Radio popolare l'ascolto (e apprezzo) sempre meno. Pace. Questa mattina sono stato piacevolmente sorpreso dalla messa in onda de La maglia nera un monologo di Matteo Caccia sulla carriera di ciclista di Luigi Malabrocca.
Siamo al Giro d'Italia del 1946, il giro della ricostruzione. Nell'Italia del dopoguerra la gente sogna grazie a Bartali, Coppi e alla radio e la gazzetta che raccontano le loro gesta.
Il giovane Luigi Malabrocca, di Trotona, detto il Cinese per via di due occhi un po' a mandorla, si ritrova ad essere il fanalino di coda del giro. Dopo poco scopre che dei tanti posti in classifica a cui può ambire, quello non è certo il peggiore. La sua famiglia non è ricca, lui fa il ciclista per mestiere e scopre che essere l'ultimo del giro, beh, può diventare un mestiere anche quello. La gente prova simpatia per lui, per la "maglia nera" (definizione inventata apposta, in opposizione alla maglia rosa che guida la classifica). Cominciano ad arrivare i regali, in natura, ma anche in contanti. A fine giro ha guadagnato di più con i "premi tappa" dei tifosi che non con l'ingaggio della squadra.
La sua carriera è segnata, non è che non abbia dei numeri, anzi il Cinese è un corridore forte e resistente, ma non può certo ambire alle vette del Giro d'Italia e la maglia nera rende sempre meglio. Nel 1947 a fine giro, come ultimo in classifica Malbrocca ha guadagnato più del terzo. Ma non è che basta arrivare ultimo, bisogna farlo bene. Bisogna non arrivate fuori tempo massimo che si verrebbe squalificati, bisogna concedersi alla stampa e mantenere la simpatia del pubblico. E Malbrocca lo sa fare.
Nel 1948 la sua squadra non partecipa al Giro d'Italia, ma l'anno successivo la storia della maglia nera arriva al suo culmine. Nel 1949 Malabrocca, per la prima volta, ha un antagonista.
Quell'anno il giro è più seguito che mai, la radio ha messo in pista il Giringiro, un varietà dopo corsa - scritto da Garinei e Giovannini e condotto da Mario Riva - che ha un grande successo. Gli autori del Giringiro capiscono quanta presa possa avere la maglia nera sul pubblico e la trasmissione contribuisce non poco ad aumentarne il mito (e il premio in denaro che arriverà a fine giro).
Quell'anno, all'ultimo momento, è stato chiamato a partecipare alla corsa Sante Carollo, un muratore vicentino di 25 anni che deve sostituire un campione infortunato. Carollo è un disastro, sin dalla prima tappa si fa staccare dal gruppo di ore. E mentre Carollo si dispera e si vergogna per la sua ultima posizione in classifica, Malabrocca comincia a preoccuparsi.
E fa bene. Carollo non ci mette molto a capire di trovarsi in una posizione che può fruttargli parecchio. Malabrocca corre ai ripari, le immagina tutte pur di rallentare, provoca o s'inventa forature, pedala al minimo accettabile, arriva perfino a infrattarsi per lasciar passare gli altri. Mentre in vetta alla classifica Bartali e Coppi si sfidano in velocità (vincerà Coppi) in coda Carollo e Malabrocca si sfidano in lentezza, con un confronto che arriverà ad appassionare i tifosi quasi quanto quello per la testa.
Il direttore del giro arriva a convocarli per richiamarli all'ordine, in una gara pensata per premiare il corridore più veloce d'Italia, tutta questa attenzione e simpatia per il più lento pare sconveniente. E poi i cronometristi non ne possono più. Troppe le ore di lavoro fatte in più per aspettare i due contendenti alla maglia nera. I cronometristi minacciano di scioperare. Il direttore vorrebbe che trovassero un accordo almeno per contenere i ritardi, Malabrocca di suo ci aveva anche già provato, ma Carollo tiene duro, sta vincendo (ossia perdendo) con un buon margine e sente di avere la maglia nera in pugno.
Quel giro finirà con un'epica tappa Novara-Milano, Carollo forte delle sue due ore e venti di vantaggio (ossia di svantaggio) su Malabrocca arriva col gruppo senza curarsi troppo del rivale, ma il Cinese sta per superare se stesso: copre i 40 chilometri della tappa in 3 ore e 16 minuti, cito dalla gazzetta: "approfittò di una foratura, entrò in un’osteria, accettò prima da bere, poi l’invito a casa di un tifoso che gli voleva mostrare una particolare attrezzatura per la pesca, infine si rimise in sella e pedalò al minimo. Un trionfo al contrario". Malabrocca recupera tutto il margine di Carollo e chiude il giro con un quarto d'ora in più dell'avversario. Ma la maglia nera non sarà comunque sua. I cronometristi infatti, estenuati dal suo ritardo, se ne sono andati a casa assegnandogli un tempo di fantasia che garantisce a Carollo una sconfitta (ossia una vittoria) con margine.
È l'ultimo giro per Luigi Malabrocca che lascia il ciclismo e si mette a fare il pescatore sul Ticino. È anche il primo e ultimo giro per Sante Carollo che lascia anche lui il ciclismo.
Ma la storia del Cinese non è finita qui. Passano due anni e Malabrocca si lascia convincere dall'amico giornalista Adriano Dezan a partecipare al primo campionato di ciclocampestre, una nuova disciplina che sembra fatta apposta per le doti atletiche dell'ex perdente professionista.
È il 1951: ultimo sulla strada, Luigi Malabrocca sarà il primo nel fango, diventando campione d'Italia di ciclocross e bissando il successo nel 1953.
Malabrocca è morto a 86 anni giusto una settima fa. La sua storia oltre che nello spettacolo di Matteo Caccia (che sarà in giro per teatri la prossima stagione) è raccontata nel libro Coppi, Bartali, Malabrocca e Carollo di Benito Mazzi. Qui e qui due recensioni (Avvenire e Stampa) del libro.
Qui il coccodrillo della gazzetta per la sua morte.
Qui la voce Wikipedia su di lui.
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domenica 8 ottobre 2006
l'invincibile sconfitto
Pubblicato da
andrea 403
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9 commenti:
Commovente
Te l'hanno già detto, vero, che noi utenti windows per vedere i commenti dobbiamo accanirci con le scrollbar?
...
Sì, grazie... ovviamente è una cosa che io non so come aggiustare nello specifico, visto che i commenti sono quelli d'ufficio di un template d'ufficio di splinder...
Cercando di ovviare "nel generico" provo a vedere se riesco a modificare il template in modo da avere i commenti in una finestra di popup (come hai te) questo dovrebbe bastare per riconciliare i miei commenti col vostro mondo microsoffice... sperèm...
Tombola! Così è perfetto.
ciao
Ne sono lieto!
Farei di tutto per i miei lettori (o quasi)...
In realtà sono proprio i template splinder a far schifo... un blog su tre lo vedo spaginato (è che tutti 'sti fanatici del fumetto usano il mecchintosc'). Solo che ti avevo appena visto nei panni di stupidman e mi è venuta voglia di darti un po' fastidio.
Ciao
P.
Guarda, da quando io e i miei non si lavora più nella redazione di macworld (basta, azzerata) non ho neanche più motivi alimentari per parlar bene del mac (e non che lo facessi quando ne avevo). Ma motivi per parlar male di microsoft, di quelli se ne trova sempre.
La maggior parte della roba in giro si vede bene, non solo sotto mac, ma pure sotto win (avendo però l'accortezza di non usare il browser microsoft) se poi vogliamo dare la colpa ai template splinder lo si può fare (anche perché è vero, un template dovrebbe garantire massima compatibilità) explorer però resta un programma mediocre e windows un sistema operativo vincente per motivi ben altri dalla qualità.
Ah... il mio alter ego si chiama Stupid (pronuncia alla milanese, Stüpid) "Stupid man" è un errore di Vanzella...
mi è venuta voglia di darti un po' fastidio.
spiacente :) nessun fastidio...
Interessante...qualcuno sa dirmi se si puo' trovare un mp3 di questo monologo, da qualche parte?
Grazie!
M
Per il monologo in mp3 dubito fortemente che lo si possa trovare in giro. Lo spettacolo è una produzione nuovissima, che girerà i teatri questa stagione.
Dell'adattamento radiofonico, comprensibilimente, nel sito di Radio Popolare l'mp3 non c'è. Ci vorrebbe qualcuno che avesse registrato la trasmissione o che ne avesse "catturato" lo streaming... trovarlo mi pare un'impresa ben poco possibile.
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