Un uomo naufragato dopo un lutto. Un lutto, la morte della moglie, a cui accenna appena, qua e là, ma che – come una lente – gli fa vedere, ingigantito, tutto lo schifo di questa vita e ormai solo quello. Glielo rende insopportabile, gliela rende insopportabile.
Il libro è l’incessante monologo, di quest’uomo, diretto a sua figlia, un esserino gioioso di neanche due anni. Una piccina che, per quanto amatissima, lui sente che non riuscirà a trattenerlo. Sente che la presenza di lei non è abbastanza per fermarlo dal non voler essere più. E in questo continuo parlare alla figlia nella propria testa, affiora più volte la colpa. La colpa di averla fatta nascere in un mondo che adesso, a lui per primo, fa orrore. La colpa per l’estremo abbandono che lui sta per infliggerle. Perché lui non ce la fa a restare qui. Un qui che è l’inferno dei viventi e che lui vuole lasciare, presto, anche se questo vuol dire lasciare pure il suo scricciolo di nove chili e trecentociquanta grammi, che lo chiama “papà mio” e che è uno splendore quando ride, quando dorme e soprattutto, almeno per lui, quando sbadiglia. La ama tanto, se ne lascia commuovere, ma sente che lei è troppo piccina per riuscire a tenerlo a sé.
Sentiamo tutti i pensieri del giorno che lui pensa essere l’ultimo. Quello in cui le darà l’omogeneizzato per l’ultima volta, in cui – per l’ultima volta – la lascerà alla babysitter e uscirà da quella porta dopo averla abbraccia e baciata pieno d’amore e disperazione.
Il libro è Io me ne vado di Philippe Claudel (2000 là, 2007 qua, Ponte alle grazie qua, ben tradotto da Francesco Bruno). Ho deciso di scrivere questo post a 30 pagine dalla fine. Tanto ho capito che Claudel non mi deluderà. Non voglio però che leggendomi possa trasparire, anche involontariamente, il finale della storia. Io ancora il finale non lo so.
È scritto davvero bene. Gli incastri dei ricordi ti fanno vivere l’ultima settimana dell’io narrante nei pensieri di poche ore. Ti ritrovi anche tu tra l’abisso di un sofferto non volerci essere più (sofferto ogni giorno, ogni minuto di ogni giorno) e l’amore per quella bimba miracolosa. Miracolosa come – m’immagino – debba essere ogni figlia di neanche due anni per il proprio padre. Una figlia che, per di più, è restata per lui l’unica cosa bella sulla faccia della Terra.
...
Mi fermo un attimo, rileggo il post e penso: "ma perché mai qualcuno dovrebbe voler leggere un libro così pieno di disperazione?"
Forse perché nel libro oltre alla disperazione (che pure c'è) c'è tanto amore. E non solo l'amore per la bambina, che ogni volta che appare sulla pagina è un'autentica gioia, una gioia anche per te che leggi. Non solo l'amore per la moglie morta, un amore dolente, accennato, ma non per questo meno intenso. C'è anche, forte, l'amore per gli altri. Un amore che a tratti è compassione, più spesso è indignazione per come capita che gli altri vengano trattati dagli altri. Ma, sotto la disperazione, per tutto il romanzo scorre anche l'amore.
Mi mancano 30 pagine, l’io narrante ha una figlia splendida che lo aspetta a casa, forse invano, e io ho un libro di là sul letto che mi aspetta per essere finito, come non mi capitava da molto tempo.
Torno da lui.(ah, il risguardo della seconda di copertina – che poi è anche il testo della scheda che si trova on line – è scritto davvero male, se il libro vi capita per le mani, fatevi un favore: il risguardo non leggetelo)
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8 commenti:
grazie del suggerimento. a questo punto l'avrai finito...
a presto
e.
è un libro molto triste, non so se lo potrei affrontare, ma sembra che contenga un sacco di domande esistenziali importanti...
Ma come troppo triste? Esiste qualcosa di così triste da non poter essere letto?? Naaaaaaaaaaaa! Io vado subito a cercarlo.
E grazie del consiglio.
enrica benvenuta da queste parti!
Sì, l'ho finito ieri notte :)
clearbook forse un sacco no... però almeno una: "che cosa conta?" viene da porsela...
Ciao winterblossom, benvenuta anche a te!
Lieto di averti incuriosito sul Claudel. Purtroppo, dato il mio analfabetismo di ritorno, di consigli non credo che ce ne saranno presto altri :)
lo compro prima di salire sull'aereo.
baci e grazie
uncommentodibiancaccì!....
mioddiocheemozione!
Cavoli hai ricominciato!
Non ci si disintossica facilmente vero?
Me lo segno il titolo, ma non so. Poi vedo.
Ciao.
e adesso... pure il ritorno Mollie!
mioddiocheddopiaemozione!
(in realtà io temo che questo romanzo sia stato per me un non sequitur... però se poi i post sui libri - tra nuove commentatrici e graditi ritorni - mi danno tutte queste soddisfazioni tocca che leggo apposta i libri al solo scopo di farci su i post :)
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