Fondamentalmente è un libro che leggo in metrò (l'avreste mai detto?)
Tutti i giorni lavorativi io ho un paio di viaggi da fare in metropolitana, una mezzoretta cad. con cambio di linea in mezzo. Se non ho troppo sonno leggo un libro. Il candidato ideale per la posizione "libro da metrò" è un avvincente saggio in brossura, dai capitoli corti e autoconclusivi (e non deve essere scritto troppo piccolo).
Deve pesare poco ed essere maneggevole, deve poter essere interrotto, mollato e ripreso, spesso (e devo fare i conti col fatto che son diventato presbite, specie di mattina).
Oltre a quelli che trovate citati in queste pagine pigiando sul tag apposito, questi sono alcuni dei titoli che, più o meno recentemente, hanno rivestito la carica di libro da metrò:
Stewart Copeland – Strange Things Happen (Minimum Fax)
L'ho appena finito e mi sono divertito parecchio. Da ragazzo ho molto amato i Police e Stewart è l'unico dei tre che io abbia continuato a seguire. Leggere i retroscena di un disco che ho amato o di un concerto a cui ho assistito è stato, a tratti, entusiasmante (in pila ho anche quello scritto da Andy Summers – che mi si dice essere anche più divertente – ma è di formato un po' grosso, non so se potrà ambire alla lettura in metrò).
W.G. Clotworthy – Censurato! (Sagoma Editore)
Questo tizio è stato per vent'anni l'uomo che, per conto della rete NBC, bocciava e tagliava gli sketch del Saturday Night Live. Libro tradotto e regalato dal mio amico traduttore (seguendo il tag apposito trovate altri due libri da metrò tradotti e donati da lui, a riguardo è quasi il fornitore ufficiale della mia real casa). Non lo avrei comperato e invece è stato interessante leggerlo.
Simon Garfield – Just My Type (Profile Books)
È in inglese (il che lo rende un po' meno adatto al metrò, specie per via delle mie ossidate sinapsi che mal funzionano durante il viaggio di andata, al mattino) ed è con rilegatura rigida, però è un libro di storia e coriosità tipografiche, era tale la voglia e il piacere di leggerlo che ho fatto volentieri un'eccezione.
Nassim N. Taleb – Il cigno nero (Il Saggiatore)
Best seller di qualche tempo fa che io ho letto un po' in ritardo. Alcune idee sono interesanti, a volte pure affascianti, peccato che l'autore venga fuori dalle sue pagine un po' antipatico (e passi, nenche con Clotworthy ci farei volentieri una vacanza assieme) ma sopratutto che le idee non siano poi tantissime (in compenso mi sono parse ripetute, più volte, per qualche centinaio di pagine. Personalmente mi sarei accontentato di un pamplhet).
Nick Hornby – Una vita da lettore (Guanda)
Una sorta di libro (da metrò) al quadrato: ogni capitoletto è come averne letti due, tre, cinque di libri. Si tratta delle recensioni che Hornby scrive per The Believer (da noi pubblicate su Internazionale) prima o poi mi prenderò anche la seconda raccolta "Shakespeare scriveva per soldi".
Sylvie Coyaud – La scomparsa delle api (Mondadori)
Saggio che parte dalle recenti (e misteriose) sparizioni di api in mezzo mondo per parlare della storia delle api e del futuro del nostro pianeta.
Non propriamente rassicurante, ottima la base per fare un appassionante fanta-thriller catastrofico.
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Naturalmente quella di "librò da metrò" è una carica temporanea, come miss italia o la squadra di calcio campione del mondo, finito di leggerlo il libro torna a essere un libro normale e un nuovo libro da metrò viene nominato.
Caratteristica del libro da metrò è anche quella di venire letto solo in metrò (o in tram, o alla fermata del tram, o in posta facendo la coda, in vero ovunque ma non a casa) perché a casa, ovviamente, leggo tutto quello che non si può leggere comodo in metrò.
(Ora che sapete le cartatteristiche necessarie per ambire alla carica di "libro da metrò", se avrete da segnalarmi dei titoli, ve ne sarò grato)
16 commenti:
Come ascoltare la musica di Aaron Copland, Garzanti, risponde a tutti i tuoi requisiti e potrà cambiarti in meglio la vita. Lo si trova in diverse edizioni (è vecchio) sulle bancarelle.
Ipofrigio
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Dalla primavera 1994 all'estate 2009 ho lavorato in un luogo che distava all'incirca 50 minuti tra metrò e tram da casa mia e quindi ho avuto anch'io i miei libri da metrò (dalle caratteristiche del tutto simili a quelle dei tuoi), soprattutto negli ultimi anni, dopo la decisione di dedicare ai quotidiani il solo viaggio di ritorno.
Non ho però mai pensato di annotarmi i titoli che leggevo, contrariamente a una decina di anni prima, quando dovetti fare il servizio di leva non potendo fare quello civile (per motivi troppo lunghi e troppo poco interessanti da illustrare qui) e una delle pochissime cose che mi consentirono di restare in contatto con un mondo comunque più reale dell'incubo che stavo vivendo furono i libri.
Intendiamoci: non ero in una caserma di feroci aguzzini ma per me era lo stesso un incubo. Ero al distretto di Torino, ventiseienne tra ragazzini, a verbalizzare le visite dei "tre giorni" (quelle di idoneità alla leva) e tra un verbale e l'altro leggevo libri, che poi riprendevo nel tempo libero (senza differerenziare i due tipi, come invece fai tu e come facevo io negli anni più recenti). Per qualche motivo ne annotavo i titoli (senza commenti) su un taccuino, che ho ritrovato un paio di anni fa trascrivendone senza un motivo quella pagina. Eccola:
Libri letti (o riletti: R) durante il servizio militare dicembre 1984 - novembre 1985:
Vassalli: La notte della cometa
Handke: Il peso del mondo
Celati: Narratori delle pianure
aa.vv.: John Cage dopo di me il silenzio
Hoffman: l'uomo della sabbia
Schneider: Lenz
Schneider: Nemico della costituzione
Hoffman: La principessa Brambilla
Stendhal: Dell'amore
Herzog: Sentieri nel ghiaccio
Highsmith: Il grido della civetta
Highsmith: Vicolo cieco
Moebius: L'Incal nero
Butler: Erehwon
Frisch: Montauk
Frisch: Libretto di servizio
Collins: L'albergo stregato
Manfredi: Cromantica
McEwan: Cortesie per gli ospiti
A/Dams: Alice disambientata (R)
Böll: L'onore perduto di Katharina Blum
Foucault: La volontà di sapere (R)
Riguardando la lista, mi pare che la compatibilità con frequenti interruzioni non sia caratteristica comune a tutti: anzi!
E mi rendo conto adesso che sono pochi rispetto ai libri letti in metrò: quest'ultimi si erano assestati su una media di uno alla settimana e sono tra le pochissime cose (assieme al contratto integrativo e i diritti -- o almeno la minor ricattabilità -- di chi lavora per un'azienda con più di 15 dipendenti) che mi mancano di quell'impiego.
Ciao
Alessandro
Ma sei AA, la star du Radio 3 di due sere fa!
@Ipo... ok, ho capito... per altro è ancora in catalogo, male che vada lo compero nell'ultima edizione (la prima edizione che hai postato) quella negli "elefanti" della garzanti.
@ale... mi studierò i tuoi titoli, ne ho letti solo due: ovviamente quello di Moebius e Manfredi (questo e il suo primo "Magia rossa" ricordo che mi piacquero, ne lessi un paio d'altri suoi, ma la mia impressione è che dette tutto nell'esordio).
Su Manfredi avevo avuto la tua stessa impressione.
Da quel che ricordo adesso, potrebbero reggere la lettura in metrò quello di Handke, l'Hoffmann dell'Uomo della sabbia, Alice disambientata, Herzog, abbastanza quello di Stendhal, certamente Frisch, forse Vassalli e Cage.
Ciao
La star di Radio3
ma che meraviglia, qualcuno che legge un po' di autori tedeschi/austriaci/svizzeri tedeschi!
e comunque, cortesie per gli ospiti rimane il più bello di mcewan (insieme a Cani neri?).
barbara ('stavolta andrea mi firmo, perché con te posso fare a meno, ma con gli estranei mi par maleducato)
e comunque, cortesie per gli ospiti rimane il più bello di mcewan (insieme a Cani neri?).
barbara
No, Barbara, per una volta che ti firmi trovi un contraddittore: i due romanzi che menzioni sono assai belli, ma nessuno dei due è al livello di Bambini nel tempo.
Ipofrigio
il salotto letterario di 403, mi piace!
un saluto a tutti quanti
Mi spiace ma Bambini nel tempo m'ha messo addosso un'ansia e un tristone tali che me lo fanno mettere in fondo alla classifica di mcewan.
E giusto per dirla tutta Primo amore ultimi riti l'ho letto, ma non amo i racconti e quindi son cascata male (una delle pochissime raccolte di racconti che mi è piaciuta è Il nuotatore di Cheever, bello bello bello).
Mi spiace ma Bambini nel tempo m'ha messo addosso un'ansia e un tristone tali che me lo fanno mettere in fondo alla classifica di mcewan.
Beh, se la letteratura deve rallegrare, certo tutto McEwan vi ha poco a che fare. Anche Manzoni, anche Kafka.
Ipofrigio
Mi spiace ma Bambini nel tempo m'ha messo addosso un'ansia e un tristone tali che me lo fanno mettere in fondo alla classifica di mcewan.
Beh, se dalla letteratura dobbiamo aspettarci conforto, è meglio un passatempo diverso: a parte che Bambini nel tempo "finisce bene" dopo esere cominciato male e proceduto peggio, tanto che potrebbe leggerlo perfino 403, che rilutta alle c in modo minore.
(In realtà è giusto pretendere conforto dall'arte – chi mai va cercando il malessere, se non per posa o per malattia? - ma non un conforto immediato. O no?).
Ipofrigio
alle c in modo minore.
«alle chiuse in modo minore». Che schifo, Splinder.
Ipofrigio
ci sono romanzi che trovo tristi e ansiogeni e basta, e romanzi tristi e ansiogeni che mi piacciono molto. bambini nel tempo fa parte dei primi, quello che ho amato della hustvedt invece, per esempio, fa parte dei secondi. e ci sono anche romanzi per niente confortanti o allegrotti, tutt'altro, come vergogna di coetzee (uno dei prochi nobel di senso di questi ultimi anni), che apprezzo moltissimo.
e 403 secondo me non ha letto nessuno dei tre e secondo me farebbe bene a leggerli, invece dei soliti fumettacci. :-)
chiuse o non chiuse ormai i fumettacci son pressoché l'unica narrativa che leggo, per il resto solo saggi... che ci vuoi fare...
Su Bambini nel tempo concordo con Ipofrigio, anche se non so se ce la farei a rileggerlo adesso che ho una figlia. E Il giardino di cemento? Fra le lenzuola?
Ex Star
Su Bambini nel tempo concordo con Ipofrigio, anche se non so se ce la farei a rileggerlo adesso che ho una figlia. E Il giardino di cemento? Fra le lenzuola?
Ian McEwan è uno dei grandi scrittori di questi anni, altro che.
Ipofrigio
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