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martedì 10 aprile 2012

ai margini

Qualche giorno fa, Brian Pickings riparla del numero primaverile di "Lapham's Quarterly" per riportare un'elenco di marginalia, ossia di annotazioni che i copisti medioevali riportavano a margine dei manoscritti su cui cavavano gli occhi.
Non aspettatevi dotte chiose al testo copiato, la maggior parte sono lamentazioni (del freddo, della stanchezza, dell'inchiostro che fa schifo, si ringrazia Iddio che presto verrà buio).
[...] in uno scriptòrium possiamo trovare monaci [...] con gli occhi opachi, con certe facce stanche e annoiate. Certi monaci si stancano e si annoiano a star li nello scriptòrium a copiare i libri a mano, dalla mattina alla sera, per tutta la vita.
Certi ragazzi si stancano e si annoiano, a scuola. Fanno dei disegnini, scrivono delle stupidaggini, sui quaderni, sui banchi. Anche certi monaci fanno così.
Per esempio in un libro copiato probabilmente nell’anno 783, probabilmeme in un monastero di Orléans (Francia), il monaco che lo copia, annoiato e stanco, mortalmente stanco, fa questa aggiunta, su un pezzo di pergamena che era restato bianco (traduciamo dal latino):
«Quanto a voi, lettori, che leggerete questo libro, curate bene la pulizia delle vostre mani, e tenete le vostre dita lontane clalla scrittura; perché chi non sa scrivere non pensa che sia una fatica, perché cinque servi aravano, tre lavoravano a fare i solchi. Oh, la scrittura, che grave fatica che e! Curva la schiena, rovina gli occhi, spezza il petto e le costole. E tu, fratello, che leggi questo libro, prega per il chierico Radulfus (Rodolfo) che lo scrisse nello scriptòrium di Sant'Aniano. Così Dio vi aiuti e vi protegga in tutte le vostre opere.»
Questo lo scriveva Giampaolo Dossena nel primo volume della sua "Storia confidenziale della letteratura italiana", per spiegare ai suoi lettori che gli scriptòria medioevali non erano tutti luoghi così romanzeschi come quello descritto nel fortunato romanzo di Umberto Eco di pochi anni prima. Ma torniamo a Brian Pickings, a "Lapham's Quarterly" e alla loro raccolta di marginalia:


Non è la prima volta che leggo marginalia ma – probabilmente poiché è la prima volta che ne leggo in inglese – come li leggo, questa volta mi vengono in mente altre scritte a margine, che ho vsito tanti anni fa in un libro che ho preso a Londra negli anni '80:


Il freddo, la stanchezza, la vernice che cola, la bomboletta del blu che è finita, il troppo buio in quel tunnel... A me sembrano quasi uguali :)


"Subway Art" è uscito nel 1984 ed è un libro fotografico che documenta il fenomeno di graffiti sui convogli della metropolitana di New York (nel 2009 è uscita una versione del 25ennale, in formato grande e con una settantina di foto in più) Martha Cooper e Henry Chalfant sono gli autori.

4 commenti:

milo temesvar (alias jeremyX) ha detto...

non era giusto che questo post rimanesse senza commenti, anche se marginali

Marco Bertoli ha detto...

Commento sommesso ma geniale, quello di Temesvar.

andrea 403 ha detto...

Grazie Milo!
(temevo di aver disabilitato i commenti per sbaglio :)

milo temesvar ha detto...

:)