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martedì 7 agosto 2012

da vicino...

Cena da un’amica. C’è anche una tipa sulla quarantina, esuberante, ex ricca. Ora invece è sfruttata e sottopagata in uno studio di avvocati, più che altro la fanno rispondere al telefono, straordinari obbligatori, niente pausa pranzo, se ne lamenta senza spocchia, non da nobile decaduta, ma da donna che fa fatica. Vive da sola col cagnolino, a parecchi chilometri dal lavoro e, in effetti, le sue giornate devono essere proprio faticose, tutte.
Tipa strana, che ancora deve fare i conti con la ricchezza a cui, da un po’ di anni, ha dovuto rinunciare. Lei che era abituata a scarpe da 500 euro al paio, racconta che ha appena comperato dai cinesi i pantaloni che ha addosso, li ha pagati solo qualche euro ed è preoccupata. È preoccupata perché “chissà con che cosa gli hanno tinti”, sostanzialmente ha paura che siano pantaloni velenosi.
Poi però salta fuori che, tra le tante cose, lei ha un passato da palestrata dura, all’epoca aveva un fidanzato più impallinato di lei. Parla di quei tempi con nostalgia: ore di attività tutti i giorni per entrambi e poi si facevano di steroidi per bovini, roba importata illegalmente dalla Turchia. Lui adesso per colpa di quelle iniezioni è cardiopatico e lei, dopo anni, ha ancora il fegato scassato. Però con chissà cosa hanno tinto quei pantaloni.

Non mi è simpatica, anzi, ma è strana, un nodo di contraddizioni a suo modo affascinante. Nel corso della serata a chiacchiera, non so come, salta fuori del mio andare in galera e quello che faccio lì, giusto due battute. E lei, parlando di carcere, ha le idee chiare: «se hai ucciso qualcuno devi restare in prigione per sempre, perché mai la società dovrebbe darti una seconda possibilità? È già così difficile per noi normali».

Ecco, questa frase così superficiale, miope ed egoista, mi ha intenerito. È quel “noi normali” che mi ha intenerito, che quasi avevo voglia di abbracciarla.
Perché io penso ci voglia autentico candore per pensare che esistano i “normali” di cui facciamo parte noi e poi, fuori da quel noi, ci sono gli assassini. Per me è un pensiero da una che è riuscita a rimanere bambina, a suo modo.

E mi è venuta in mente a una rassegna estiva che, da sempre, si tiene qui a Milano all’exOP Paolo Pini (dove exOP sta per “ex ospedale psichiatrico”) la rassegna (che quest’anno è appena finita) riprendendo le parole di Basaglia, s’intitola “Da vicino nessuno è normale”, una frase che io ho sempre trovato bellissima e incontestabile.

Ma insomma che quella tipa lì, con tutta la sua fatica di oggi, le cose assurde fatte in passato, le idee bislacche riguardo a vestiti e accessori (è tuttora sinceramente convinta che una scarpa da 500 euro sia più conveniente di una da 8: “perché dura molto di più”) riesca ancora a pensare in termini di “noi normali”, mettendosi dentro, certo, ma mettendo dentro anche me e gli altri presenti alla cena (tutti individui discretamente scombinati, fidatevi) mi ha fatto venire voglia di abbracciarla.

Poi non l’ho abbracciata, nonostante non sia più una palestrata dura, mi è parsa piuttosto in forma. Se avesse frainteso il gesto, a stendermi ci avrebbe messo un attimo.

4 commenti:

Marco Bertoli ha detto...

Come ha fatto, da ricca, a diventare ex-ricca?

(L'empito d'affetto che alla fine hai provato per lei è un bell'effetto letterario - complimenti - , ma io non ci credo).

andrea 403 ha detto...

Come ha fatto, da ricca, a diventare ex-ricca?

io ho 'sto vizio di non chiedere le cose alla gente, secondo me c'entra con l'aver divorziato, ma è una mia idea.

(L'empito d'affetto che alla fine hai provato per lei è un bell'effetto letterario - complimenti - , ma io non ci credo).

È che mi credi peggiore di quel che sono. L'idea dell'abbraccio è un'invenzione letteraria, che abbracciare io abbraccio poco anche chi dovrei, mi vien poco e mi spiace. Ma il moto d'affetto c'è stato eccome.

milo temesvar ha detto...

e secondo me invece non chiedere la storia del tracollo finanziario è stata involontariamente una mancanza di sensibilità; certi personaggi hanno bisogno di raccontarsi. Anch'io non le avrei chiesto nulla, così, solo per cattiveria.

andrea 403 ha detto...

Mmm... sei hai ragione tu, sono io che mi credo migliore di quel che sono. Be'... può essere :)