Finalmente riprende tutto. Riprende il lavoro (e a me l'idea di tornare tutti i giorni in ufficio mi mette di buon umore, che vi devo dire?) ma soprattutto questa settimana tornerò in galera dopo un mese di stacco. E non vedo l'ora. Tutto ciò secondo me dice tre cose:
1. che, in fondo, sono una brava persona
2. che in fondo e in superficie, sono una strana persona
3. che se l'ufficio e la galera mi paiono un traguardo agognato, questo agosto mica deve essermi girato poi tanto bene.
Comunque in galera dovremo metterci subito a lavorare sodo per fare la seconda puntata di quella specie di fotoromanzo che stiamo facendo. La prima è andata via liscia, ma è con la seconda che si capirà se la cosa funziona o meno. In più questa volta si parlerà di un libro sulle carceri che ha scritto la direttrice del carcere medesimo, e non ho idea i due autori come vogliano affrontare la cosa (un po' confido e un po' temo l'umorismo cattivo della detenuta). Per di più non ho capito se e quanto i due autori sono riusciti a parlarsi (perché uno è un autore ma l'altra è, in effetti, un'autrice e questo vuol dire che sono in due edifici separati e se non ci sono io a fare da chaperon, accompagnando lei da lui, questi neanche posso comunicare e riescono a vedersi solo alle riunioni di redazione congiunte del giornale del carcere, e ignoro se in agosto ce ne siano state, di riunioni).
Quando ho capito che il nostro compito era di produrre una pagina ogni due mesi mi è sembrata una cosa da nulla, probabilmente quando tutto sarà oliato, forse, la sarà pure. Al momento qualche preoccupazione per la seconda puntata io ce l'ho.
Ciò non di meno non vedo l'ora di passare quei cancelli.
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1 commenti:
La seconda pagina è la più difficile nella carriera di un fotoromanziere
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