Come dicevo poco qui sotto, io sono in partenza per Napoli. Ci si rilegge poi...
... statemi bbuoni
a.
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giovedì 26 aprile 2007
lunedì 23 aprile 2007
i segreti riprenderanno al più presto possibile
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andrea 403
Forse sono io che non sono dell'umore adatto, ma i Postsecret di questa settimana mi ispirano poco... magari domani o dopo faccio l'usuale post, per il momento li lascio lì a riposare ancora un po'...
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AGGIORNAMENTO: no, proprio non mi ispirano, per quel che mi concerne questa settimana niente segreti.
Buon 25 aprile...
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AGGIORNAMENTO: no, proprio non mi ispirano, per quel che mi concerne questa settimana niente segreti.
Buon 25 aprile...
403: bologna, napoli, siena
Pubblicato da
andrea 403
Tutto prima o poi finisce e, sempre più spesso, penso che questo blog non avrà poi vita lunga (ma qui si vive alla giornata, quindi inutile stare ad almanaccare sul futuro). Finché questo blog sarà in vita però mi piacerebbe che restasse aggiornato con una certa regolarità (i blog non ufficialmente morti ma neppure aggiornati mi fanno un po' tristezza). Poi però capita che nelle prossime due settimane io sia un po' in giro e quindi non so bene se e quanto posterò.
Tutto questo solo per dire che quando posso aggiorno, avrei anche qualcosina di cui parlare, ma noi prossimi giorni non aspettativi gran che...
Tutto questo solo per dire che quando posso aggiorno, avrei anche qualcosina di cui parlare, ma noi prossimi giorni non aspettativi gran che...
venerdì 20 aprile 2007
il re è un babbeo...
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andrea 403
Scopro solo oggi che una settimana dopo Johnny Hart è morto pure Brant Parker...
Io non amo fare post-coccodrilli, però il loro Wizard of Id, proprio quanto B.C., è stata tra le strisce che più mi hanno fatto compagnia e divertito da bambino... col giullare alcolista, l'eterno prigioniero, il re avido e stupido, il mago pasticcione e tutti quanti gli altri.
Io non amo fare post-coccodrilli, però il loro Wizard of Id, proprio quanto B.C., è stata tra le strisce che più mi hanno fatto compagnia e divertito da bambino... col giullare alcolista, l'eterno prigioniero, il re avido e stupido, il mago pasticcione e tutti quanti gli altri.
mercoledì 18 aprile 2007
trashing
Pubblicato da
andrea 403
Prendo il sacchetto della carta da buttare e vado nello sgabuzzino dell'immondizia a vuotarlo nell'apposito contenitore del riciclo.
Lo svuoto. Prima di chiudere il coperchio mi cade l'occhio su una mia annotazione nell'angolo di un foglio: "la ragazza bisogna ucciderla per forza, usiamo il coltello. Però la polizia il corpo non lo deve trovare almeno fino al giorno dopo".
Forse è meglio se gli appunti di lavoro, quando non mi servono più, li brucio.
Lo svuoto. Prima di chiudere il coperchio mi cade l'occhio su una mia annotazione nell'angolo di un foglio: "la ragazza bisogna ucciderla per forza, usiamo il coltello. Però la polizia il corpo non lo deve trovare almeno fino al giorno dopo".
Forse è meglio se gli appunti di lavoro, quando non mi servono più, li brucio.
martedì 17 aprile 2007
intanto, a milano... - 1
Pubblicato da
andrea 403
Da domani al 23 aprile tutta Milano è invasa dal salone del mobile, o meglio dal "fuori salone" ossia da tutta quella serie di "eventi" e mostre di mobili e design di varia natura che, in maniera metastatica, riempie la città.
Questa è una delle poche cose veramente belle che accadono a Milano nel corso dell'anno, intendo a tutta Milano nel suo complesso (perché qualcosa d'altro di carino, qui e lì capita ancora) e mica per i mobili ma per i posti che il "fuori salone" ti permette di visitare.
È formidabile, io negli anni ho visto acciaierie dismesse (che l'anno dopo sarebbero poi state rase al suolo), palazzi delle poste enormi ed abbandonati, parti inaccessibili della stazione centrale, un sordido albergo per puttane, in pieno centro, affittato da un gruppo di designer olandesi di tendenza che lo hanno preso per una settimana e lo hanno lasciato esattamente così com'è aggiungendo solo i loro piccoli oggetti per la casa, uno per stanza. Tutti posti che normalmente non si può vedere ma che grazie ai designer fighi, per cinque giorni l'anno, si possono visitare aggratis (e spesso ti offrono pure da bere).
Tutto ciò sia detto, non tanto per fare pubblicità all'evento, ma per avvertire che da queste parti io ci sarò un po' meno del solito...
Questa è una delle poche cose veramente belle che accadono a Milano nel corso dell'anno, intendo a tutta Milano nel suo complesso (perché qualcosa d'altro di carino, qui e lì capita ancora) e mica per i mobili ma per i posti che il "fuori salone" ti permette di visitare.
È formidabile, io negli anni ho visto acciaierie dismesse (che l'anno dopo sarebbero poi state rase al suolo), palazzi delle poste enormi ed abbandonati, parti inaccessibili della stazione centrale, un sordido albergo per puttane, in pieno centro, affittato da un gruppo di designer olandesi di tendenza che lo hanno preso per una settimana e lo hanno lasciato esattamente così com'è aggiungendo solo i loro piccoli oggetti per la casa, uno per stanza. Tutti posti che normalmente non si può vedere ma che grazie ai designer fighi, per cinque giorni l'anno, si possono visitare aggratis (e spesso ti offrono pure da bere).
Tutto ciò sia detto, non tanto per fare pubblicità all'evento, ma per avvertire che da queste parti io ci sarò un po' meno del solito...
domenica 15 aprile 2007
il segreto della settimana (25)
Pubblicato da
andrea 403
Per me la vincitrice indiscussa della settimana:
menzione d'onore perché questo mi pare proprio un segreto faticoso:
infine, menzione d'onore per l'abbinamento testo immagine:
Di PostSecret ho parlato QUI.
quando voglio uccidermi...
io invece scrivo lettere a van gogh.
menzione d'onore perché questo mi pare proprio un segreto faticoso:
TUTTI PENSANO ANCORA CHE IO SIA UN VEGETARIANO
infine, menzione d'onore per l'abbinamento testo immagine:
HA SMESSO DI CHIAMARMI COL NOME DELLA SUA EX,
SOLO PER COMINCIARE A CHIAMARE IL NOME DI UN'ALTRA MENTRE DORME...
Di PostSecret ho parlato QUI.
sabato 14 aprile 2007
di cosa parliamo quando parliamo di casino
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andrea 403
Ecco, quando leggete quello che scrivo potete immaginare che ciò che ho davanti agli occhi mentre lo scrivo (oltre allo schermo del computer, intendo) è più o meno questo:
Così è come si presenta una buona parte del mio salotto da qualche mese a questa parte. Visto che sono stufissimo, posto qui la foto a futura memoria e mi adopererò, sin da oggi, affinché almeno un po' di questi scatoloni spariscano dalla vista...
Dopo il contuna a leggere un'inutile legenda della foto in questione.
1. maglietta di Capita Novara il supereroe difensore del novarese.
2. scatoloni di libri.
3. rotolo di pluriball.
4. libri sparsi sui tavolini.
5. scatoloni di roba varia.
6. scatoloni di libri.
7. vasi di vetro con dentro le biglie (lo so, non si vedono, questa foto fa schifo).
8. tre palchetti con un po' dei libri di Alice, il resto è in altri scaffali non inquadrati.
9. fumetti, fumetti, fumetti.
10. ciarpame vario, tipo materassi, barbeque e ventilatori.
Così è come si presenta una buona parte del mio salotto da qualche mese a questa parte. Visto che sono stufissimo, posto qui la foto a futura memoria e mi adopererò, sin da oggi, affinché almeno un po' di questi scatoloni spariscano dalla vista...
Dopo il contuna a leggere un'inutile legenda della foto in questione.
1. maglietta di Capita Novara il supereroe difensore del novarese.
2. scatoloni di libri.
3. rotolo di pluriball.
4. libri sparsi sui tavolini.
5. scatoloni di roba varia.
6. scatoloni di libri.
7. vasi di vetro con dentro le biglie (lo so, non si vedono, questa foto fa schifo).
8. tre palchetti con un po' dei libri di Alice, il resto è in altri scaffali non inquadrati.
9. fumetti, fumetti, fumetti.
10. ciarpame vario, tipo materassi, barbeque e ventilatori.
mercoledì 11 aprile 2007
solo gli stronzi usano parole volgari
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andrea 403
Sono stufo di avere il necrologio di Hart come ultimo post... d'altronde in questi giorni ho più da fare del solito, quindi non posto né qui né su Off Topic, e allora oggi faccio un post stupido, tanto per voltare pagina.
Volevo copiare alcuni consigli di scrittura che Umberto Eco ha pubblicato all'interno del libretto "Sator arepo eccetera" (Gransasso 2006) un rapido controllo in rete però mi ha fatto scoprire che ne esiste già in giro una versione leggermente ampliata (e così me la cavo col copia incolla). Questi quelli che preferisco:
Il testo è in realtà uno di quei tormentoni che girano per l'internet in inglese, Eco l'ha tradotto e accresciuto, QUI trovate tutti e quaranta i precetti (quello sugli a capo è scritto male, mancano gli a capo :)
(ah, questo elenco mi ha fatto ricordare una massima di Corrado Guzzanti: "guardati da quelli che prima ti danno consigli e poi parlano male di te, cornuto!")
Volevo copiare alcuni consigli di scrittura che Umberto Eco ha pubblicato all'interno del libretto "Sator arepo eccetera" (Gransasso 2006) un rapido controllo in rete però mi ha fatto scoprire che ne esiste già in giro una versione leggermente ampliata (e così me la cavo col copia incolla). Questi quelli che preferisco:
Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.
Non generalizzare mai.
Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.”
Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
Solo gli stronzi usano parole volgari.
Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.
C’è davvero bisogno di domande retoriche?
Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe — o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento — affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.
Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia.
Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.
Non indulgere ad arcaismi, apax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differanza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competente cognitive del destinatario.
Una frase compiuta deve avere.
Il testo è in realtà uno di quei tormentoni che girano per l'internet in inglese, Eco l'ha tradotto e accresciuto, QUI trovate tutti e quaranta i precetti (quello sugli a capo è scritto male, mancano gli a capo :)
(ah, questo elenco mi ha fatto ricordare una massima di Corrado Guzzanti: "guardati da quelli che prima ti danno consigli e poi parlano male di te, cornuto!")
lunedì 9 aprile 2007
Credevo alla reincarnazione fino a 5 minuti fa
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andrea 403
- Credevo alla reincarnazione fino a 5 minuti fa.
- Poi che e' successo?
- Sono morto!
(addio johnny...)
- Poi che e' successo?
- Sono morto!
(addio johnny...)
domenica 8 aprile 2007
il segreto della settimana (24)
Pubblicato da
andrea 403
Per la domenica pasquale postsecret non particolarmente ispirati, scelgo questo perché mi colpisce sempre come certe emozioni possano essere verissime nel momento in cui le si prova, poi però il tempo passa e, spesso, aggiusta e sorprende... insomma a volte certi sentimenti sono sì per sempre, ma solo temporanemente...
non amerò più per davvero nessun'altra oltre a lei.
intanto, nel paese degli auguri di buona pasqua...
Pubblicato da
andrea 403
(be'... auguri anche qui)
sogno, che io sogno, che io... (4)
Pubblicato da
andrea 403
Ancora sui sogni. Stamani, è il momento del risveglio. Quello tra sonno e veglia è un momento cruciale per chi voglia "lavorare" coi proprî sogni, è qui - quando si è in equilibrio tra i due mondi - che bisogna abituarsi a mandare a memoria ciò che si è sognato (un passo in più verso la veglia può essere fatale a molti ricordi) è qui che, dopo un po' di allenamento, si può provare a interpretare il significato di ciò che si è sognato, facendo collaborare la parte cosciente di sé che è alle porte con quella subcosciente che non è ancora andata via. Spesso io ci riesco, ma oggi non c'è stato bisogno, il sogno non lo meritava.
Insomma, stamattina sono lì tra sogno e veglia e mi rendo conto che il sogno che ho appena fatto non lo ricordo più... è ancora tutto lì ma è come se ci fosse un telo sopra che non mi permette di vederlo, se scosto il telo il sogno mi ritorna alla memoria, ne sono certo... per prima cosa quindi devo rimanere immobile (i movimenti del corpo cancellano i sogni) quindi ho solo bisogno di un appiglio per sollevare il telo.
Lo trovo. Il sogno però non è così interessante, sono lì con un regista mio amico (con cui, nella realtà, ho lavorato tempo fa) e ci si sta accomiatando, nell'andar via ci sono però dei dubbi su chi abbia portato certi libri e quindi chi di noi debba portarseli a casa. A quel punto però ho smesso di ricordare il sogno e ho ripreso a sognarlo dal punto in cui lo avevo interrotto prima ma, avendo ormai la consapevolezza che quello è solo un sogno, dico al regista che i libri io li lascio lì, che tanto è solo un sogno.
Repentino cambio di scena, sono in un ufficio con un signore in giacca e cravatta che mi spiega che l'aver abbandonato i miei libri nel sogno non comporterà per me la perdita degli stessi anche nel mondo reale. Ma questo solo perché quello era un sogno dimostrativo, d'ora in poi, se perderò la proprietà di qualcosa all'interno di un sogno questa mi verrà portata via anche nella vita reale da parte della sua società che è la licenziataria esclusiva per la fornitura di non meglio precisati "servizi per il sognatore". Protesto che io non ho firmato nessun contratto e quello mi dice che entrando io in un qualsiasi sogno entro nel loro ambito giuridico e quindi accetto implicitamente quelle regole.
Non ho ritenuto il caso di proseguire la conversazione, mi sono quindi svegliato definitivamente.
(lo so, pare un sogno un po' strano, ma io credo sia colpa di un po' di cose che ho letto ieri a proposito di Second Life e sugli scambi in denaro virtuale e reale che girano lì dentro)
Insomma, stamattina sono lì tra sogno e veglia e mi rendo conto che il sogno che ho appena fatto non lo ricordo più... è ancora tutto lì ma è come se ci fosse un telo sopra che non mi permette di vederlo, se scosto il telo il sogno mi ritorna alla memoria, ne sono certo... per prima cosa quindi devo rimanere immobile (i movimenti del corpo cancellano i sogni) quindi ho solo bisogno di un appiglio per sollevare il telo.
Lo trovo. Il sogno però non è così interessante, sono lì con un regista mio amico (con cui, nella realtà, ho lavorato tempo fa) e ci si sta accomiatando, nell'andar via ci sono però dei dubbi su chi abbia portato certi libri e quindi chi di noi debba portarseli a casa. A quel punto però ho smesso di ricordare il sogno e ho ripreso a sognarlo dal punto in cui lo avevo interrotto prima ma, avendo ormai la consapevolezza che quello è solo un sogno, dico al regista che i libri io li lascio lì, che tanto è solo un sogno.
Repentino cambio di scena, sono in un ufficio con un signore in giacca e cravatta che mi spiega che l'aver abbandonato i miei libri nel sogno non comporterà per me la perdita degli stessi anche nel mondo reale. Ma questo solo perché quello era un sogno dimostrativo, d'ora in poi, se perderò la proprietà di qualcosa all'interno di un sogno questa mi verrà portata via anche nella vita reale da parte della sua società che è la licenziataria esclusiva per la fornitura di non meglio precisati "servizi per il sognatore". Protesto che io non ho firmato nessun contratto e quello mi dice che entrando io in un qualsiasi sogno entro nel loro ambito giuridico e quindi accetto implicitamente quelle regole.
Non ho ritenuto il caso di proseguire la conversazione, mi sono quindi svegliato definitivamente.
(lo so, pare un sogno un po' strano, ma io credo sia colpa di un po' di cose che ho letto ieri a proposito di Second Life e sugli scambi in denaro virtuale e reale che girano lì dentro)
venerdì 6 aprile 2007
comunicazione interna
Pubblicato da
andrea 403
Quando serve ho un subconscio molto comunicativo. In genere usa i sogni. Sulle questioni importanti si mette lì e inscena sogni esplicitissimi, di quelli a cui nessuno verrebbe da chiedere "chissà cosa significa?"...
Quando il mio subconscio non usa i sogni usa le canzoni. Sempre quando c'è qualche questione importante all'ordine del giorno, capita che mi svegli la mattina con in testa una canzone. Magari è un canzone di cui non ricordo (coscientemente) le parole e che non rientra nei miei ascolti abituali, però se controllo cosa dice mi risulta subito chiaro quale sia il messaggio.
L'ultimo esempio stamattina.
Prima di dormire, ieri notte, ho pensato ad alcune cose che qui proprio non vanno. Stamattina mi alzo e ho in testa la melodia di un brano di Beck di un po' di anni fa, non ricordo subito il titolo né le parole. Ho il disco, vado a vedere.
Be' il ritornello, che dà anche il titolo alla canzone, fa: "Tell me that it's nobody's fault. Nobody's fault But my own" be', per chi non mastica l'inglese, vuol dire che è solo colpa mia...
(sì, a volte il mio subconscio fa tutta 'sta fatica solo per comunicare delle ovvietà)
Quando il mio subconscio non usa i sogni usa le canzoni. Sempre quando c'è qualche questione importante all'ordine del giorno, capita che mi svegli la mattina con in testa una canzone. Magari è un canzone di cui non ricordo (coscientemente) le parole e che non rientra nei miei ascolti abituali, però se controllo cosa dice mi risulta subito chiaro quale sia il messaggio.
L'ultimo esempio stamattina.
Prima di dormire, ieri notte, ho pensato ad alcune cose che qui proprio non vanno. Stamattina mi alzo e ho in testa la melodia di un brano di Beck di un po' di anni fa, non ricordo subito il titolo né le parole. Ho il disco, vado a vedere.
Be' il ritornello, che dà anche il titolo alla canzone, fa: "Tell me that it's nobody's fault. Nobody's fault But my own" be', per chi non mastica l'inglese, vuol dire che è solo colpa mia...
(sì, a volte il mio subconscio fa tutta 'sta fatica solo per comunicare delle ovvietà)
mercoledì 4 aprile 2007
e intanto il tempo se ne vaaa...
Pubblicato da
andrea 403
Il passare del tempo, il segno visibile di questo trascorrere, mi ha sempre affascinato. Prima era un pensiero che mi affascinava e basta, poi ha anche cominciato a farmi un po' male. Non è possibile essere in giro da un po' senza perdere, prima o poi e irrimediabilmente, qualcosa d'importante.
Però ancora me la cavo, nel senso che i segni del passare del tempo continuano a essere per me molto di più qualcosa di affascinate che non doloroso.
L'idea di scattare fotografie degli stessi soggetti a distanza di tempo e per un lungo periodo di osservazione io l'avevo già da bambino, trovavo che un progetto, di una sola persona, portato avanti per venti, trent'anni avesse in sé una forza formidabile. Poi non è che a me sia mai venuto di metterlo in pratica davvero. Ma molti altri lo hanno fatto. Ve ne segnalo tre.
1. L'artista inglese Tom Phillips mi piace, lo seguo da tanto tempo (da prima di internet, per dire) e magari prima o poi riparlerò qui di lui e della sua opera più famosa A Humument. Adesso invece voglio citare un altro suo progetto 20 Sites n Years. Dal 1973, ogni anno, nello stesso periodo dell'anno (a cavallo tra maggio e giugno), Phillips fa la stessa passeggiata nel suo quartiere e scatta le stesse venti fotografie di venti luoghi diversi, sempre gli stessi di anno in anno.
L'idea di osservare i mutamenti, spesso minini, di un pezzo di città, anno dopo anno, decennio dopo decennio, mi pare davvero bellissima, però le fotine che ho visto io sono davvero sempre troppo piccole (anche nel libro su Tom Phillips che ho) quindi non è che poi me lo goda molto questo lavoro.
2. Ogni tanto faccio dei giri in rete alla ricerca di pagine che parlino di fototessere, è una cosa mia. L'altro giorno ne ho trovata una che non aveva proprio delle fototessere, ma qualcosa di molto simile. Si tratta di una famiglia (la famiglia di Diego Golberg, di Buenos Aires) che dal 1976 si fotografa, ossia ogni membro della famiglia, il 17 giugno di ogni anno, viene fotografato con un ritratto, frontale, in primissimo piano, tipo fototessara, appunto. Il primo impatto aprendo la pagina è notevole, poi ognuno credo che reagisca per come è fatto e per quello che gli è capitato.
Per esempio, penso che chi abbia sofferto e soffra per la morte prematura di qualcuno che ha amato non possa guardare queste foto senza provare tristezza o rabbia. E chi ha paura d'invecchiare non sarà rasserenato da queste foto, perché dimostrano (con prova fotografica) che - se va tutto bene - s'invecchia, è inevitabile.
I Golberg li trovate qui (e qualcosa di analogo lo trovate anche qui e qui).
3. Un anonimo signore, stufo della propria pancetta e del modesto look che poteva sfoggiare in costume da bagno, quattro anni fa si è messo a fare palestra, un altra cosa che si è messo a fare è quella di farsi fotografare, mese per mese, per tenere testimonianza dei suoi progressi "strutturali".
Io la serie delle sue foto l'ho trovata qui (ma la fonte primaria è un blog tedesco), il sito su cui l'ho trovata invita a scegliere in quale mese lo si preferisce... io su di lui non do giudizi, diciamo che per quanto riguarda me (che al momento sono abbastanza vicino alla situazione di partenza del tipo) sarei contento se potessi essere dalle parti dell'aprile 2003, già il mese dopo comincerei a farmi un po' impressione.
Però ancora me la cavo, nel senso che i segni del passare del tempo continuano a essere per me molto di più qualcosa di affascinate che non doloroso.
L'idea di scattare fotografie degli stessi soggetti a distanza di tempo e per un lungo periodo di osservazione io l'avevo già da bambino, trovavo che un progetto, di una sola persona, portato avanti per venti, trent'anni avesse in sé una forza formidabile. Poi non è che a me sia mai venuto di metterlo in pratica davvero. Ma molti altri lo hanno fatto. Ve ne segnalo tre.
1. L'artista inglese Tom Phillips mi piace, lo seguo da tanto tempo (da prima di internet, per dire) e magari prima o poi riparlerò qui di lui e della sua opera più famosa A Humument. Adesso invece voglio citare un altro suo progetto 20 Sites n Years. Dal 1973, ogni anno, nello stesso periodo dell'anno (a cavallo tra maggio e giugno), Phillips fa la stessa passeggiata nel suo quartiere e scatta le stesse venti fotografie di venti luoghi diversi, sempre gli stessi di anno in anno.
L'idea di osservare i mutamenti, spesso minini, di un pezzo di città, anno dopo anno, decennio dopo decennio, mi pare davvero bellissima, però le fotine che ho visto io sono davvero sempre troppo piccole (anche nel libro su Tom Phillips che ho) quindi non è che poi me lo goda molto questo lavoro.
2. Ogni tanto faccio dei giri in rete alla ricerca di pagine che parlino di fototessere, è una cosa mia. L'altro giorno ne ho trovata una che non aveva proprio delle fototessere, ma qualcosa di molto simile. Si tratta di una famiglia (la famiglia di Diego Golberg, di Buenos Aires) che dal 1976 si fotografa, ossia ogni membro della famiglia, il 17 giugno di ogni anno, viene fotografato con un ritratto, frontale, in primissimo piano, tipo fototessara, appunto. Il primo impatto aprendo la pagina è notevole, poi ognuno credo che reagisca per come è fatto e per quello che gli è capitato.
Per esempio, penso che chi abbia sofferto e soffra per la morte prematura di qualcuno che ha amato non possa guardare queste foto senza provare tristezza o rabbia. E chi ha paura d'invecchiare non sarà rasserenato da queste foto, perché dimostrano (con prova fotografica) che - se va tutto bene - s'invecchia, è inevitabile.
I Golberg li trovate qui (e qualcosa di analogo lo trovate anche qui e qui).
3. Un anonimo signore, stufo della propria pancetta e del modesto look che poteva sfoggiare in costume da bagno, quattro anni fa si è messo a fare palestra, un altra cosa che si è messo a fare è quella di farsi fotografare, mese per mese, per tenere testimonianza dei suoi progressi "strutturali".
Io la serie delle sue foto l'ho trovata qui (ma la fonte primaria è un blog tedesco), il sito su cui l'ho trovata invita a scegliere in quale mese lo si preferisce... io su di lui non do giudizi, diciamo che per quanto riguarda me (che al momento sono abbastanza vicino alla situazione di partenza del tipo) sarei contento se potessi essere dalle parti dell'aprile 2003, già il mese dopo comincerei a farmi un po' impressione.
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martedì 3 aprile 2007
il mondo com'è e come vorresti che fosse
Pubblicato da
andrea 403
Allora, spedisco questo pacco. E il gentilissimo signore dello sportello della posta mi chiede se uso internet, io sorpreso dico di sì e mi pare strano che voglia fare conversazione su quella che è la mia vita, anche perché qualcuno in fila dietro di me c'è pure e il gentilissimo signore dello sportello della posta però non vuole fare conversazione, e invece mi spiega che se metto il codice del pacco nel sito delle poste, il sito mi dice subito il pacco dov'è e anzi è anche meglio di così perché se io do al sito delle poste il mio numero di cellulare poi loro mi mandano un sms non appena il pacco viene consegnato e che comunque il pacco arriverà la mattina dopo.
E io perciò vado sul sito delle poste e inserisco sia il numero di pacco che il mio cellulare che è difficile che mi capiti di nuovo di mandare un pacco e quindi è un'occasione unica per me di sperimentare in prima persona questo tracking dei pacchi di cui si parla tanto.
Poi passa un giorno e questo pacco arriva davvero ma lo so non perché mi sia arrivato l'sms non appena il postino ha consegnato il pacco a chi lo doveva ricevere ma perché chi lo doveva ricevere mi ha scritto dicendo che grazie il pacco era arrivato.
Però l'sms niente.
Però è anche successa questa cosa, ossia che chi ha ricevuto il pacco non lo ha aperto subito, e anzi probabilmente non l'ha ancora aperto neanche adesso. E non perché non gli importi o si sia dimenticato ma perché visto che non sa bene bene cosa c'è nel pacco mi ha detto che preferisce tenenerlo lì un po' chiuso, che preferisce, e a me questo è piaciuto perché è come se a quella cosa che c'è dentro il pacco (che è un libro, questo è noto) gli si desse più peso, un po' come se quel pacchetto che si tiene chiuso, appoggiato in camera su una seggiola o su un tavolino, è come fosse un cellulare in carica, solo che quello che si sta caricando è il senso di sorpresa che si proverà aprendolo.
E io ho pensato (ma senza crederci eh...) che magari non è che le poste funzionavano male ho pensato (ma per finta) che magari le poste funzionano benissimo e quell'sms non me l'hanno mandato solo perché quel pacco lì non è ancora stato aperto, e allora finché il pacco non viene aperto e la persona che deve ricevere il libro non vede che libro è loro l'sms giustamente non me lo mandano.
E poi ho pensato che questa può essere una differenza tra il mondo com'è, con le cose che spesso non funzionano per il verso giusto, e come vorresti che fosse, con le cose che funzionano così bene da sembrare addirittura magiche.
Niente, tutto qui, era una sciocchezza che ho pensato.
E io perciò vado sul sito delle poste e inserisco sia il numero di pacco che il mio cellulare che è difficile che mi capiti di nuovo di mandare un pacco e quindi è un'occasione unica per me di sperimentare in prima persona questo tracking dei pacchi di cui si parla tanto.
Poi passa un giorno e questo pacco arriva davvero ma lo so non perché mi sia arrivato l'sms non appena il postino ha consegnato il pacco a chi lo doveva ricevere ma perché chi lo doveva ricevere mi ha scritto dicendo che grazie il pacco era arrivato.
Però l'sms niente.
Però è anche successa questa cosa, ossia che chi ha ricevuto il pacco non lo ha aperto subito, e anzi probabilmente non l'ha ancora aperto neanche adesso. E non perché non gli importi o si sia dimenticato ma perché visto che non sa bene bene cosa c'è nel pacco mi ha detto che preferisce tenenerlo lì un po' chiuso, che preferisce, e a me questo è piaciuto perché è come se a quella cosa che c'è dentro il pacco (che è un libro, questo è noto) gli si desse più peso, un po' come se quel pacchetto che si tiene chiuso, appoggiato in camera su una seggiola o su un tavolino, è come fosse un cellulare in carica, solo che quello che si sta caricando è il senso di sorpresa che si proverà aprendolo.
E io ho pensato (ma senza crederci eh...) che magari non è che le poste funzionavano male ho pensato (ma per finta) che magari le poste funzionano benissimo e quell'sms non me l'hanno mandato solo perché quel pacco lì non è ancora stato aperto, e allora finché il pacco non viene aperto e la persona che deve ricevere il libro non vede che libro è loro l'sms giustamente non me lo mandano.
E poi ho pensato che questa può essere una differenza tra il mondo com'è, con le cose che spesso non funzionano per il verso giusto, e come vorresti che fosse, con le cose che funzionano così bene da sembrare addirittura magiche.
Niente, tutto qui, era una sciocchezza che ho pensato.
il segreto della settimana (23)
Pubblicato da
andrea 403
Semplice semplice ma grande abbinamento di testo e immagine.
Menzione d'onore dedicata (augurando loro tutto il meglio e che sia presto) a chi non mollerà il proprio lavoro proprio oggi...
(ma magari chissà... la vita può cambiare in un momento):
Di PostSecret ho parlato QUI.
Mio papà si chiede perché non siamo vicini!
Menzione d'onore dedicata (augurando loro tutto il meglio e che sia presto) a chi non mollerà il proprio lavoro proprio oggi...
(ma magari chissà... la vita può cambiare in un momento):
Mollo il mio lavoro oggi. La vita è troppo breve per essere infelici.
Di PostSecret ho parlato QUI.
lunedì 2 aprile 2007
splinder delle meraviglie
Pubblicato da
andrea 403
Stamattina ricevo una mail in cui mi si chede ragione di un commento a questo blog (o a OT, non sono sicuro) che io avrei cancellato... Poi apro questa pagina e scopro che al post sottostante è stato dimezzato il titolo (fino a un attimo fa era "il ritorno della" e morta lì)...
I casi sono due: o splinder fa più schifo del solito, oppure qualcuno mi ha hackerato il blog e si diverte a fare scherzi...
Chissà perché la seconda mi pare meno probabile...
(e comunque in tutta la mia carriera di blogger io ho cancellato solo tre commenti, due erano spam e uno era di Ipofrigio, su OT, che mi segnalava che avevo scritto male "Renato Rascel", l'ho corretto e ho cancellato il commento)
Tutto ciò mi spinge a una preoccupata osservazione: io non faccio back up dei mei post, se domani splinder andasse definitivamente alle cozze io perderei tutto quello che ho scritto qui e su OT (e se non ho capito male, quando Dada - attuale proprietario di Splinder - acquisì Clarence dopo un po' avvenne proprio qualcosa del genere). Non è che sarebbe questa gran perdita per l'umanità, ne convengo, ma a me un paio di cose mi spiacerebbe non poterle rileggere, tra un po'...
I casi sono due: o splinder fa più schifo del solito, oppure qualcuno mi ha hackerato il blog e si diverte a fare scherzi...
Chissà perché la seconda mi pare meno probabile...
(e comunque in tutta la mia carriera di blogger io ho cancellato solo tre commenti, due erano spam e uno era di Ipofrigio, su OT, che mi segnalava che avevo scritto male "Renato Rascel", l'ho corretto e ho cancellato il commento)
Tutto ciò mi spinge a una preoccupata osservazione: io non faccio back up dei mei post, se domani splinder andasse definitivamente alle cozze io perderei tutto quello che ho scritto qui e su OT (e se non ho capito male, quando Dada - attuale proprietario di Splinder - acquisì Clarence dopo un po' avvenne proprio qualcosa del genere). Non è che sarebbe questa gran perdita per l'umanità, ne convengo, ma a me un paio di cose mi spiacerebbe non poterle rileggere, tra un po'...