oppure no. Quindi se non rispondo ai commenti non abbiatevene a male.

Per non farvi patire troppa solitudine in mia assenza, ho programmato un po' di post con miei vecchi sogni. Un po' come ho fatto a ferragosto. Tutta (o quasi) roba anni '90, che nel corso dei 2000 ho smesso di sognare così assiduamente (ossia ho smesso di segnare così assiduamente ciò che sognavo).

Buona lettura e sogni d'oro!


tombini (e due)

Segue da ieri.

Peregrinando per tombini sono incappato in questo sito di due tipi di San Paolo, Brasile.





























E se i tombini brasiliani non vi bastano c'è chi a quelli giapponesi ha dedicato un libro (al momomento al 25% di sconto su Bookdepository), un blog e un piccolo set su Flickr.









 

domenica 21 agosto 2011

il furto del secolo, un secolo dopo



Il gentilissimo Matteo Stefanelli, su Fumettologicamente, ci ricorda che giusto cento anni fa veniva rubata la Gioconda e lo fa citando questo post di 403 vecchio di un anno.

Grazie, così ne approfitto per ricordarlo anch'io.



Le due vignette a corredo del post sono tratte da "Caccia al ladro" quinta puntata di Alterfocus, una serie a fumetti scritta da me, disegnata da Lorenzo Sartori e colorata, agli esordi, da Gioia Giunchi e quindi da Pamela Brughera. Serie che, per un paio d'anni, fu opsitata dal mensile Focus Junior.

tombini

Copio  e incollo da un file di testo del settembre del 2004 è l'inizio della proposta di script per un documentario sulla Milano sotterranea, che all'epoca stavo scrivendo col mio amico Enrico.

Una sequenza introduttiva un po' misteriosa. È sera, Gianluca e Claudia sono a passeggio per un parco milanese. Inizialmente sembra una passeggiata di due amici o anche di due fidanzati, ma poi li vediamo guardare con curiosità i tombini che si trovano nel parco. Sentiamo i loro discorsi, Gianluca sta tenendo una specie di lezione sui vari generi di tombini e su cosa ci si può trovare sotto: «i tombini dell'acquedotto sono assolutamente da evitare, troppo sorvegliati e non portano a nulla di buono, stesso discorso per elettricità e gas, molto più interessanti i tombini fognari, anche se bisogna comunque sempre stare attenti».
Non è ancora chiaro perché Gianluca sia così bene informato e quale sia lo scopo dei due. Magari qualche frase ammiccante (il rischio... la segretezza...) può far pensare che ci sia di mezzo qualcosa di poco chiaro o addirittura qualcosa di illegale. A questo punto potremmo andare a chiudere sul primo piano di un tombino e qui potrebbe andare in grafica il titolo del film: MILANO SOTTO.

Nota per Enrico: non ne abbiamo mai parlato, ma questo titolo di lavorazione per me può essere benissimo il titolo definitivo.

Il documentario alla fine ebbe proprio quel titolo lì, ma per l'inizio il regista preferì una scena un po' più d'azione: Ginaluca, Davide e Claudia, di notte, che tirano su un tombino proprio davanti alla torre del Filarete, al Castello Sforzesco (se avete RealPlayer e vi piace vedere le cose in formato francobollo QUI vi potete vedere tutto il documentario, dura una mezzoretta).

I tombini a me sono sempre piaciuti. Sia come oggetti, col loro essere variazioni innumerevoli su uno schema dato, sia in quanto porte d'accesso alle viscere della città.

L'altro giorno mi trovavo a scrivere una scena, per Diabolik, in cui un personaggio fa sparire una siringa gettandola in un tombino, di quelli dai buchi belli larghi, fatti per il deflusso delle acque pluvie. In genere per una cosa così semplice non c'è bisogno di fornire documentazione ai disegnatori, un tombino sono capaci da soli di andarsi a vedere com'è fatto. Ma io mi sono perso lo stesso in Google immagini, con la scusa di trovare la foto giusta da allegare alla sceneggiatura, ma in realtà contento di vagare tra decine e decine di chiusuni in ghisa e di scoprire, con divertimento, degli usi impropri che se ne può fare.






[fonte]


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(di guerrilla gardening mi sa che prima o poi se ne riparla)



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(vedi anche qui)


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Domattina ancora un pochino.

sabato 20 agosto 2011

il cane simulatore

Settimana prossima, chi lo vorrà, avrà modo di farsi una scorpacciata di mei sogni anni '90. Ideale seguito di quelli ferragostani. 

Sogno un cane. Ma non è un cane. Però ha l'aspetto di un cane che assomiglia abbastanza al Labrador maschio, biondo, che ebbi un tempo. Ma non è lui, probabilmente non è neanche un cane.

Nel sogno questo cane viene sottoposto a una serie di test psicologici (e nel sogno questo è normale) per determinare se è un cane o una persona (ma è lì a vedersi che è un cane, neanche parla! però lo sapete che i sogni son fatti così, hanno sempre ragione loro).

Le prime serie di test danno come risultato che quel cane è in media perfetta con le risposte della gente comune. La cosa però non mi convince. Il fatto è che nessuno ha mai dato risposte perfettamente identiche alla media. Il nostro sospetto è perciò che il cane si sia preparato, abbia studiato i test e stia dando risposte imparate a memoria al fine di risultare un soggetto medio.

Di nascosto facciamo in modo che lui scopra “da sé” il fatto che le sue risposte non sono credibili, poprio perché nessuno mai dà risposte del tutto sovrapponibili alla media statistica. Facciamo anche in modo che scopra quali sono, in media, i valori di scarto tra un singolo soggetto normale e la media statistica dell’insieme dei soggetti normali.
Da quel momento i risultati del cane diventano del tutto credibili, e le sue risposte restano in media ma non in quella media sospettamene perfetta che aveva prima. Quella è la prova della sua impostura, è la prova che si tratta di un alieno che si vuole infiltrare tra noi!

Notte tra il 24 e il 25 settembre 1996


giovedì 18 agosto 2011

occhiali

L'estate non è ancora finita e qualcuno di voi potrebbe aver voglia o necessità di fare ancora un po' di shopping di stagione. Quindi oggi vi propongo alcuni modelli di occhiali da sole, putacaso che riesco a trasformare 403 in un fashion-blog e così svolto, sia come accessi che come commenti.

Per chi si sente geek dentro e vuole che lo si veda anche fuori ecco un'intera collezione di occhiali che rendono nella realtà la scalettatura tipica della grafica a 8 bit dei computer dei primordi.



Modelli a 6dpi e 5dpi entrambi a 198 dollari QUI.
[via inkiostro]

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Le vie della moda sono infinite. Azumi and David mettono in vendita una serie di rotoloni di nastro adesivo trasparente con pittati sopra motivi 
vari (tatuaggi, cravatte) due di questi rotoli sono dedicati a "occhiali fighi" in versione "DJ & supermodelle" e in quella "architetti & intellettuali".
Poi a qualche simpaticone viene l'idea di usare questi nastri adesivi come se fossero davvero occhiali da sole.

A fine estate, non vorrei essere nei panni dell'oculista di quel simpaticone.




Rotoli di nastro adesivo a 11 sterline cad. QUI.
[via Ektopia e OhGizmo!]

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Gli occhiali però possono servire anche ad altro, oltre che a proteggersi dal sole (o a rovinarsi la vista). C'è infatti chi, notando che l'azzurro è il colore meno alimentare che c'è, s'è inventato degli occhiali dalle lenti azzurrate e li propone come coadiuvanti nelle diete.

Il cibo che vi apprestate a mangiare senbra uno schifo e così a voi passa un po' l'appetito. Cominciare a fare qualcosa per la "prova costume" il 18 agosto è forse un po' tardi. Però si può pensare di ordinarli in vista della prossima estate.




Se masticate il giapponese li trovate QUI a 1.890 yen.
[via Gizmodo]

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Restando in tema di occhiali specializzati. Limor Fried né ha progettato un paio "sensibili ai media". In soldoni: quando li avete addosso e vi avvicinate a un televisore acceso, quelli si annerano e v'impediscono di guardarla.
Strumento ideale per quelli che si lamentano che al giorno d'oggi si vede troppa tv, sviluppato anni fa all'interno di un progetto di "difesa sociale" teso a sviluppare strumenti per creare il proprio spazio personale.

L'idea di un paio di occhiali che diventano improvvisamente neri (rendendo quindi cieco chi li indossa) al verificarsi di un certo evento è stata ispirata dalla "Guida galattica per autostoppisti", lì ce n'era un paio che si oscurava in caso di pericolo.





Questi occhiali sono solo un prototipo. QUI trovate da scaricare il pdf della tesi (in inglese) di Limor Fried, gli occhiali li trovate a pagina 43.
[via we make money not art]

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Infine un paio di occhiali
 segno di questi tempi (anzi due paia, che si sà, quando i tempi sono maturi può capitare che più menti inventino la stessa cosa). Tempi in cui siamo costantemente sotto l'occhio delle altrui fotocamere e telecamere.

Gli oggetti si spiegano da soli e non hanno bisogno di altre parole.







QUI la pagina del Neatoshop che li vende a 9 dollari e 95.
QUI la pagina di UrbanOutfitters che li vende a 12 dollari.
[via Neatorama e Boingboing]

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QUI la pagina della Stupidiotic che, non so se per mantenere fede al nome societario o cosa, non riporta il prezzo dell'oggetto, né mi è chiaro come si faccia ad ordinarli.
[via Gizmodo]

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Questi due modelli qua sopra mi hanno ricordato due cose: la prima è una campagna sociale lanciata anni fa da qualcosadelgenere.



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La seconda cosa che mi hanno ricordato gli occhiali "autocensori" per non apparire nelle foto degli altri, è stata la maglietta "non taggatemi in questa foto". Ideale per gli utenti di facebook timidi o comunque gelosi della propria privacy.





QUI a 18 dollari e 99 il modello qua sopra, ci sono altri modelli a prezzi diversi (e sono pure gli slip).
[via Swissmiss]

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Degli occhiali a raggi x, magari, se ne parla un'altra volta.

lunedì 15 agosto 2011

acta dormiendi



 


affreschi temporanei
Sogno una chiesa, che è un incrocio tra una chiesa e un planetario. Le stelle però non c'entrano. Come un planetario, questa chiesa ha un grosso proiettore al centro. L'edificio ha pareti e soffitti rigorosamente bianchi e il parroco usa il proiettore per affrescarla ogni giorno con dipinti diversi.

notte tra il 2 e il 3 aprile 1998

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un profumo

Sogno che qualcuno è riuscito a distillare un profumo ispirato a un famoso brano musicale, quando lo si mette si provano le stesse emozioni che produce l'ascolto di quel brano. Sogno anche una confezione di quel profumo strutturata a quattro spicchi. Ognuno un'essenza (e quindi una canzone) diversa. Una sorta di mini ellepì.

una notte di fine dicembre 1991

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due bevande
Faccio un altro sogno sinestetico: sogno delle bottiglie di birra che, bevendole, appagano sia la sete sia la voglia di musica. Poi sogno una bibita gassata che, versata nel bicchiere, sprigiona una sorta di brano musicale, in accordo col sapore della bibita. Il brano va a spengersi col tempo, man mano che le bollicine perdono di forza.

notte tra il 28 e il 29 novembre 1992

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solo con la "a"
Sogno una frase monovocalica:
"la mamma carda la casta lana"
(per "casta lana" s'intende "pura lana vergine").

notte tra il 28 e il 29 settmebre 1996

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lineare b
Sogno di decifrare la scrittura "lineare B", ma non quella che è già stata decifrata negli anni '50 da  Michael Ventris e John Chadwick. La "lineare B" che decifro io è una scrittura segreta usata da tagger e graffitari lungo la linea B della metropolitana di Roma.

notte tra il 25 e il 26 febbraio 1998

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la pubblicità, domani
Sogno che le multinanzionali spostano parte dei loro budget promozionali in intelligence, al fine di risolvere qualche caso di risonanza internazionale, sempre allo scopo di farsi pubblicità, ovviamente: «l'arresto di questo criminale di guerra cetnico, da anni latitante, è stato offerto da Procter & Gamble».

notte tra il 16 e il 17 ottobre 2001

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una fedifraga
Sogno un frammento di dialogo, durante una festa, tra un uomo tradito ripetutamente dalla moglie (ma che, da tempo, se n'è fatto una ragione) e un altro invitato, appena conosciuto.

Altro invitato – No, ve lo assicuro, vostra moglie stasera non ci ha provato con me, forse non le piaccio...
Marito – Strano, a me sembrate proprio il suo tipo.
Altro invitato – Ovvero?
Marito – Bipede.

notte tra l'8 e il 9 novembre 1997

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un giallo sbilenco
Sogno una storia gialla in cui tutti (vittima compresa) cospirano contro l'investigatore. Il quale, nel procedere della storia, dai vari indizi che scopre e analizza arriva a capire, non tanto chi sia l'assassino, quanto chi sia la vera vittima del complotto. Ossia lui stesso.

notte dell'ultimo dell'anno del 1992

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un imballaggio
Sogno che sono in posta e la persona prima di me deve spedire una poesia. Scopro che per spedire poesie c'è bisogno di imballi particolari, un po' come quando devi spedire qualcosa di fragile.

appunto su un foglietto volante, febbraio 1996

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un perito
Sogno un esperto in "perizie cabalistiche" che chiamano quando qualcuno viene assassinato con proiettili su cui sono stati incisi strani simboli e cifre.

notte tra il 26 e il 27 agosto 1995

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il grande misconosciuto
Sogno un grande artista che però non conosce nessuno e dire che le sue opere coinvolgono direttamente migliaia di persone. La sua è una forma d'arte del tutto particolare, che ha inventato lui e che solo lui pratica.

È un creatore di "rimossi".

Lui crea eventi che scuotono a tal punto la nostra società che questa, come reazione, li rimuove dalla coscienza collettiva. Cancellando così anche il ricordo di lui.

notte tra 27 e il 28 febbraio 1995

nessuno si aspetta l'inquisizione

Medioevo. Sono un monaco e, sopratutto, sono un artista di arte "moderna", non ricordo se più tipo jasper johns o più tipo jackson pollock, insomma sono comunque fuori dal tempo.
Al convento presso cui sono ospite da qualche tempo giunge un inquisitore. È lì per me. Nel mio passato ho scritto cose al di fuori della dottrina canonica e ho avuto una condotta
 non consona a un monaco, condotta sessuale, ma forse anche di peggio (potrei anche aver ucciso qualcuno, su questo il sogno non dice chiaramente).
L'unica cosa che mi può accusare, però, sono i miei scritti, nient'altro. Il mio accusatore ne ha con sé parecchi. Come l'inquisizione sia riuscita a venire in possesso di miei appunti, mie missive mandate ad amici, minute di miei testi, non è cosa chiara. Ma tant'è, l'inquisitore è lì per convincere i monaci che mi ospitano che io sono colpevole, è sua intenzione lasciare il convento con me prigioniero. 

Ci sono alcuni incontri tra me e l'inquisitore, alla presenza del padre priore. Il mio accusatore espone le sue tesi, a cui io ribatto prontamente. Mostra il molto materiale cartaceo che ha con sé e che, potenzialmente, potrebbe sancire la mia condanna a morte. Scopro con sollievo che l'inquisitore ancora non ha trovato le prove contro di me, le sta cercando, scartabellando tra tutta quella roba, si è molto avvicinato al trovarle, ma ancora non ha nulla di inoppugnabile da mostrare al priore.
Le buone notizie però si fermano qui. L'uomo ha infatti in mano un foglio di pergamena, una pergamena sottolissima, così sottile da essere pressoché trasparente (come fosse un moderno foglio di carta da lucido). Sul foglio sono tracciati dei segni colorati: righe, circoli. Sembrerebbe qualcosa d'inutile, nulla che possa nuocermi, ma io trasalisco, lo riconosco.
Quel foglio è opera mia e la sua funzione è quella di venir sovrapposto a una mia lettera. La missiva è all'apparenza innocua ma, sovrapponendogli quella pergamena trasparente, verrebbero evidenziate alcune lettere ed alcune frasi, rendendo palese il mio autentico pensiero. Un pensiero sufficiente a farmi salire sul patibolo.

L'inquisitore mi dà in mano la pergamena, mi intima di studiarla bene e quindi di dirgli se è opera mia o meno. Me la passo per le mani, la esamino attentamente, la guardo in controluce. Il tutto, sotto lo sguardo attento del priore. Intuisco che l'inquisitore si aspetta e spera che io lo neghi. Quasi certamente ha prove, inconfutabili, che l'autore del foglio sono io: se mentissi a riguardo avrebbe già qualcosa di solido contro me.
Non casco nel tranello, ammetto che è opera mia e affermo che si tratta di un bozzetto per una delle mie opere pittoriche che tanto irritano il mio accusatore. Lui reagisce stizzito, ma non contrattacca, capisco che ancora non ha trovato il testo a cui sovrapporre quel lucido, un testo che pure è certamente in mano sua. Un'altra buona notizia, almeno per ora. Ma la notizia migliore è che né l'inquisitore né il padre priore, si sono accorti che mentre osservavo, in mia mano, la pergamena trasparente sono riuscito a cospargerla un poco con un unguento di mia preparazione. Il mio accusatore la ripone assieme agli altri documenti, potenziali testimoni delle mie colpe, e si ritira nelle sue stanze. Il confronto continuerà l'indomani.

Ci si appresta a ritirarci per la notte e io proseguo col mio piano. Avvicino il vice priore, un uomo anziano e saggio, studioso stimatissimo ben oltre le mura del convento. Un uomo che non è certo vicino a posizioni eterodosse come le mie ma che, in un certo qual modo, mi stima. Dico al vice priore che ho paura, temo per la mia vita. Gli dico che l'inquisitore oggi non è riuscito a portare alcuna prova concreta contro di me (e il vice priore lo sa
 già, gli è stato detto dal priore) e ho paura che il mio accusatore non si darà per vinto, temo che durante la notte mandi nella mia cella uno degli uomini al suo seguito, con l'ordine di uccidermi e far passare poi la mia morte per il suicidio di un uomo colpelvole, terrorizzato dall'idea di venire presto smascherato.
Chiedo al vice priore di passare con me, nella mia cella, la notte. "No" mi risponde lui "farò di meglio. Resterò a vegliare davanti alla tua porta. Con me d'innanzi, nessuno oserà varcarla".

E così è. Durante la notte il mio unguento fa il suo lavoro e circa sei ore dopo essere stato applicato ed esposto all'aria, il foglio accusatore prende fuoco, dando lestamente fuoco a gran parte dei documenti che l'inquisitore aveva con sé.

Al mattino vengo convocato davanti al priore e a tutti gli altri confratelli. L'inquisitore è furente, sa di non avere più alcuna prova contro di me e forza la mano. Mi accusa di essere entrato nottetempo nei suoi alloggi e aver dato fuoco alle carte. Dice che mi ha visto mentre lo facevo, ha visto me, mi ha visto fuggire, lo giura su Dio!

Il vice priore, uomo al di sopra di ogni sospetto, lo affronta duro e aspro. Racconta di come ha vegliato su di me tutta la notte e testimonia che io non ho messo mai piede fuori dalla mia cella. Il mio accusatore ha giurato il falso, con ogni evidenza è stato lui a dar fuoco alle carte, ben sapendo che non potevano portarlo alla vittoria. Viene cacciato dal convento. Il priore scriverà a Roma per dire come si sono svolti i fatti. Al suo arrivo lo attendrerà forse un processo, a opera della stessa 
inquisizione, e di certo la cancellazione di ogni sua carica.
Io sono salvo.


Da me sognato nella notte tra il 21 e il 22 novembre 1998.

regalo di ferragosto

L'anno scorso avevo travestito questo blog da Hello Kitty... Quest'anno ho deciso che vi regalo qualcuno dei miei sogni... no, non speranze per un futuro migliore (mio o collettivo) proprio sogni sogni... quelle cose che mettiamo in scena mentre dormiamo e di cui siamo registi, autori, attori, scenografi e spettatori.

A tra poco.
Qui.



 



(per intanto: buon ferragosto!)

sabato 13 agosto 2011

economia domestica



 



Nelle istruzioni della mia nuova lavatrice c'è scritto che, se si effettua raramente il programma a 95°C, devo comunque eseguirlo "di tanto in tanto", che poi se no quella rischia che si rompe.

Visto che un programma a 95°C mi sembra più adatto a un forno che a una lavatrice e che io la mia roba a quella temperatura lì non ce la lavo, nemmeno raramente ce la lavo – foss'anche per mere questioni economiche e/o ecologiche – mi chiedo: che cosa posso far andare ogni tanto a 95°C "per evitare la rottura di alcuni dei componenti interni dell'apparecchio"?




Noodles?
Spaghetti?
Un cotechino?

venerdì 12 agosto 2011

pubblicità aggratis

Cari Tutti,
dal primo settembre entra in vigore la legge Levi sugli sconti librari, che stabilisce che non ci potranno più essere "promozioni al dettaglio" con sconti al di sopra del 15%. Gli editori (non i librai) potranno decidere di effettuare campagne promozionali non ripetibili nel corso di un anno solare e della durata non superiore a un mese, con sconti fino al 25% del prezzo di copertina (e questo, comunque, mai nel mese di dicembre, come a dire: "scordatevi promozioni nel periodo natalizio").
In soldoni: mai più sconti sopra il 15% né il libreria, né in fumetteria, né nelle librerie on-line, né (almeno in teoria) negli stand delle fiere.

Come reazione amazon.it sta applicando - fino a fine mese - uno sconto del 40% su oltre 235.000 titoli del suo catalogo italiano (sopra i 19 euro di acquisti non ci sono spese di spedizione).

Mo' lo sapete...


[foto di Ljubodrag Andric trovata qui]


(come da titolo del post, non ricevo alcun compenso per questa comunicazione pubblicitaria, anzi penso che accenderò un'ipoteca sulla casa per far fronte alle spese che mi accingo a fare su quel sito lì)

lunedì 8 agosto 2011

punture

Da giorni ho la casa invasa da zanzare tigre...

... ci tenevo che lo sapeste.

venerdì 5 agosto 2011

parlare e abbracciarsi, gratis

Parlare di abbracci per me è complicato. Non sono una persona molto fisica e da ragazzino non amavo essere toccato da estranei (e avevo un concetto di "estranei" abbastanza estensivo, includendo più o meno chiunque, amici e genitori inclusi :)

Col tempo sono migliorato, molto. M
agari non sarò diventato un campione di contatto fisico però da anni, ormai, quando saluto mio babbo (quelle volte all'anno che ci vediamo) non gli stringo più la mano, lo abbraccio.

Però rispetto agli abbracci (che pure spesso pratico con piacere anche al di fuori della consanguineità) a volte mi torna una strana titubanza, che superare però non è difficile... È solo spiegarlo che è complicato l'abbracciarsi no, per me non lo è più.




L'altro giorno leggo un post che parla di abbracci, mi fa pensare alla mia storia, che è quella che ho detto, e mi fa anche tornare alla mente il famoso filmato che ha fatto conoscere in tutto il mondo la Free Hug Campaign, era il 2006 (l'avete presente la Free Hug Campaign, sì?)





 



L'uomo del video è Juan Mann quello che a Sidney nel 2004 si è inventato questa cosa. Magari vi chiederete com'è che a metà video le autorità gli impediscono di continuare a offrire abbracci gratis (era l'ottobre del 2004), il fatto è che per continuare la sua "attività", sia pure a titolo gratuito, a Juan Mann era stato imposto che stipulasse una polizza assicurativa a sue spese (con massimale di 25 milioni di dollari) per esercitare a contatto col pubblico. Poi la raccolta di 10.000 firme rimise a posto tutto e gli abbracci tornarono. Gratis.
 




[fonte foto]




L'idea di Juan Mann nella mia testa l'ho sempre collegata a un'altra che è venuta, tempo dopo, all'artista statunitense Steve Lambert, era il gennaio del 2006.
 






Un banchetto e un cartello che annuncia che si è disposti a parlare con tutti riguardo a tutto (gratis pure qui) un'idea semplice (non come l'abbracciare la gente per strada, ma quasi) ed efficace.

Tempo dopo l'esperimento è stato replicato qui da noi, a opera di Giovanni Fontana (e all'epoca lo segnalai qui).
 




 



Qui c'è il resoconto di quel pomeriggio.

Mi sono chiesto a quale delle due iniziative mi dedicherei più volentieri, avendone l'occasione. Di certo il parlare mi è più congegnale dell'abbracciarsi, ma forse sceglierei comunque la prima.