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lunedì 30 dicembre 2013

un sogno fuori stagione

Adolf Hitler è vivo, è un po' più grassoccio e brizzolato di come lo ricordavo è i baffetti non sono così caricaturali, nel complesso, è proprio in forma. È in america a capo di una rete clandestina il cui primo passo sarà uccidere tutti i bambini della nazione.

Io sono una giovane donna, devo infiltrarmi nell'organizzazione neonazista, scoprire qual è il progetto di Hitler e farlo fallire. Sono bene addestrata, sono un capace agente segreto.

Il loro quartier generale è un grande complesso semi-industriale ai margini di una popolosa città (chicago?) le mie false credenziali sono ottime, e io sono estremamente brava, riesco ad arrivare fino al ristretto gruppo di collaboratori più fidati di Hitler. Lui stesso ci tiene a conoscermi e a illustrarmi personalmente il piano ormai a un passo dal suo compimento.

Ci affacciamo alla finestra, l'operazione è in corso, mi mostra le decine di camion in partenza e gli uomini che li stanno caricando. La merce sui camion, lo strumento di morte dei neonazisti, sono delle splendide, coloratisseme, uova di pasqua (perché, evidentemente, in questo mio sogno della notte tra il 29 e 30 dicembre, è pasqua). Il meccanismo mortale è semplice: le uova di cioccolato sono state riempite di gas venefico, quando i bimbi le romperanno per prendere la sorpresa, la vera sorpresa sarà la piccola e potente nube velenosa che ucciderà loro e chiunque sarà in quella stanza.

Ho i nervi saldi, da giovane hitleriana mi complimento, entusiasta, per la geniale ferocia dell'idea e intanto penso a un modo di lasciare quel posto e avvertire i miei superiori, molti camion sono già in viaggio per raggiungere ogni angolo d'america. Ma, colpo di scena, Hitler intuisce il mio doppio gioco (non per colpa mia, c'era un'imprecisione nelle carte della mia copertura).

Riesco comunque a fuggire di lì, Hitler mi è dietro, siamo assieme in strada, ci sono agenti della polizia locale che, vista la nostra concitazione, ci stanno venendo in contro, non so se posso fidarmi di loro.

Mi sveglio.
Prima che si possa capire se salverò i figli dell'america o no (ma sembrerebbe più sì che no).

Che altro dire?... Buona Pasqua!


La confusione pasqua/natale e la minaccia ai bambini d'america viene sicuramente dal fatto che ieri sera ho visto "Le 5 leggende" film sfacciatamente natalizio (con neve, babbo natale e tutto quanto) ambientato però a pasqua (ma si può?!).

Il fatto che io sia un'agente femmina (al netto dalle questioni psicanalitiche di cui volentieri parlerei col mio terapeuta se non ci fosse ben altro di cui discutere) viene probabilmente dal fatto che sto seguendo la serie tv del 2010 "Nikita" dove non solo la protagonista è (molto) femmina, ma lo è pure la sua complice infiltrata all'interno dell'organizzazione contro cui si battono.

lunedì 23 dicembre 2013

buon natale e felice anno nuovo!


martedì 17 dicembre 2013

spirito del natale 2: i libri

Avevo detto che lo faccio e lo faccio. Dopo i consigli di ieri, di cinzia, per i dvd, ho detto che oggi mi sarei inventato io qualcosa di regalizio natalizio libresco.
Anche se, dato il successo di accessi del post di cinzia, un po' mi dispiace toglierlo dalla testa della home di 403. Ma la vita va avanti, il natale incombe inesorabile e, se io voglio consigliare qualche libro per regali last-minute, o ora o mai più.

Ma visto che di libri da consigliare ne avrei millemila bizzeffe, devo per forza rendermi le cose difficili, più me le rendo difficili più sarà facile restringere il campo. Solo così posso farcela.
E per rendermi le cose difficilissime: niente classici, niente fumetti e niente saggi. Per uno che non legge più narrativa da lustri siamo decisamente sul facile-neanche-un-po'.

E, allora, andrò di evergreen personali: faccio mente locale e metto in fila un po' dei titoli che più ho regalato nella mia carriera di regalatore di libri (e quella di regalatore di libri è una delle carriere in cui più mi sono speso).

Quasi tutti libri leggeri e tutta roba economica che, se volete far scena, meglio che vi orientiate verso una trousse di dior o una bottiglia di laphroaig (cit.).

La zia Julia e lo scribacchino
Mario Vargas Llosa
350 pagine
Einaudi
Me lo consigliò il mio amico Eddi, saranno vent'anni, quando si bazzicava entrambi radio popolare (lui non ha mai smesso) dicendomi che secondo lui chi faceva radio doveva leggerlo per forza. Aveva ragione.
Ma la mia esperienza di regalatore librario mi dice che può piacere molto anche a chi la radio non l'ha mai fatta. È un libro brillante, fantasioso, divertente ed è una gioisa storia d'amore. C'è un diciottenne che, negli anni '50, studia legge e lavora alla Radio Panamericana di Lima. C'è l'affascinante zia (acquisita) del ragazzo. E c'è un eccezionale sceneggiatore di radio-novelas con le sue creature a occupare i capitoli pari del libro.
È l'unica cosa che abbia mai letto di Vargas Llosa e mi sta bene così. Quest'anno lo regalo a mio cugino, quello di Siena (che spero non legga il blog, in caso contrario: "ciao, sandro, scusa se ti ho sciupato la sorpresa").
Si trova nei "tascabili Einaudi" a €12,50 (isbn 8806180231) oppure rilegato in una collana dedicata ai nobel per la letteratura a €15 (isbn 886621325X) ma la sovracoperta ha una grafica bruttina, roba da club degli editori.

Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay   
Michael Chabon
832 pagine
Rizzoli
Se "La zia Julia e lo scribacchino" può piacerti anche se non hai mai fatto radio, Kavalier e Clay possono entusiasmarti anche se non hai mai scritto o disegnato un fumetto in vita tua.
Un romanzo fiume che segue la vita e le avventure di Josef Kavalier e Sam Clay giovani ragazzi ebrei che, durante la golden age del fumetto americano, danno vita "l'Escapista" eroe mascherato di grande successo. Ma non ci sono solo i fumetti dei super eroi che stanno muovendo i primi passi (in Kavalier e Clay vediamo nitido il riflesso di Jerry Siegel e Joe Shuster, i creatori di Superman) ci sono un sacco di altre cose. C'è ebraismo, c'è escapismo, ci sono le vite dei personaggi seguite, per decenni, con affetto dall'autore.
C'è anche un golem!
In edizione "BUR" a €12 (isbn 8817037524).

L'uomo di marketing e la variante limone
Walter Fontana
160 pagine
Bompiani
Il delirio dell'ambiente pubblicitario della milano anni '80/'90 raccontato in presa diretta attraverso la pianificazione della campagna pubblicitaria di un detersivo liquido per pavimenti. Un romanzo comico, ferocemente comico, scritto da uno che di lì a poco avrebbe avuto successo come autore televisivo (il libro è del '95) che lavorava in quel mondo e che, a giudicare da questo spassoso racconto, lo odiava.
Il mondo della pubblicità milanese '80/'90 io l'ho visto a distanza di sicurezza ma da vicino (il mio primo posto di lavoro è stato da redattore di un editore tecnico pubblicitario) be', era proprio così.
Nella collana "i Grandi Tascabili" (isbn 8845245799) a €7,90.

La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo
Audrey Niffenegger
504 pagine
Mondadori
Provate a immaginare: un amore tra lui e lei in cui non è mai esistito il primo incontro, ne esistono invece due: la prima volta in cui lei ha conosciuto lui (ma, in quel momento, lui era già sposato con lei da molto tempo) e la prima volta che lui ha conosciuto lei (ma, per lei, quella di lui era una figura familiare che la visitava, di quando in quando, da molti anni). Qui succede anche questo.
Per questo libro, qualche anno fa, ho interrotto la mia moratoria riguardo alla narrativa. Sapevo che mi sarebbe piaciuto. L'ho letto e l'ho amato. È una storia d'amore tenerissima, dolente, splendente tutto al tempo stesso. E "al tempo stesso" in questo caso non è un modo di dire. La narrazione del romanzo procede in modo sequenzialmente diverso a seconda che il punto di vista sia quello di lui o di lei. Perché lei, come tutti noi, segue l'usuale freccia del tempo che da ieri va a domani passando per oggi, lui invece – senza avere alcun controllo su questa cosa che gli capita – ogni tanto si ritrova altrove e in un altro tempo (in genere nel passato, ma non sempre) spaesato, nudo, e col  problema non da poco di tenersi fuori dai guai fino al ritorno al suo presente. Questi presupposti da racconto di fantascienza danno vita a una storia strana e commovente.
Su questo libro ci ho pianto il giusto ma in certe cose, si sa, io sono una signorina.
"Oscar contemporanea" (isbn 8804583592) €10.

Le città invisibili
Italo Calvino
224 pagine
Mondadori
Avevo detto niente classici e questo per me lo è. Quindi, in realtà, non vale. Ma in questo clima di revival narrativo non volevo chiudere senza il libro che più di ogni altro sia andato vicino allo spiegarmi qual è, per me, il senso della vita. L'ho regalato parecchie volte, ma non per questa cosa del senso della vita, ciò che funziona per me mica deve funzionare uguale anche per gli altri. L'ho regalato perché le città inventate di Calvino sono posti magici che è bello visitare, perché questo resta un capolavoro della narrativa novecentesca e perché Calvino è sempre un bel leggere.
Nella collna "Oscar opere di Italo Calvino" (isbn 8804425547) €9.

Infine un paio di libri che avrei messo volentieri in questa lista se solo fossero ancora in catalogo (putacaso che li trovate in una bancarella di libri usati):

Saga di Tonino Benacquista
Nessuna notizia di Gurb di Eduardo Mendoza
Un sacco di risate, una valle di lacrime di Jules Feiffer

lunedì 16 dicembre 2013

io sono lo spirito di questo Natale: guardami!

di CinziaZ

Si avvicina il Natale, se ci sporgiamo un po’ riusciamo già a scorgerlo mentre si precipita verso di noi, ed è inutile spostarsi, non lo si può schivare, è tutto inutile: questo vuol dire che è giunto il momento di rimboccarsi le maniche, armarsi di forza d’animo e partire alla ricerca degli ultimi regali da fare! Allora, perché non un dvd? Che, nell'era dello scarico selvaggio dal P2P, è diventato un regalo originale e perfino un filo snob.

Per l’amica sofisticata
Per quella che quando ti è seduta accanto, al cinema, ti afferra il polso ed elogia continuamente, non il film, ma “la fotografia” e “l’eleganza” della pellicola. Se ancora esci con lei e proprio le devi fare un regalo:
STOKER 
di Park Chan-Wook
India Stoker è una ragazza strana con delle belle scarpe, la madre è instabile, lo zio è misterioso.
Un perverso, morboso, giallo del regista di OldBoy.

Per quello che ancora ti parla di Goldrake
(e siamo nel 2013)
Per lui, l’eterno nostalgico, quello che: ti ricordi Ufo Robot? Ti ricordi che belli i pomeriggi a vedere Mazinga? Ti ricordi che ridere Daitarn. Ecco, regalagli questo che, magari, per un po’ parla d’altro: 
PACIFIC RIM
di Guillermo Del Toro

Ci sono dei Robot giganti che difendono la terra da alieni a forma di mostro gigante.
Tante tante botte: fracassone.

Per l'amico cinefilo
Per quello che si vede tutti i film nei cinema d’essai e dice di odiare i multisala, quello che se una sera avete voglia del film cazzaro per svagarvi, lui no, proprio non ci sta e vi attacca un pippone ammazza-serata:
TIRANNOSAURO
di Paddy Considine
Joseph c’ha tanta rabbia dentro, ma tanta tanta. Poi conosce Hannah, che è buona; però si incazza anche con lei. Tormentato.
Uno sguardo amaro sul guardarsi allo specchio.

Per i più piccini… 
Per non lasciare giovani menti davanti alla tv a vedere un maiale rosa inquietante che quando ride ti viene voglia di uccidere tutti e spaccare la casa! Se non vuoi questo, regala:
LO STRAORDINARIO MONDO DI GUMBALL
cofanetto 12 episodi

Gumball è un gatto blu che vive con la sua famiglia: sua mamma è una gatta azzurra, suo padre è un coniglio rosa, il pesce rosso ha le gambe.
Surreale, divertentissimo, imperdibile.

… E per chi non riesce a crescere
Per gli amici con l’anima da ragazzini, quelli che vi canticchiano a squarciagola le sigle più belle dei cartoni mentre voi alzate lo sguardo al cielo:
ADVENTURE TIME
cofanetto prima stagione

Finn è un ragazzino avventuroso che ha come migliore amico Jake, un cane gommoso che si trasforma in ciò che vuole. Vivono nella terra di Ooo.
Fantastico!

Per la francese nell’animo
Lei che indossa sempre il basco, capelli corti a caschetto ama Parigi, conosce a memoria tutti i film di Truffaut, ma ahimè, non vive in Francia. Per lei che soffre a stare qui:
NELLA CASA
di François Ozon
Un professore di letteratura, attraverso gli occhi di un suo allievo, s’impiccia della vita altrui.
Manipolazione colta. Talentuoso.

Per i credenti!
Per coloro che amano sognare, che nonostante le avversità della vita continuano a pensare che le cose andranno meglio, ecco:
LA PARTE DEGLI ANGELI
di Ken Loach
Quattro ragazzi problematici inseguono il profumo torbato del whisky per realizzare i loro sogni. Un film di riscatto pieno di ottimismo.
Dalla parte del popolo.

Per quelli che: “io solo film italiani!”
(ma esistono?)
VIAGGIO SOLA
di Maria Sole Tognazzi
Irene è una quarantenne single che lavora come ispettrice alberghiera: viaggia per il mondo, alloggia in alberghi di lusso, mangia cibi ricercati, ed è tutto spesato. Se ne lamenta.
Delicata riflessione sul confine tra solitudine e libertà.


Per quelli che: “visto cose che voi umani…”
Per l’amico che sostiene di aver visto tutti i film di quest’anno, quello che non gli puoi regalare un dvd perché li ha tutti, ma tutti, eh! Ecco, questo non credo lo avrà:
TRENO DI NOTTE PER LISBONA
di Bille August
Un professore svizzero, per restituire un cappotto rosso, intraprende un viaggio.
Riscoprirsi avventurosi in età matura. Discutibilmente interessante.

Infine:

Per chi soffre di dipendenza da serie tv
Per quegli amici che un tempo uscivano con voi a cena, coi quali trascorrevate ore in allegria davanti un buon bicchiere di vino. Quegli amici che ora vi mancano, perché non li vedete più, ora stanno a casa a vedere serie tv di tutto il mondo; sono tante e portano via tanto tempo, cerca di capirli, e regala loro:
BREAKING BAD
5 stagioni complete.
Walter White è un professore di chimica che scopre di avere un cancro ai polmoni e ben pochi soldi da lasciare alla famiglia quindi decide di "cucinare" metanfetamina per sbarcare il lunario. Imprevisti.
Dico solo: “spacca!”.

Oppure:

How I met your mother, tipo Friends, ma oggi.
Homeland, per restare col respiro in gola fino la fine, che ancora non c’è. 
Community, tornare al college e ridere a crepapelle. E c’è pure Chevy Chase.

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Cinzia è un’amica. Siamo stati “Cani” assieme e son cose che forgiano caratteri e cementano legami. Ne sa di fumetti, di Giappone, di tartan, di alcuni argomenti che neanche so che esisgtono e ne sa parecchio di film e serie TV.

Questo è il suo primo post per 403. Spero bene che non sia l’ultimo.
a.

visto che...

... per quest'anno non sono riuscito a rendere il natale facoltativo, non farò finta di nulla. Domani posto un guest post di consigli per regali natalizi.

Una volta tanto non libri ma... dvd!

(al post sui libri vedo di pensarci io dopodomani, cià...)

lunedì 9 dicembre 2013

pubblico registro natalizio

Io penso che le feste di natale dovrebbero essere qualcosa tipo le elezioni americane: chi vuole partecipare deve registrarsi prima.

Ossia, io non sono di quelli che firmerebbero domani per l'abolizione del natale (e ne ho conosciuti). Penso che siamo in democrazia e quindi chi vuole fare il natale lo faccia, chi vuole fare e ricevere regali e auguri li faccia e li riceva. Ma non in regime di silenzio assenso.

Io penso che dovrebbe essere così: tu quest'anno partecipi dello spirito natalizio? Vuoi fare e ricevere doni? Vuoi fare e ricevere auguri per un buon natale e/o un felice anno nuovo?

Bene.

Tu ti registri e il tuo nome appare nel "pubblico registro natalizio" consultando il quale tutti gli altri si possono regolare. Così si sa a chi fare gli auguri e a chi non farli e si sa quali parenti invitare al pranzo di natale, al cenone del 24 o del 31 (eventualmente si può valutare la possibilità di due elenchi disgiunti tra natale e sansilvestro).
Non deve essere una cosa complicata, burocratica o difficile. Non voglio che nessuno si senta scoraggiato. Ci si deve poter registrare (aggratis e fino all'ultimo momento) on line, nelle tabaccherie, in appositi sportelli presso il comune, negli uffici postali e nei negozi di giocattoli.

Ma se non sei nel registro nessuno deve poterti rompere i coglioni. Non ci si deve aspettare regali da te, non ci deve scervellare su quali regali farti, non bisogna farti gli auguri, no, neanche con un laconico e distratto "buone feste", tra vicini, incontrandosi nell'androne di casa. Devi poter arrivare al sei gennaio senza renderti conto di nulla, come fosse aprile.

Ah, la registrazione è annuale, nessun rinnovo automatico.

[fonte: qui e qui]
Che io, tipo l'anno scorso a me il natale andava bene, ma quest'anno invece proprio no. Se si faceva come ho detto, io quest'anno non mi registravo e così almeno mi si toglieva un po' del malumore aggiuntivo che queste feste incipienti mi stanno dando.

E invece, niente...  regali, auguri, pranzi e cene toccheranno anche a me. Però una cosa posso cominciare a farla: chi non vuole auguri da parte mia lo dica e io non glieli faccio. È un piccolo passo, un piccolo gesto, ma chissà che non porti, alla lunga, a una nuova sensibilità.

domenica 8 dicembre 2013

giocare a memory coi film

"The Mentalist" quinta serie secondo episodio: "Infuso rosso" (ottobre 2012).

"Hitchcock" film di Sacha Gervasi (novembre 2012).

mercoledì 4 dicembre 2013

sesso, mamme e donne nude

1.
I propri genitori non fanno sesso. Quantomeno non i miei e, soprattutto, non mia madre.
Sono pressoché certo che mia mamma non abbia mai fatto sesso (no, neanche per concepirmi, secondo la Chiesa è già successo in passato e mia mamma è pure cresciuta dalle suore).

Già, mia mamma è cresciuta dalle suore e non ha mai parlato di sesso, quantomeno non con me o mia sorella  (e, sono convinto, con nessun altro). Per dire, mia mamma non è nemmeno capace di dire le parolacce e mica solo quelle a sfondo sessuale, tutte quante. Quando ero bambino non riusciva neppure a dire "scemo" (se costretta, usava una variante parafonica: "scempio" e "bischeto" in vece di "bischero", neanche parlasse coi refusi). Oggi, passati i sett'antanni, almeno "scemo" riesce a dirlo ("bischero" no, non esageriamo). Ma oltre a questo non si va. Sono pressoché certo che mia mamma, al sesso, non abbia mai pensato in vita sua.

2.
"L'arte di ricordare tutto", di Joshua Foer, è stato un gustoso libro da metrò che ho letto un paio d'anni fa. È un saggio sulla memoria, sulle tecniche mnemoniche ed è al contempo il racconto di come l'autore, giovane giornalista, incuriositosi dell'argomento sia diventato, in breve tempo, il vincitore del campionato statunitense della memoria (nel 2006) facendo cose tipo associare, all'impronta, nome e cognome di novantanove sconosciuti o memorizzare l'esatta sequenza di un mazzo di cinquantadue carte da gioco (in particolare questa cosa del mazzo di carte Foer la fece in un minuto e quaranta, polverizzando il record statunitense dell'epoca).

Per vincere i campionati di memoria il sesso può essere determinante. Cito dal libro (pagg. 115/116):
Avere il chiodo fisso del sesso può essere di grande aiuto. L'evoluzione ci ha programmati in modo che il cervello trovi particolarmente interessanti, e perciò indimenticabili, due cose: le battute e il sesso, e, soprattutto, a quanto pare, le battute sul sesso. [...] Lo sottolineano persino i trattati sulla memoria scritti in epoche relativamente pudiche. Pietro da Ravenna, autore del testo sulla memoria più famoso del XV secolo, chiede innanzitutto perdono agli uomini casti e religiosi e poi rivela loro «un segreto che ho a lungo taciuto per pudore: se desideri ricordare presto, colloca nei luoghi vergini bellissime; la memoria è infatti eccitata dalla collocazione delle fanciulle».
Il "collocare nei luoghi" fa riferimento alla tecnica del palazzo della memoria, secondo la quale, per ricordare una sequenza di elementi li si colloca idealmente nei vari posti di un edificio (reale) che conosciamo bene. E, per ricordarli meglio, vanno associati a immagini forti e/o bizzarre (le donne nude, per esempio). Il mentore di Foer, Ed Cooke, come primo esercizio gli fa mandare a memoria una lista della spesa e alla voce "formaggio" gli fa associare l'immagine di Claudia Shiffer, nuda, che sguazza in una piscina di fiocchi di formaggio.

Nella citazione seguente (pagg. 208/209) si fa invece riferimento al sistema PAO in cui, anche qui, si associa qualcosa di astratto che si deve ricordare (una sequenza di numeri o una sequenza di carte da gioco) a una specifica (e bizzarra) immagine costruita da tre elementi variamente combinati: A. un personaggio – B. che compie un'azione – C. su un oggetto.
Mi serviva l'aiuto di Ed anche per un altro problema. Attenendomi alle raccomandazioni di Pietro da Ravenna e dell'Ad Herermium, la mia collezione di immagini PAO comprendeva una piccola serie di atti osceni che in alcuni Stati del Sud sono tuttora illegali e altre che forse avrebbero dovuto essere più piccanti. E dal momento che memorizzare un mazzo di carte con il sistema PAO prevedeva la ri-combinazione di immagini pre-memorizzate per crearne di nuove indimenticabili, era inevitabile che i miei familiari si ritrovassero coinvolti in scene cosi hot che temevo di star potenziando la memoria a danno del mio inconscio. Gli atti indecenti che mia nonna era costretta a compiere per farmi ricordare l'otto di cuori erano davvero indicibili (per non dire
inimmaginabili).
Spiegai a Ed la mia difficoltà. La conosceva bene. «Alla fine ho dovuto escludere mia madre dal mazzo di carte», disse. «Ti consiglio di fare la stessa cosa.»
3.
A milano ci sono parecchi numeri di telefono per chiamare un taxi: 02.400, 02.4040, 02.5353, 02.6767, 02.6969, 02.8383,  02.8585.

[fonte]
4.
Nei mesi passati ho avuto più volte ospiti a casa mia i miei genitori ed è capitato spesso di dover chiamare dei taxi. Le telefonate le ha sempre fatte mamma ricordando, sempre, il numero a memoria. Sempre lo stesso: 02.6969. Nessun altro.

E io, ogni volta, ho pensato al libro di Foer, al fatto che certe cose si ricordano più facilmente se associate a immagini sessuali, meglio se inusuali.

Però c'è un problema. Non è proprio possibile che mia mamma associ quel numero telefonico al sesso orale reciproco, lei certe cose neanche sa che esistono (e parlo del sesso tout court, figuriamoci del sesso orale, per di più reciproco!).

Sono pressoché certo che si tratti di una coincidenza.

Dev'essere per forza così.

lunedì 2 dicembre 2013

lo specialista

Ci sono quelli che buttare via il pane non ce la fanno (non il pane in senso figurato, tipo rifiutare un lavoro, intendo proprio i panini avanzati).
 
Io invece sono uno di quelli che buttare via il pane non gli fa né caldo né freddo. Sarà che non mi piace, non ne compro e quasi non ne mangio, sarà che l'unica in famiglia che, da bambina, ha patito un po' di fame è stata mia mamma e non ce l'ha mai menata, sarà che sono senza cuore, fatto sta che a buttare via il pane, io niente, come se nulla fosse.

E quindi capitava questa cosa che, ogni tanto, qualche amico (in realtà più qualche amica) mi lasciava il pane da buttare via.

"Avrei qui un sacchetto con del pane che mi è avanzato..."
"sì, sì, lascia... ci penso io."

Poi sarà che casa mia ha smesso di vedere tutto 'sto gran passaggio di gente, sarà che a milano è arrivata raccolta dell'umido, fatto sta che è un anno e più che non capita che qualcuno mi lasci il sacchettino del pane avanzato da buttare nella spazzatura.

Piero Manzoni, Achrome, 1962, pane e caolino su tela [fonte]