Dopo aver sognato la soluzione al paradosso di Zenone su Achille e la tartaruga (soluzione che, malauguratamente, dimentico al risveglio), sempre sognando mi pongo il problema dei titoli di coda dei miei sogni. E penso che dovrebbero essere ben noiosi, visto che regista, sceneggiatore, scenografo e attore sono sempre io. Di fatto anche se sognassi mia mamma sarei io e negli eventuali titoli di coda dovrei mettere: “nel ruolo di mia mamma: io”.
Sempre sognando mi pongo il problema di come potrei riuscire a inserire il nome di qualcun altro in quei dannati titoli di coda, e mi viene in mente che potrei riuscirci grazie alla colonna sonora, Per esempio, se in un sogno a un tratto si sentisse “I can’t get no satisfaction” potrei correttamente mettere i Rolling Stones nei crediti della colonna sonora. Poi però - sempre nel sonno - mi correggo, in realtà posso mettere Mick Jagger e Keith Richards come autori, ma comunque come interprete ci andrei messo sempre io.
Alla fine mi sveglio (senza titoli di coda). È la mattina del 3 marzo del 2000.
Questo sogno è sicuramente debitore a Jorge Luis Borges che nell’introduzione del “Libro di sogni” cita Joseph Addison: “l’anima umana, quando si sbarazza del corpo e sogna, è al tempo stesso teatro, attori e pubblico” e, aggiunge Borges, “è anche autore della favola che sta vedendo”.
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2 commenti:
Scrivi di Borges il giorno del suo compleanno ( va be' anniversario della nascita) :)
ehm... certo! era tutto calcolato... cosa credi!
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