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sabato 7 agosto 2010

storie di poche parole

Quando era giovane, questo blog si è occupato di letteratura breve, molto breve. Articoli compilatori a tratti barbosi (ma non sempre). Una serie di post che prometteva di continuare, ma cominciavo ad annoiarmi io per primo (e poi una serie sulla brevità dev'esser breve, che diamine!)

Però è tempo di riaffrontare il tema.
Ier l'altro mi sono regalato il libro "favole al telefonino"di fabian negrin (orecchio acerbo, 2010) m'è piaciuto, mi ha fatto pensare a un altro libro che mi è piaciuto, poi a un altro ancora e quest'ultimo mi ha fatto pensare a un fumetto e - infine - il libro di negrin mi ha costretto a scrivere una favola e a spedirgliela e io allora ne ho scritte tre (però si tratta della medesima idea rifritta tre volte). Ma procediamo con ordine.



Già dal titolo "favole al telefonino" rimanda a quel "favole al telefono" (einaudi, 1962) di gianni rodari che (spero) conosciate di già.

C’era una volta....
... il ragionier Bianchi, di Varese. Era un rappresentante di commercio e sei giorni sua sette girava l’Italia intera, a Est, a Ovest, a Sud, a Nord e in mezzo, vendendo medicinali. La domenica tornava a casa sua, e il lunedì mattina ripartiva. Ma prima che partisse la sua bambina diceva: – Mi raccomando, papà: tutte le sere una storia.
Perché quella bambina non poteva dormire senza una storia, e la mamma, quelle che sapeva, gliele aveva già raccontate tutte anche tre volte. Cosi ogni sera, dovunque si trovasse, alle nove in punto il ragionier Bianchi chiamava al telefono Varese e raccontava una storia alla sua bambina. Questo libro contiene appunto le storie del ragionier Bianchi. Vedrete che sono tutte un po' corte: per forza, il ragioniere pagava il telefono di tasca sua, non poteva mica fare telefonate troppo lunghe. Solo qualche volta, se aveva concluso buoni affari, si permetteva qualche «unità» in più. Mi hanno detto che quando il signor Bianchi chiamava Varese le signorine del centralino sospendevano tutte le telefonate per ascoltare le sue storie. Sfido: alcune sono proprio belline.

Questa è l'introduzione di rodari al suo libro e parla di un tempo senza tariffe flat, senza cellulari e con la teleselezione tramite operatore. E parla anche di favole, brevi, alcune brevissime, nessuna più lunga di due pagine a stampa. Proprio belline.

Parlando di brevità e di favole voi pensate che potrebbe non venirmi in mente italo calvino? Dai, su, non scerziamo.

Se in un'epoca della mia attività letteraria sono stato attratto dai folktales. dai fairytales, non è stato per fedeltà a una tradizione etnica (dato che le mie radici sono in un'Italia del tutto modena e cosmopolita) né per notalgia delle letture infantili (nella mia famiglia un bambino dovea leggere solo libri istruttivi e con qualche fondamento scientifico) ma per interesse stilistico e strutturale, per l'economia, il ritmo, la logica essenziale con cui sono raccontate.  Nel mio lavoro di  trascrizione delle fiabe italiane dalle registrazioni degli studiosi di folklore del secolo scorso, provavo un particolare  piacere quando il testo originale era molto laconico e dovevo cercare di raccontarlo rispettandone la concisione e cercando di  trarre da essa il massimo d'efficacia narrativa e di suggestione  poetica. Per esempio:

Un Re s'ammalò. Vennero i medici e gli  dissero: «Senta, Maestà, se vuol guarire, bisogna che lei prenda una penna dell'Orco. È un rimedio difficile, perché‚ l'Orco tutti i cristiani che vede se li mangia».
Il Re lo disse a tutti ma  nessuno ci voleva andare. Lo chiese a un suo sottoposto, molto  fedele e coraggioso, e questi disse: «Andrò».
Gli insegnarono la  strada: «In cima a un monte, ci sono sette buche: in una delle  sette, ci sta l'Orco».
L'uomo andò e lo prese il buio per la  strada. Si fermò in una locanda... (Fiabe italiane, 57).

Nulla è detto di quale malattia soffra il re, di come mai un orco possa  avere delle penne, di come siano fatte queste buche. Ma tutto ciò  che è nominato ha una funzione necessaria nell'intreccio; la  prima caratteristica del folktale è l'economia espressiva; le  peripezie più straordinarie sono raccontate tenendo conto solo dell'essenziale; c'è sempre una battaglia contro il tempo, contro  gli ostacoli che impediscono o ritardano il compimento d'un desiderio o il ristabilimento d'un bene perduto.

Quanto precede è tratto da "lezioni americane" (garzanti, 1988) saggio uscito postumo dedicato da calvino "ad alcuni valori o qualità o specificità della letteratura" che gli stavano particolarmente a cuore "cercando di situarle nella prospettiva del nuovo millennio". La citazione è tratta dal capitolo dedicato alla "brevità".

La stessa fiaba citata da calvino è servita a kevin huizenga come spunto per un suo bel racconto a fumetti (è in "maledizioni" coconino press, 2006) su questo fumettista statunitense è da tempo che vorrei scrivere qualcosa, vabbe', vedremo.

Ma tornaimo al festeggiato: fabian negrin.

“Con la loro estrema malleabilità e capacità di trasformazione, le fiabe trasportano da una generazione all’altra, dall'adulto al bambino, un nucleo narrativo immortale la cui origine si perde nella notte dei tempi, fino a confondersi con l’origine dell’uomo. Sono vere e proprie forme di vita preistoriche che portiamo dentro di noi. Cercare di contenerle nei 160 caratteri di un Sms è un omaggio giocoso e, al tempo stesso, il tentativo di dare un piccolo aiuto al loro viaggio verso il futuro. Con la speranza che le fiabe ci portino con loro.”

Questo è il suo libro: una raccolta di tredici favole condensate nel limitato spazio dei 160 caratteri che consente un sms (ah, di letteratura formato sms avevo già parlato qui). Un esempio, tanto per capici (ma sul sito di orecchio acerbo, come d'abitudine, si può scaricare il pdf con mezzo libro abbondante così magari l'idea ve la fate meglio):


C'era 1 bambino tanto buono.
Imbarchiamoci, propose il pirata.
Mi aspettano a casa, signore.
La cena è pronta, urlò la mamma.
Ma ormai i 2 pirati eran partiti.


Ogni storia gode d'un'ampia illustrazione a doppia pagina, tinte piatte, personaggi e oggetti solo in silhouette, come se il lavoro di sintesi fatto sulle trame contagiasse anche i disegni e come se quellla fantasia che si chiede al lettore di usare per il testo (forzatamente ellittico) servisse anche per le facce dei personaggi, per i colori degli oggetti.
Magari vi viene da dire: ma come? ho speso 13 euro e 50 e poi tocca a me fare parte del lavoro?
Un po' è così, ma è anche questo il suo bello.

E a proposito di far lavorare il lettore, esiste una quattordicensima favola: "C'era una principessa che cantava con voce d'usignolo" ma non sta dentro al libro. Per poterla leggere bisogna fare un baratto. Devi mandare un sms al numero che ti dice il libro e su quell'sms ci deve essere una tua favola. In cambio loro ti mandando un sms con la favola mancante.

A me di favole ne sono venute in mente tre e gli ho spedito la prima, era quasi mezzanotte. La mattina dopo (ossia ieri) a metà mattinata, proprio mentre stavo dicendo di questo libro alla mia compagna di stanza, in redazione, il mio cellulare ha fatto "bing" e mi è arrivata l'ultima favola di fabian negrin (mannaggia, ma così è senza illustrazione).

Queste le mie (anch'esse senza illustrazione):


C'era una volta un ferocissimo drago
a guardia di un immenso tesoro.
Ma la volta dopo non c'era più.
Ed è così che Ugo divenne ricco sfondato.

---

Esaudirò 3 tuoi desideri, disse il genio.
Me ne basta 1, fece lui:
voglio che tu sia x sempre il mio ubbidiente schiavo!
Quel genio non era poi 'sto gran genio.

---

"Darò la mano di mia figlia al vincitore"
disse Re Fededegno.
Il vero amore di lei arrivò secondo,
ma la sposò lo stesso,
contendandosi d'una principessa monca.




storie di poche parole (1)



Cuando despertó, el dinosaurio todavía estaba allí (5)

9 commenti:

viadellaviola ha detto...


bravo.
certe volte ti volevo bene per queste cose che scrivi.
quel libro è una maraviglia, ma quando lo racconto in libreria non mi crede nessuno. ci dico di venire a leggerti.

403 ha detto...

È un peccato che la tua libreria sia così fuori mano (per me) che ce lo verrei a dire di persona volentieri (e, soprattutto, verrei a comprarli lì questi e tutti gli altri libri)...

alsoit ha detto...

ma che bravo che sei!

403 ha detto...

Grazie! E questo non è ancora nulla, dovresti assaggiare la pastasciutta con cipolla di tropea, salamino piccante e semi di finocchio che so fare.

alsoit ha detto...

caspiterina, e poi posso fare il mangiafuoco alla festa di piazza?!

403 ha detto...

> posso fare il mangiafuoco alla festa di piazza?!

ognuno ha le sue eccellenze, mentre discetto di micro letteratura e servo i primi tu può fare tutti gli spettacoli circensi che vuoi.

alsoit ha detto...

colpa tua: le cipolle di Tropea mi fanno questo effetto. Anche quando suonano John Cipollina e John Tropea.

anonimo ha detto...

John Cipollina e John Tropea facevano piangere, è vero… ma dalla gioia!!!
; )
Scherzi a parte, sono due grandissimi, anche se Cipollina purtroppo ci ha lasciati diversi anni fa… :' (
Ma la sua musica resterà per sempre! : )

403 ha detto...

Questa cosa che mi si commenta a un anno preciso preciso dall'ultimo commento, a me piace.

grazie utente anonimo