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martedì 5 febbraio 2013

niels bohr e la sparizione dell'oro

Parlando dei libri arrivati in dicembre ho detto che il protagonista di uno (Niels Bohr) lo avevo trovato in un altro. A seguire la relativa citazione (dalle pagg. 44/45).
Il processo di dissolvimento dell'oro è stato inaspettatamente messo a frutto in almeno un'occasione degna di nota. Nel 1933, la persecuzione nazista degli scienziati ebrei in Germania stava spingendo molti di loro a emigrare o a rifugiarsi in laboratori di Paesi stranieri. Due premi Nobel per la fisica, Max von Laue (vincitore nel 1914 per la scoperta della diffrazione dei raggi X) e James Franck che aveva ottenuto il premio nel 1925 per aver prodotto una conferma sperimentale della quantizzazione dell'energia), consegnarono le loro medaglie a Niels Bohr perché le custodisse presso l'Istituto di fisica teorica di Copenaghen. Nell'aprile 1940, quando l'esercito tedesco invase la Danimarca, Bohr aveva già donato la propria medaglia Nobel a un'asta di beneficenza per le vittime della guerra, ma voleva nascondere quelle degli scienziati tedeschi perché, se fossero state scoperte nel suo laboratorio, la loro già difficile posizione sarebbe stata ulteriormente compromessa: le medaglie, infatti, portavano i nomi dei vincitori ed essendo d'oro la legge non consentiva di farle uscire dalla Germania.
Uno dei colleghi di Bohr a Copenaghen era il chimico ungherese George de Hevesy, che nel 1923 aveva scoperto un nuovo elemento, l'afnio (da Hafnia, il nome latino della città). Il suo primo consiglio fu quello di seppellire le medaglie, ma Bohr temeva che in tal modo sarebbero state facilmente rinvenute; così, mentre le truppe naziste entravano in città, decise invece di scioglierle nell'acqua regia (con una certa difficoltà, raccontò in seguito, dato che si trattava di una notevole quantità d'oro e persino questo forte acido faceva fatica a intaccarle). I nazisti occuparono l'Istituto e perquisirono a fondo il laboratorio di Bohr, ma non si presero la briga di accertarsi del contenuto delle bottiglie di liquido marrone su uno scaffale, che rimasero lì indisturbate per tutta la durata del conflitto. A guerra finita, Bohr poté cosi rimandarle all'Accademia reale svedese delle scienze, spiegando in una lettera che cos`era successo; l'oro venne quindi recuperato e la Fondazione Nobel coniò due nuove medaglie per i fisici tedeschi.

Hugh Aldersey-Williams
Favole Periodiche
Rizzoli
Traduzione di Daniele Didero
22 €
592 pagine
Isbn: 9788817048583

3 commenti:

Shapa ha detto...

Sei ingiusto tre su quattro hanno un collegamento :)

Shapa ha detto...

Correggo, avevi ragione, sono consigli casuali.

andrea 403 ha detto...

già...