L’appello, rivolto a tutti i mezzi di comunicazione italiani, è di dedicare quotidianamente uno spazio, anche piccolo, a quanto resta da fare e anche a quanto è stato fatto e si farà a L’Aquila.
Mafalda, con la sua semplicità, lo chiede a voce alta: “L’Aquila: a che punto siamo?”. Una piccola testimonial d’eccezione, la cui immagine può essere utilizzata da tutti coloro che, sposando lo spirito di informazione alla base di tutto questo, potranno utilizzare come logo per spiegare, appunto, a che punto siamo.
È un'iniziativa voluta da Ivan Giovannucci dell'agenzia letteraria Caminito (che rappresenta, tra gli altri, anche Quino, l'autore di Mafalda), il comunicato stampa lo si trova QUI, la relativa pagina facebook QUI.
Indipendentemente dagli esiti di questa campagna, perdere di vista L'Aquila e la sua mancata ricorstruzione, non è un bene.
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coazione a ripetere
Secondo quelli di Oh No They Didn't! i poster da film hollywoodiani possono essere ricondotti a tredici tipi fondamentali. QUI la catalogazione con ricca casistica di esempi [via neatorama].
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shut up little man
Traduco da boingboing, post di martedì scorso:
Nel 1987, Eddie e Mitch si trasferirono in un appartamento economico a San Francisco dove, attraverso le sottilissime pareti, fecero la conoscenza dei loro vicini, due alcolisti di mezza età: Raymond (un furioso omofobo) e Peter (un appariscente gay). Per 18 mesi, Eddie e Mitch usarono un microfono fuori dalla finestra della loro cucina per documentare la bizzarra relazione tra i due vicini mezzi matti, dando così il via, senza volerlo, a uno dei primi fenomeni "virali" controculturali, nel mercato della audiocassette underground.
Su tutta questa vicenda Matthew Bate ha girato, usando interviste e ricostruzioni, un documentario che è stato presentato all'ultimo Sundance. Questo è il trailer:
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libri (in realtà uno solo, ma altri due li avevo di già)
Questa settimana, ad aspettarmi in portineria c'era solo un libro: Thomas Eccardt, Secrets of the Seven Smallest States of Europe: Andorra, Liechtenstein, Luxembourg, Malta, Monaco, San Marino and Vatican City (Hippocrene Books) che, come si può intuire dal titolo, si occupa dei sette più piccoli Stati europei. Ne sunteggia i tratti comuni nella prima parte e poi si dedica alle peculiarità del singolo stato nella seconda. In realtà di gran segreti non mi pare ne riveli, però.
Lo sto leggiucchiando, l'introduzione mi ha fatto temere il peggio da quanto è buttata lì, in realtà il libro – pur senza guizzi e con un atteggiamento un po' scolastico – è interessanete il giusto.
Il libro di questa settimana va a fare il paio con altri due, che mi sono procurato tempo addietro ("fare il paio", se si tratta di tre pezzi non si dice, diciamo allora che va a fare tripletta).
Erwin S. Strauss, How to Start Your Own Country (Paladin Press) e John Ryan, George Dunford, Simon Sellars, Micronations: The Lonely Planet Guide to Home-Made Nations (Lonely Planet). Due libri deidicati a nazioni ancor più piccole di quelle del libro di Eccart, quasi tutte più piccole ancora di Città del Vaticano!
Stiamo parlando di posti veri e propri come il Principato di Sealand ma anche di luoghi come il regno e la repubblica di Talossa, di fatto entrambi esistenti solo su internet. Io su queste cose ci perderei le ore!
(ehm... non è che ce le perderei, ce le predo davvero!)
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delle città nel tempo come fossero uova
Restando in ambito geografico vi riposto qui una bella cosa che ho trovato su Strange Maps: un'alalogia tra le uova e l'evoluzione delle città nei secoli:
uovo sodo – antica
uovo al tegamino – sec. 17/19
uova strapazzate – moderna
QUI il post di Strange Maps, che ha preso l'immagine da QUI.
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e per finire... murmuration!
Ricordate il mio post di stamattina? "Murmuration" in inglese è il termine che indica uno stormo di storni (di storni su 403 vorrei proprio riparlarne, prima o poi). "Murmuration" è anche il titolo di questo filmato sul fiume Shannon, in irlanda, realizzato da Liberty Smith e di Sophie Windsor Clive [via ticklebooth]:
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