Il quel periodo la parola "default" la si usava solo nella locuzione "di default" che voleva dire "automaticamente", "in automatico" e dall'ambito strettamente informatico a volte tracimava nel linguaggio di tutti i giorni "appena torno a casa, di default, mi tolgo le scarpe". Non era necessariamente una posa, era che molti di noi (e io anche meno di altri) erano proprio immersi in quel linguaggio lì, tanto che sentirsi dire da un amico, al cinema, "shifta di un posto" era una cosa normale e comprensibilissima.
Oggidì quando sentiamo nominare la parola "default" in automatico ci viene da pensare subito a qualcosa d'altro, anche a me. E io ho un po' nostalgia di quando "il default" non aveva ancora sostituito "di default".
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Quando ero ragazzo, e anche bambino, un "intrigante" era, né più né meno, una "persona che cerca di ottenere vantaggi o favori con intrighi o raggiri", la Milady dei Tre Moschettieri era un'intrigante, per dire.
Oggidì non faccio pari a sentir parlare di cose e situazioni (e pure persone) che sono imtriganti, ma nel senso di "interessanti, affascinanti e attraenti". E io, tutte le volte che lo sento dire, penso a Milady e ai suoi loschi piani.
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Quando ero ragazzo io si diceva "squillo di lusso" e a nessuno sarebbe mai venuto in mente di tirare fuori ricche carte da cento mila lire per scoparsi qualcosa del genere:
9 commenti:
Dalle mie parti (cioè quelle degli informatici hard), "default" significava "difetto" o "assenza" e indicava il valore che ("per default" o "di default") un elemento destinato a contenere dati (una variabile o una struttura dati) assumeva alla creazione.
Questo per dire che quella stessa parola, nello stesso periodo ma in contesti lievemente shiftati, significava robe abbastanze diverse. Io non mi sarei mai tolto le scapre di default.
è l'incostanza delle parola, appunto...
"Ammiccare", cioè fare cenni di nascosto per lo più strizzando l'occhio. Da anni nella «critica musicale» italiana dei giornali (scherzo e virgoletto, perché una cosa del genere non esiste più da anni) è diventato un aggettivo comune per definire… non ho mai capito che cosa. Lo stile «ammiccante», il fraseggio «ammiccante».
Ipofrigio
Su «intrigante» non potrei essere più d'accordo: più di vent'anni fa (ché la moda di «intrigante» come calco di i" risale agli anni ottanta) proposi persino – per iscritto, in una nota a piè di pagina di un articolo – il taglio delle mani per chi lo usasse in accezioni diverse da «persona che cerca di ottenere vantaggi o favori con intrighi o raggiri».
Invece l'uso di «ammiccante» da parte della critica musicale mi pare più giustificato: mi basta pensare – che so – ai Doctor 3 quando fanno le loro versioni jazzetto di De Gregori o Emerson Lake & Palmer o De André. Ecco, in quel caso io vedo proprio una musica che fa «cenni di nascosto per lo più strizzando l'occhio» a un pubblico di lettori cinquantenni della Repubblica...
Alessandro
quando sento la parola intrigante a sproposito mi vien da pensare alla peristalsi.
Non so cosa sia successo sopra ma il testo giusto della parentesi era:
ché la moda di «intrigante» come calco di intriguing risale agli anni ottanta
ciao
a
Anch'io, che ero ragazzo nell'epoca dei computer a 8 bit, usavo i termini "default" e "shift" esattamente come li indica Andrea. E anche "intrigante".
Invece "Squillo di lusso" dalle mie parti aveva il significato attuale già allora.
Comunque, quando si inizia ad avere nostalgia del linguaggio di un tempo, direi che un sintomo lampante del fatot che si sta diventando vecchi ;oP
Bye.
Roberto
@Roberto, su "squillo di lusso" non ci siamo capiti... io dicevo che allora si diceva squillo di lusso, mentre adesso si usa molto più spesso un altro termine che, allora, io usavo solo per indicare un modello della ford.
Quanto ai sintomi di senescenza, qui non si fa pari a contarli (anche perché, col tempo, mi è calata la concentrazione e anche contare mi vien più faticoso).
In effetti non avevo capito un cavolo... è che a certi orari, nei giorni lavorativi, dovrei essere a letto invece di leggere i blog ;oP
Roberto
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