La pinacoteca di brera io non l'avevo mai vista. Lo so, sarebbe meglio non dirla una cosa così. Sarebbe meglio dire: “erano anni che non visitavo la pinacoteca di brera”, ma non sarebbe il vero.
Lo stabile lo conoscevo perché da ragazzo ero stato più volte a consultare libri alla biblioteca nazionale braidense, un paio di volte sono stato pure all'orto botanico retrostante, ma la pinacoteca mai.
Ora dirò un'ovvietà: come per tutti i grandi musei (e per grandi intendo anche estesi) per godersela, brera, bisogna avere il coraggio di tagliar corto, di saltare anche intere sale, se è il caso. Ché tutta quella pittura veneta, lombarda ed emiliana del quattro-cinquecento sì, è bella, ma dopo un po' sortisce soprattutto l'effetto di far stare strette nella testa le immagini dei quadri che davvero vuoi portarti via di lì.
Che poi quei quadri non sono solo i “greatest hits” del museo (così a spanne: il cristo morto del mantegna, la pala montefeltro di piero della francesca, lo sposalizio della vergine di raffaello e il bacio di hayez) certo, sono pure quelli ma, personalmente, mi sono portato via con estrema soddisfazione anche l'enorme predica di san marco ad alessandria d'egitto di gentile e giovanni bellini (una tela di quasi 28 metri quadri, grande come un monolocale, una specie di cinemascope di inizi cinquecento), il trittico di camerino del crivelli (che a me è piaciuto più della più nota madonna della candeletta, sempre sua, esposta nella stessa sala) e pascoli di primavera di segantini (che un bel quadro divisionista fatto bene su di me ha sempre il suo fascino) più un bel po' di altri, ma in un post a modo deve starci poca roba e quindi chiudo qui.
Atto di civiltà il fatto che il biglietto vale tutto il giorno e quindi ci vai di mattina, esci per mangiare un boccone (che brera è una delle poche zone di milano con bar e ristoranti aperti verso ferragosto) e poi rientri a vederti la barcata di sale che ancora ti restano da vedere.
Infine un discorso a parte, per me, va fatto per le tre opere di boccioni presenti nella collezione jesi: rissa in galleria, la città che sale bozzetto per un quadro omonimo che sta al MoMA e l'autoritratto.
Da bambino, io sono cresciuto esplorando la biblioteca paterna e, in particolare, i volumoni della fratelli fabbri dedicati all'arte moderna. Gardavo le figure. Non ho mai letto nulla che non fossero le didascalie, quindi la mia ignoranza né è uscita pressoché intatta, però per anni ho passato lì i miei pomeriggi, dentro l'arte moderna (mica tutti i pomeriggi, uscivo anche per andare ai giardinetti o nei campi di mais verso chiaravalle a guardare i ratti che popolavano le fogne a cielo aperto che l'irrigavano) dicevo, per anni ho passato i miei pomeriggi lì, a guardare quelle figure: boccioni, balla, pollock, duchamp, kline, mondrian, oldenburg, warhol, lichtenstein, mirò, jasper jones, kandinsky, rauschenberg, rothko... non ne so nulla, nulla di nulla, ma quando incappo in uno dei loro quadri, mi sembra di essere tornato a casa.
E a brera, nella sala della collezione jesi, c'è un pezzetto di casa mia.
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6 commenti:
Bello!
Certo che è bello! Ci sono secoli di arte e cultura appiccicati, a mazzi, alle pareti. E il tutto per soli 6 euros (ormai meno di un cine).
:P
Ci andrò anch'io… ma si vede la Gioconda?
io ci sono andata una volta sola e mi sono ricordata di cadice.
vi ho detto di cadice.
ci voglio tornare. magari un po' preparata, mi è sembrata un po' caotica e mi sono persa, però poi ho fatto bei sogni.
mi è sembrata un po' caotica
Non bisogna avere fretta, il progetto di riorganizzazione detto «la Grande Brera» ha compiuto appena i quaranta quest'anno.
Nel frattempo la raccolta Jesi, tanto giustamente ammirata da 403, ha fatto in tempo a essere donata, lasciata in sospeso, ritirata dagli eredi e infine *ricomprata* a caro prezzo dal Comune…
>Ci andrò anch'io… ma si vede la Gioconda?
non lo so, prova... a brera c'è pure l'osservatorio, vai li, punta l'orizzonte in direzione nor-ovest e quindi aguzza la vista. Magari qualcosa si vede.
>mi è sembrata un po' caotica
va studiato prima un piano di battaglia e si deve capire dove tirar dritto e dove soffermarsi, in questo modo poi ti resta meno disordinata "dentro".
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