Monto sul metrò. Carrozza di testa. Sono, come sempre, in ritardo. Fortuna che non timbro.
Arrivo alla fermata di Porta Genova e la metropolitana inchioda. Il primo vagone, quello su cui sono sopra io, è entrato in stazione solo per metà, il resto del treno è tutto ancora in galleria.
La frenata è stata così brusca che una signora, cadendo, è stata presa al volo da un altro passeggero. In una vita passata da passeggero non ho mai assistito a una fermata così.
Nessuno si è fatto male. Dopo lo spavento arriva il sollievo. La signora che quasi finiva stresa dice sorridendo "ma questo qui è matto!" attorno mormorii di approvazione.
Poi però non succede niente.
Il treno non si rimette in moto. Gli altoparlanti tacciono. Non è un'attesa lunga, forse solo un paio di minuti. Per gli altri non so, ma per me fare due più due è inevitabile: il punto d'entrata in stazione, l'inchiodata, la metrò che non riparte...
Si apre la porticina della cabina di guida, il conducente ha l'aria un po' attonita, ci dice: "vi devo far evacuare si è appena buttato sotto uno" e apre, a mano, la prima porta del treno, una delle due che danno sul marciapiede.
Io sono tra i primi a scendere. Ho paura di quello che mi aspetta fuori e prima ancora di uscire cerco l'espressione delle facce di chi stava aspettando sulla banchina, accanto a quello che si è buttato. Dalle facce, dalla postura dei corpi, è chiaro che sono disorientati, non orripilati, la maggior parte non deve aver neanche capito cosa è successo. Bene. E infatti non si vede nulla. Non c'è nulla da vedere. Il poveraccio è sotto il vagone (proprio sotto i miei piedi, quando ero dentro).
Esco. Vado a cercare un tram che mi porti in redazione.
Arrivato in ufficio scopro che la nuova collega era su una corsa dopo la mia, lei è completamente bloccata. Arriva parecchio dopo di me. E però ci racconta che voci di popolo dicono che, all'aspirante suicida, la metropolitana è passata sopra e non deve aver fatto gran danni perché poi lui si è rialzato ed è scappato nel tunnel e c'era la polizia che lo stava inseguendo nel tentativo di recuperarlo...
Se le cose stanno davvero così, la situazione si stinge di drammatico e si tinge di grottesco.
Sono sollevato. Di primo acchito sono sollevato per lui. Poi però penso alla sfiga di quell'uomo, a cui i problemi che lo hanno portato sulla banchina di Porta Genova non si sono certo risolti e, in più, quando in fine trova il coraggio di farla finita: non gli succede nulla, sopravvive, la polizia lo insegue, magari lo piglia e lo ricoverano con TSO, vedendosi poi pure recapitare il conto dei danni (e il fermo di una linea della metropolitana deve essere un botto)... Poi però penso che magari il suo è stato solo un momento nero, la debolezza di un attimo, e che l'essere sopravvissuto sarà l'occasione per svoltare.
Ma soprattutto sono sollevato per il conducente del metrò. Quando ci ha detto "si è appena buttato sotto uno" non aveva una bella faccia neanche un po'. Il sapere di non averlo ammazzato (sia pure del tutto incolpevolmente) lo avrà rinfrancato di sicuro.
Sempre che le cose stiano davvero come hanno raccontato alla mia collega, naturalmente.
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4 commenti:
tranche de vie forse non l'avrei usata come categoria in questo caso...
Il tag si chiamava già così... però, forse, in effetti, se ci fossero stati davvero i tranci non lo avrei usato...
l'essere sopravvissuto sarà l'occasione per svoltare.
SBAMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM!
:-)
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