I nuovi comandamenti della religione misticatea sono:
1. non adorare alcun Dio, aiutati in modo che tu possa far progredire l'anima tua;
2. non prendere l'abito della bestemmia poiché ti renderebbe volgare;
3. ama i tuoi genitori, e anche se sono perversi non disprezzarli mai;
4. non uccidere; se possiedi istinti sanguinari con lo studio della religione misticatea, la ginnastica e la solitudine puoi dominarli;
5. riposati in quel giorno che più ti sembra propizio, perché non hai il dovere di santificare nessuno;
6. non commettere adulterio, sebbene non vi sia cosa più ardua che vincere i propri istinti carnali; vi sono tre soli rimedi per i mali d'amore: fuggire, distrarsi, studiare; odia la tua carne e le sue schifose voglie, combatti con tutti i mezzi per mantenerti puro, perché la purezza facilita l'evoluzione dell'anima; non rendere i piaceri carnali l'unico scopo della tua esistenza, altrimenti diverrai schifoso più di un gatto e di un cane; per facilitare il tuo compito esercitati alla ginnastica, studia la matematica, l'astronomia, la metafisica, recati a letto stracarico di sonno e non guardarti nudo; non bere vino, non recarti al cinema, non guardare le gambe delle fanciulle perché proprio dal basso sorgono i desideri ignobili, e vivi sulle vette dei monti anche se da quelle altezze solitarie ti sembrerà di scorgere rosate parvenze di donne nude fra albero e albero;
7. non rubare; e
8. non desiderare la donna d'altri.
Leggo questo decalogo monco, ridacchio e mi vengono in mente due cose.
La prima è celeberrima e riguarda gli elenchi arbitrari:
Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola "Emporio celeste di conoscimenti benevoli". Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono inMa, soprattutto, il delirante comandamento misticateo numero sei, col suo deragliato finale allucinatorio, mi ha fatto venire in mente un'altra cosa, persino più divertente della lista di Borges.
(a) appartenenti all'Imperatore,
(b) imbalsamati,
(c) ammaestrati,
(d) lattonzoli,
(e) sirene,
(f) favolosi,
(g) cani randagi,
(h) inclusi in questa classificazione,
(i) che s'agitano come pazzi,
(j) innumerevoli,
(k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello,
(l) eccetera,
(m) che hanno rotto il vaso,
(n) che da lontano sembrano mosche.
Il libro da metrò è di Paolo Albani, "I mattoidi italiani", Quodlibet, Compagnia Extra, 2012.
Il brano di Jorge Luis Borges è tratto dal capitolo "L'idioma analitico di John Wilkins" in "Altre Inquisizioni" (traduzione di Francesco Tentori Montalto), Adelphi, 2000 (ma io l'ho preso dalla mia edizione Feltrinelli anni '90).
Infine, quel capolavoro a fumetti che avete appena letto (perché l'avete letto vero?! non siete scesi qui giù saltando il fumetto? sarebbe una sciocchezza, su leggetelo) è tratto da una perla (purtroppo) rara: il primo libro pubblicato in italia di Lewis Trondheim "Monolinguisti e altri esercizi di stile" (traduzione di Alessandro Panzeri, Silvia Alzavola e Emanuela Ghinaglia) Rasputin!libri, 1998.
Credo sia uno dei libri che più ho regalato in vita mia, finché mi è stato possibile.