Faccio un salto al supermercato qui dietro, mi procuro qualcosa per il pranzo. All'uscita mi avvicina un giovane, chiaramente "matto", che mi chiede qualcosa relativamente a un funerale che si terrebbe nella chiesa di fronte.
La chiesa è chiusa e non si sta tenendo proprio alcun funerale e purtroppo non si capisce bene cosa voglia sapere il matto. Non è per nulla agitato, ma si esprime in modo troppo sconnesso. Non si capisce. Non gli sono d'aiuto. Saluto gentilmente e me ne vado un po' impacciato, lui già non fa più caso a me...
Mentre mi allontano penso che magari potevo provare a capire meglio cosa voleva. Altri due passi e l'ho dimenticato.
Vado verso casa con le mie borse, e mi cade l'occhio su una mamma che sta facendo scendere dall'auto i suoi due figli. È bella, ha l'aria stanca. Intanto che passo l'osservo forse più del giusto, ma lei non ci fa caso.
La supero e la mia mente è già via, mi sto immaginando uno scambio di battute tra me e lei in cui le spiego perché mi sono soffermato a guardarla e mi scuso se l'ho infastidita, m'immagino alcune sue possibili risposte, ne scelgo una che faccia procedere bene il dialogo e ragiono un po' sulla mia replica.
Sono quasi davanti al carraio di casa e mi rendo conto che sto parlando da solo, la voce è bassa ma il dialogo immaginario con la mamma senza nome l'ho recitato a un volume di certo udibile. Mentre apro il cancello torno a pensare che era meglio restare a parlare col matto.
Sempre che il matto parli volentieri con qualcuno che parla da solo per strada.
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15 commenti:
complimenti complimenti . ecco un pezzo di scrittura del tutto sprecato su un blog (dato il livello dei blog, dico).
dato il livello del blog...
ah ah ah, grazie
ma a te è piaciuto solo perché hai ben presente l'esselunga, la chiesa e il passo carraio :)
te l'ho già detto al telefono dieci minuti fa, ma lo aggiungo qui per il piacere del colto e dell'inclita: se avessi aspettato poco, avresti potuto aggiungere al quadretto la vecchia che è finita sotto le ruote del 15 all'incrocio con via Cermenate, povera donna.
Certo aver presente benissimo i luoghi è una spezia in più alla lettura, ma il pezzullo ha un autentico peso letterario che sui blog dove lo trovi?
Anche l'episodio in sé però merita....fa tanto Charlot o Buster Keaton.... :D
splendido testo.
mi compiaccio.
pure del fatto che parli da solo. io sempre, e dà parecchia soddisfazione, visto che ho sempre ragione.
i miei stadi nel parlare da solo...
1. il cane (15 anni fa)
hai un cane, parli col cane, spesso il cane capisce (ha un buon vocabolario passivo e coglie le intonazioni)...
2. il computer (10 anni fa)
passi tutto il giorno davanti al computer per lavoro, solo tu e lui, spesso le cose non vanno come dovrebbero, e allora - a seconda dei casi - imprechi, implori... provi a convincere quel cassone maledetto a leggere quel file così importante che rifiuta di riconoscere...
3. per casa (5 anni fa)
sei da solo, non trovi qualcosa, voi che non ti scappi uno squillante "ma dove cazzo sei finito?" Da lì al non rendersi più conto se si sta pensato a voce alta o meno il passo è brevissimo...
4. per strada, di ritorno dal super
è il non ritorno...
:)
biancac
e invece io mica mi do sempre ragione, sai...
un inferno...
neronda
sarà... a me pare più un woody allen così così...
nono lo stadio finale è parlare coi mobili, stare davanti a un cassetto o alla credenza o all'armadio e dire ma che volevo da qua? cosa dovevo prendere? boh e mentre ti allontani ah si mi serviva un paio di calzini o il mestolo o...
a me è piaciuto molto
(questo pezzo di scrittura, dico)
Si, forse pure Woody Allen, ma dipende dal livello di isteria/balbuzie nella voce....
Vabbè dai, per quanto mi riguarda io parlo : coi vestiti chiedendo consigli sul look, con le piante se mi ricordo di innaffiarle, e da piccola con un fantomatico Dio dell'ascensore che per l'appunto viveva in ascensore....
:D
Stavo parlando adesso alle mie piante e davvero questo ficus che sta con me dal 1997 ora si è messo fare i capricci. Dice che da un annetto lo trascuro... Sarà il blog?
In effetti sarebbe interessante poter leggere un resoconto dell'incontro all'uscita del supermarket, scritto dal "matto"... insomma: una sorta di confronto all'americana fra post! :)
Un saluto, Paolo.
Dido #8
no no lo stadio finale è parlare coi mobili
non nel mio caso, nel senso che io al parlare coi mobili ci sono arrivato poco dopo il computer :) che comunque si è nell'intimità della propria magione.
Sostenere, per strada, una conversazione con una mamma sconosciuta (e per altro non presente) mi pare un po' oltre.
8e49 #9
Francesco, ben ritrovato!
Grazie mille, mi fa piacere.
neronda #10
lo so, lo so che hai una visione gnostico-paneteistica dell'universo.
beata te che vivi in un mondo così di denso di presenze... io invece parlo proprio da solo, credo ci sia la sua bella differenza :)
L'unico dio che mi considera è quello dei parcheggi, e comunica con me solo attraverso i parcheggi che mi fa trovare ovunque (beh... è già qualcosa...)
biancac #11
Dice che da un annetto lo trascuro... Sarà il blog?
mmm... sta capitando anche a te, come alla tua povera amica, di trascurare la realtà a favore del virtuale?! Da te non me lo sarei mai aspettato :-P
breakfast #12
Paolo benvenuto!
Oggi sono riandato al super, ma il matto purtroppo non c'era. Altrimenti gli avrei chiesto l'url...
(auguri per il nuovo blog)
mi è piaciuto molto sta cosa che hai scritto, la trovo di una poesia..
vedo i tuoi stadi del parlare da solo: sono anche i miei tranne per il cane. poi, parlo da sola in macchina. per la strada ancora non mi è successo, ma spesso ne ho voglia. sarà il non ritorno?
per la strada ancora non mi è successo, ma spesso ne ho voglia. sarà il non ritorno?
io penso di sì :)
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