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lunedì 25 gennaio 2010

classificare i monovocalismi

Proposta per una classificazione dei testi monovocalici in base alla loro intenzionalità (con esempi tratti dall'esperienza di me medesimo).

1. non intenzionale (o monovocalico naturale)
Si ha quando il testo monovocalico si origina spontaneamente e l'autore lo compone per altri motivi senza applicare al proprio componimento regola alcuna.

esempio:
"con box o posto moto"
(l'esempio è tratto da un modulo di pubblicità di un giornale di annunci economici che mi capitò di comporre quando ero operaio fotocompositore nel 1988)

2. preterintenzionale
Si ha quando il testo monovocalico è causato dall'applicazione di regole che hanno un fine diverso dalla composizione di un testo monovocalico e il monovocalismo è quindi solo un effetto collaterale.

esempio:
"magda fa la falsa dama"
(l'esempio è tratto dagli esercizi di dattilografia che faceva mia sorella a scuola, lo scopo era di esercitare solo alcune dita alla volta su specifici tasti, solo alcune delle frasi da battere avevano come effetto collaterale quello di essere monovocaliche)

3. intenzionale
Si ha quando l'autore compone il testo monovocalico volontariamente, allo scopo di ottenere un testo monovocalico, la maggior parte dei testi monovocalici noti ricade in questa categoria.

esempio:
"obtorto collo,
scopro lo scroto
lo mostro (poco)
gooodo!
Sono contorto?
molto! troppo!"

(l'esempio è un frammento, l'unico, del mio componimento "il timido esibizionista")

6 commenti:

403 ha detto...

A proposito di testi monovocalici, mi piacerebbe proprio leggere "Anatra al sal" il testo che ha scritto Ermanno Cavazzoni per la compositrice Lucia Ronchetti: "una sorta di madrigale che si svolge attraverso il dialogo intessuto da sei personaggi (5 cuochi ed un’assistente); le voci dei cuochi sono caratterizzate dal monovocalismo. Il basso profondo, per esempio, rappresenta il cuoco più importante e famoso del gruppo: consulta solo testi latini, utilizzando esclusivamente parole con la vocale u, intervenendo con brevi e sarcastici commenti. Dopo di lui è l’assistente-interprete, soprano lirico, ch’è l’unica voce libera dalla gabbia monovocalica e rappresenta perciò una sorta di fil-rouge tra tutte le voci e le vocali" (da qui).
Si tratta di un pezzo di otto minuti prodotto nel 2000. Qui c'è un assaggio di 26", per che ci ho capito ascoltandolo credo che leggere il testo per me sarebbe meglio :)

09031969 ha detto...

non ci ho capito molto, per la verità.
Tuttavia un brivido mi ha percorso la schiena alla lettura di Magda fa la falsa dama

ecco, se sono una scheggia con la tastiera, lo devo anche a questa tal Magda travestita da dama

grazie

403 ha detto...

be', non che ci fosse molto da capire :) lieto di averti richiamato alla memoria la  vecchia magda...

Quei fogli dattiloscritti con gli esercizi di mia sorella (pagine e pagine riempite con magda e altra roba tipo "daglieli simimili ai miei sedili" o "lame mela lame mela lame mela") a non sapere cosa fossero per davvero ricordavano molto "il mattino ha l'oro in bocca" di shining. Li avevo presi e li avevo spediti (anonimanente) a un concorso letterario oranizzato da un mio amico, inventandomi una dichiarazione di poetica iniziale un po' strampalata (non rammento se riguardasse l'incomunicabilità o altro).

RIcordo che il mio amico ne rimase colpito, nel senso che rimase colpito dalle due palle così che doveva essersi fatto quel poveraccio di partecipante al concorso battendosi tutta quella roba senza senso (che era ancora tempo di macchine da scrivere e non di computer col copia e incolla).

09031969 ha detto...

sì però le macchine da scrivere hanno permesso il rafforzamento delle dita conseguente alla maggiore pressione esercitata sui tasti.
Addirittura quando andavo a scuola io, c'era ancora il corso di stenografia (sistema Meschini) e mi ricordo che la stenografia era micidiale perché ti faceva sviluppare una cosa mentale per cui in qualsiasi situazione ti trovassi, dalla visione di un telefilm in tv, al parlare con qualcuno per le cose più diverse, ti immaginavi ogni parola scritta stenograficamente.
Un delirio, lo so.
Chiedo scusa per la divagazione e, per quanto riguarda il tuo concorso, sarebbe stato facilissimo far nascere una nuova corrente letteraria alla modaquale....com'è che si chiamavano quelli che facevano poesie pescando casualmente le parole da un sacchetto? Dadaisti? Futuristi? Non ricordo più.


403 ha detto...

ecco, la stenografia è una cosa che mi sarebbe piaciuto sapere (poi sono pigro e impararla mi sarebbe pesato, lo so, ma l'idea di riuscire a scrivere a mano quasi alla velocità del pensiero su di me ha il suo fascino)

09031969 ha detto...

a me la stenografia piaceva tantissimo, ho fatto anche delle gare: fantastico!!
alla fine guardavo il testo stenografato e dicevo con la faccia beata "ma pensa te a quanto poco si riducono tutto quelle parole".
Era una soddisfazione senza pari.
Beh insomma, si parla di 25 anni fa eh, mica bruscolini.......