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martedì 17 agosto 2010

il capitano che potava ha capotato

Quando va in onda la prima puntata de "Il poeta e il contadino" io non ha ancora compiuto nove anni (manca poco più di un mese) per me è un avvenimento. Cochi e renato sono in giro (anche in TV) da qualche anno, ma per me sono una scoperta. Il programma mi piace tantissimo. Sei sole puntate che non ho mai visto replicate dal 1973, ma oggi me ne ricordo ancora dei pezzi interi, quasi, a memoria (e la memoria non è uno dei miei punti forti).
A colpirmi non sono tanto i tormentoni ("guardi che qui siamo su a milletrèèe") quanto l'assoluta stravaganza di personaggi e situazioni messe in scena. La sigla d'apertura è tutta diversa ogni volta, gli ospiti o mi sono del tutto sconosciuti (come felice andreasi a cui dedico il post di oggi) oppure fanno cose inattese (come gianrico tedeschi, che per me bambino è sopratutto quelli dei caroselli dei cofanetti sperlari – che non s'incartano mai – e che lì si mette a fare il matto monologando sconnessamente e cantando "la svizzeraaa la svizzeraa" e però no... ho controllato sul libro di marco giusti su carosello e mi dà tedeschi ai caroselli sperlari solo dall'anno dopo, anche se aveva già fatto altri caroselli per altri prodotti).

Il poeta e il contadino è uno miei primi passi verso il nonsense e la comicità surreale. Il pezzo di Andreasi sul capitano che potava capotato l'ho risentito per la prima volta in questi giorni, per metterlo in questo post, per la prima volta da allora. Me lo ricordavo pressoché tutto (che impressione!)

Avevo promesso di dedicare un post ad andreasi già da un po', oggi posto tre suoi pezzi presi dal poeta e il contadino.






4 commenti:

alsoit ha detto...

non li fanno più come una volta! Forse perchè oggi si ha paura di sperimentare?

Cmq non so se queste sere riesci a vedere Dada (o qualcosa del genere), il programma della Rai che fa rivedere vecchi spezzoni dall'archivio rai a tema...
 

Beh, ogni sera sono a pelle di leopardo. Soprattutto per le scenette di Raimondo e Sandra. Due geni!

403 ha detto...

"Da da da" (titolo e sigla presi dalla "one hit wonder" dell'82 dei tedeschi Trio, che già contavo di postare, a breve, qui) quando mi capita la guardo (che io la tele l'accendo di rado), ieri c'era Mina che cantava a squarcigola "sacundì sacundà", un portento... visto che io quel cd di mina ("canzonissima 1968") ce l'ho, mi ha anche fatto venire voglia di fare un post su alcune canzoni italiane dove c'è il diavolo, ma le altre che vorrei mettere le ho su vinile, non ce la posso fare... comunque qualche notte fa ho sognato franco franchi proprio per colpa di "Da da da" :)

È cambiato il tipo di comicità, è vero, quella di oggi osa meno (di davvero surreale mi viene in mente solo maurizio milani), ma io con gente tipo corrado guzzanti o maccio capatonda rido ancora di gusto...

Shapa ha detto...


Anche Bergonzoni.

403 ha detto...

È vero, anche Bergonzoni! brava.