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lunedì 4 ottobre 2010

narrativa involontaria

Ho questo amico che fa il traduttore, lo fa di mestiere, lo fa con molta cura. Poco tempo fa stava traducendo la biografia di uno scrittore americano e trovandosi nel dubbio su come tradurre un aggettivo usato per descrivere l'aspetto di certe bozze di stampa, mi ha chiesto un consiglio (potrei tirarmela dicendo che me lo ha chiesto perché so l’inglese benissimo, o perché la so lunga sugli scrittori statunitensi, ma la verità è che, in quanto ex operaio fotocompositore, negli anni ’80 di bozze, menabò, strisciate e patinate ne ho maneggiate parecchie).
 
Quando ha finito questa biografia, di questo scrittore americano, ha ritenuto che mi potesse interessare un elenco, che ha dovuto fare, dei termini ricorrenti presenti nel libro e di come lui li ha tradotti (è un documento di servizio, destinato a chi – oltre a lui – dovrà mettere le mani sul libro in lavorazione). Me lo ha mandato.
 
Io quell’elenco l’ho trovato bellissimo. Perché senza che sapessi nulla della vita di questo scrittore, con solo quell’elenco e un minimo di rimuginamento, si può ricostruirne l'esistenza. Non nei dettagli, certo, ma nei temi, nei passaggi salienti.

Ora pubblico quell’elenco, poi vi dico chi è lo scrittore.

“fiction" io l’ho reso di volta in volta con “narrativa” o con “letteratura”, più raramente con “scrittura”; “editor” l’ho lasciato, tranne quando non corrispondeva chiaramente a “redattore” o “curatore” (di antologia, etc.); “editor in chief”, “associate editor”, “student editor” etc. li ho lasciati come sono, evidenziati in grassetto come ogni altro termine dubbio; ”copyediting" o “copy editing” o “copy-editing” è “revisione testuale” (“copy editor”, revisore del testo); “chapbook” è “plaquette”, “collection” è “raccolta” o “antologia”, secondo i casi, “galley proof” è “bozza di stampa” o solo “bozza”, “proof sheet” è “prova di stampa”, “advance copy” è “copia di saggio”.
 
“Term” è “sessione” quando non sia chiaro se si tratti di trimestre o semestre; “faculty” è “corpo insegnante”; “graduate student” è “laureando”; “workshop” è “laboratorio”; “building”, riferito all’università, è “istituto”; “tenure” è “passaggio in ruolo”; “fellowship” è “borsa di studio” o “ sovvenzione”: in quel contesto, “fellow” è “borsista”.
 
“Liquor store” è “bottiglieria”; “pint”, semplicemente “bottiglia”, “tavern” è “bar”, “lounge” è il bar di un albergo;  “jitters” è il delirium tremens (DT); “to jones” e “jonesing” sono “andare in astinenza” e “sintomi di astinenza”; “detox” è “centro di riabilitazione”.
 
“Bankruptcy” è “bancarotta”; “bancruptcy court” è “tribunale fallimentare”; “bankruptcy lawyer/attorney” è “curatore fallimentare”; “claim” (detto di creditori) è “spettanza”, “collector” è “agente (o agenzia) di ricupero crediti”; “rubber check” è un assegno scoperto, “bail” è “cauzione”.

Nel primo paragrafo si capisce che abbiamo a che fare con qualcuno che ha speso il suo bel tempo nel mondo dell’editoria. Nel secondo paragrafo capiamo che il suo mondo era anche quello universitario. Poi capiamo che il protagonista della nostra storia ha avuto problemi, seri, con l’alcol. Infine che coi soldi deve avere avuto tanti problemi quanti ne ha avuti con l'alcol.
 
Narrativa involontaria, preterintenzionale. Un testo che per diventare storia ha bisogno che il lettore faccia lui un po’ del lavoro (il lettore un po’ di lavoro lo fa sempre, in questo caso è un lavoro particolare, quasi di detection).
 
Quello della narrativa in cui l’autore fornisce gli indizi e sta al lettore ricostruire nella propria testa la storia che l'autore aveva in mente è un tema a cui sono personalmente legato. Magari più tardi ci faccio sopra un altro post.
 
Il letterato americano in questione, dalla vita tanto travagliata, è Raymond Carver.

10 commenti:

anonimo ha detto...

(Sto leggendo Principianti in questo perirodo... Ecco, grazie perché ho trovato questo post interessantissimo).

La

403 ha detto...

Laura, ciao!
(quando si dice le coincidenze...)

anonimo ha detto...

peccato che poi diventi ricco, astemio, innamorato, vanesio e un po' più noioso... 

403 ha detto...

Quella parte del libro fortunatamente nell'elenco non c'è :)

Ciao letteregialle!

viadellaviola ha detto...


melosentivomelosentivomelosentivo!
che era carver.

403 ha detto...

Che potrebbe essere una sorta di quiz per acculturati... qualcosa tipo "io ti do le parole ricorrenti nella biografia di un personaggio e tu ti devi indovinare che personaggio è"...

anonimo ha detto...

(Ciao anche a te, Andrea! :-) ...E quella raccolta mi sta piacendo molto)

La_Koalina ha detto...


Che potrebbe essere una sorta di quiz per acculturati... qualcosa tipo "io ti do le parole ricorrenti nella biografia di un personaggio e tu ti devi indovinare che personaggio è"...



ma i più furbi userebbero google!!!!!![IMMAGINE][IMMAGINE]

403 ha detto...

Ma secondo te se metti quella sfilza di parore il google ti salta fuori "raymond carver"? Secondo me no :)

La_Koalina ha detto...

ho provato e in effetti no.

però magari in altri casi sì.

è così che potresti vedere se una persona è davvero acculturata o se bara.[IMMAGINE]