Però quando sei anni fa demmo vita ai CANI (un collettivo di fumettari pensato per autoprodurre cose incommestibili per il nostro mercarto) dovvetti scrivere una specie di nota autobiografica di quanto, fino ad allora, da me fatto. Visto che è passato del tempo e che, nel bene e nel male, son cambiate parecchie cose (e altre ne cambieranno) quel testo lo ripubblico qui con in grigio qualche piccolo aggiornamento.
Nasco a Firenze un paio d'anni prima della grande alluvione. Nei primi cinque anni di vita mi trasferisco da Prato a Firenze e da Firenze a Milano. Riesco a malapena a diventare amico di qualcuno che già cambio città.
A Milano la nebbia mi impedisce, per anni, di conoscere nuovi amici. Sono un bambino solo ed estroverso (ma per via che sono solo, il fatto che sono estroverso rimane un segreto).
Con le scuole medie prima e il liceo poi la solitudine si dirada, di contrappasso fa però capolino una strana sindrome: riesco a combinare qualcosa solo se la faccio assieme a qualcun altro.
Finisco la scuola di grafica nel 1985 e tiro a campare nel mondo dell'editoria facendo un po' di tutto (operaio fotocompositore, redattore, grafico). Nel frattempo comincio a muovere i primi passi di quella che sarà la mia lunga carriera di coautore.
L'elenco delle persone con cui ho fatto cose ha molto più senso della cronologia di ciò che ho fatto.
Marco Berrini – Conosciuto a Radio Popolare di Milano. “Il Condominio”, la mia prima trasmissione radiofonica in veste di coautore e co-conduttore, la faccio (tra gli altri) anche con lui. Scriviamo assieme sceneggiature per il fumetto Martin Mystère, le mie prime tre sceneggiature per i nascenti i CANI e alcuni programmi televisivi per canali tematici satellitari (tra cui spicca “La Scienza dei Supereroi” programma che combina il rap del rapper “Mondo Marcio”, la divulgazione scientifica e i fumetti della Marvel).
Attualmente Marco è un autore cine-televisivo, ha collaborato ai testi del film "Fame chimica" e un suo documentario, “Animol” (realizzato con Martina Parenti), ha vinto un premio al festival di Bellaria e il primo premio a quello di Bologna.
In realtà attualmente Marco Berrini è deceduto.
Marco Bertoli – Compagno alle medie. Appena lo conosco realizzo con lui, a quattro mani, il mio primo fumetto in assoluto. Purtroppo nessuna delle quattro mani sa disegnare, “It Don't Mean Athing...” si ferma alla quarta tavola. Realizziamo assieme soggetti e sceneggiature per Martin Mystère di cui concepiamo e realizziamo anche il primo sito internet ufficiale.
Attualmente Marco è redattore della rivista Macwolrd Italia (di cui io sono redattore part-time) e collabora come giornalista a Musica Jazz e a All About Jazz.
Un paio d'anni dopo la scrittura di questo testo avvenne il Grande Esodo da Macworld: né Marco, né io, né Enrico (vedi sotto) facciamo più parte di quella redazione. Attualmente Marco è un valente e apprezzato traduttore.
Carlo Bolchini – Compagno al liceo Vittorio Veneto. Con lui muovo i primi passi a Radio Popolare (e, dopo più di una dozzina d'anni, anche gli ultimi, almeno per ora). Siamo tra i fondatori del gruppo rock Pelox.
Attualmente Carlo ha un avviata attività di consulenze informatiche a cui sottrae tempo, denaro ed energie per dedicarsi ai Pelox, che dopo più di vent'anni sono ancora sulla breccia (e di cui io sono ancora uno dei cantanti).
Mentre si scioglievano i CANI io, già che c'ero, abbandonavo anche i Pelox. Una scelta di cui sono tuttora entusiasta. Mi diverto molto, molto di più adesso che i loro concerti posso vedermeli giù dal palco.
Andrea Carlo Cappi – Compagno al liceo Einstein. Con lui realizzo alcune sceneggiature per Martin Mystère. È lui il curatore dell'antologia del Giallo Mondadori “Inverno Giallo 1996” su cui appare l'unico racconto letterario che abbia mai firmato.
Attualmente Andrea è scrittore di gialli e romanzi di spionaggio, traduttore, consulente editoriale per la Sonzogno, condirettore della rivista "M Rivista del mistero" e co-editore di Alacràn Edizioni e, sicuramente, molte altre cose.
Andrea nel frattempo ha divorziato da Alacràn, per il resto scrive, traduce e fa presentazioni in mezza Italia. Ha firmato quattro romanzi con protagonisti Dabolik e Eva Kant e chissà cos'altro....
Elena Colombo – Mia compagna di banco prima e mia compagna nella vita poi. Assieme firmiamo sceneggiature per l'Intrepido, programmi per Radio Popolare e il racconto giallo “Autogrill” pubblicato nell'antologia “Inverno Giallo 1996”. Non siamo più fidanzati da un po’ (è sposata e ha due bambine: Matilde e Isabella) e attualmente è la coordinatrice manoscritti, reprints e pubblicità della rivista “Urologia”.
Elena sta bene, è l'unica (a parte Giuseppe, vedi sotto) per cui il testo di sei anni fa vale ancora tutto.
Enzo Di Mauro – Mio collega mentre sono redattore per l'editore Strategia. Con lui faccio tanti anni di programmi a Radio Popolare, tra gli altri “Grazie dei Fior” e “Ciro's Cafè” entrambi sulla musica italiana. Collaboriamo, brevemente, anche al TG della defunta emittente Videomusic.
Attualmente Enzo si occupa di letteratura (cosa che fa da sempre) e scrive per le pagine culturali del Corriere della Sera, del Manifesto e del mensile Carnet.
Di Enzo ammetto di aver perso un po' le tracce, di sicuro il mensile Carnet ha chiuso, per il resto mi capita di ascoltare, il sabato mattina, qualche suo intervento nella trasmissione dei libri di Radio Popolare (è successo anche sabato scorso, mi è parso in forma).
Enrico Lotti – Mio collega mentre sono grafico a PC World Italia. È quello che mi apre le porte del fumetto professionale, proponendomi di scrivere con lui Martin Mystère a cui già sta collaborando. Dei venti e passa albi di cui sono coautore per Mystère i primi li firmo con lui.
Scriviamo fumetti anche per l'Interpido e per Zona X e sceneggiature per fiction cinematografiche e televisive per RAI e Mediaset. Da loro commissionate, tutte regolarmente pagate, ma mai nessuna prodotta.
Attualmente Enrico è direttore di Macworld Italia (di cui attualmente io sono redattore part-time) e ha appena scritto, con me, “Milano Sotto” un documentario per la TV Svizzera sulla Milano sotterranea.
Anche Enrico ha abbandonato Macworld, adesso vede gente, fa cose, e si deidica alla vita del gentiluomo di campagna (ma a Milano).
Giuseppe Mangoni – Mio professore di religione prima e amico fraterno poi. È il disegnatore del mio terzo fumetto in assoluto: lo sperimentale “Capitan Loop” (è il 1991, è troppo avanti, vede la luce solo in edizione privata, limitata a trenta esemplari). Con lui sceneggio alcune storie di Martin Mystère.
Attualmente Giuseppe è deceduto.
Come anticipato, a Giuseppe non sono incorsi cambiamenti salienti in questi ultimi anni.
E da solo? Ho proposto tre soggetti a Dylan Dog, rifiutati. Un paio di soggetti all'Intrepido, rifiutati. Contattato all'epoca da parte dell'editrice Xenia ho proposto loro una serie a fumetti di fantascienza a cui è stata preferita la fallimentare “Bad Moon”. Ho proposto un ciclo di storie (che avrebbe disegnato uno dei CANI) a Linus, rifiutato. Una rubrica a fumetti sulla storia dell'informatica (che avrebbe disegnato sempre lo stesso dei CANI) a PC World Italia, rifiutata. Ho scritto un soggetto per Diabolik (questo pubblicato, ma in forma irriconoscibile, del tutto rimaneggiata dalla redazione).
Poi però con Diabolik ci siamo riappacificati (che non è mai un buona idea essere in rotta con un tipo come lui) negli ultimi anni ho scritto per il Re del Terrore più di un soggetto e di una sceneggiatura e mi sono trovato benissimo, al punto che adesso faccio parte della sua redazione.
Nel 1994 il mio vertice come solista: vinco un concorso letterario (organizzato dall'editore Stampa Alternativa) con un saggio bibliografico sulle traduzioni di una poesia di Lewis Carroll. Unico premio: la pubblicazione di un Millelire, che all'epoca van forte. Senza dare spiegazioni a riguardo, l'editore non ottempererà mai ai suoi impegni e “La Caccia al Jabberwocky” è tuttora inedito.
L'entrata nei CANI pone fine alla mia vita di randagismo autoriale.
Però mo' con i CANI ci siamo sciolti, e quindi tocca tornar randagio...
11 commenti:
Ma hai messo dei link nei trattini?!
Ma tu sei matto!
Commendatore, anncorché anonimo, i miei rispetti...
Ma com'è che se certe cose vengono fatte dagli autori di videogame o di dvd vengono chiamate "easter eggs" e sono tutti ammirati mentre se, nel mio piccolo, le fo io mi si da del pazzo?
mah...
infatti per me, te sei un genio...
Ciao 9 marzo, ben ritrovata, ma piano con le parole!
Vedi, se fossi un genio avrei un curriculum proprio da schifo, a me piace di gran lunga pensare di essere una persona così così che ha avuto risultati strabilianti :)
403 ha messo il suo genio nella vita; nel lavoro, solo il suo talento…
Ipo
... e non dimentichiamo la mia solare bellezza unita a quel particolare savoir faire che solo io possiedo...
Solo io trovo inquietante la formula, attualmente deceduto?
No, no... anche io trovo molto inquietante che marco e giuseppe siano deceduti... (e secondo me anche marco lo trova inquietante, anzi credo che gli girino proprio i coglioni, visto che era vivo e contento di esserlo alla prima stesura del testo in questione).
Che le persone muoiano lo trovo triste ma assolutamente normale, che una persona sia "attualmente" morta mi sembra una cosa reversibile , oggi cosi' domani chissa', anche se ci sono delle religioni che prevedono questo genere di cose mi sembra ugualmente inquietante , non volevo assolutamente mancare di rispetto, se ti ho offeso scusa :)
ma no, scherzavo!... anche quando ho scritto il testo scherzavo, nel senso che dicendo cosa stessero facendo "attualmente" tutti gli altri mi pareva giusto dire cosa stesse facendo, al momento, anche giuseppe... poi, visto che nel frattempo marco lo aveva raggiunto, giocoforza, l'ho dovuto dire pure di lui. Tutto qui.
Meno male :D
Abbiamo tutti sensibilita' diverse, per me e' normale ironizzare sulla morte e non solo, pero' poi ho pensato, magari era serio... :)
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