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domenica 3 marzo 2013

di scimmie scrittrici e arte sacra

Negli ultimi anni di liceo, e per un po' di anni a seguire, ho raccolto idee intorno a una complessa storia a fumetti (il ché è strano perché io non pensavo di fare il fumettista e non l'ho mai pensato finché non mi è stato proposto dieci anni dopo o giù di lì).

Il titolo scritto a pennarello sulla cartellina che conteneva quegli appunti (ché il computer che avevo all'epoca era una Spectrum Plus e non l'ho mai usato per scrivere) era “The Progetto”. Già, non sono mai stato un drago riguardo ai titoli provvisori (questo sicuramente s'ispirava a “The Great Complotto” una realtà attiva, all'epoca, a pordenone).

“The Progetto” era una raccolta incoerente di spunti visivi e narrativi, ce l'ho presente solo sommariamente (ma ho ancora gli appunti da qualche parte). Ricordo bene però che uno dei personaggi era ossessionato dall'arte sacra e si era dato come scopo della vita un compito ambiziosissimo. La mia idea per fargli raggiungere l'impossibile obiettivo era in realtà un mash-up tra due altre idee che avevo preso da due autori con qualche esperienza più di me: Arthur C. Clarke e Jorge Luis Borges. Poi ci torno, prima vi dico delle scimmie che ho messo nel titolo del post.


Non pensavo più a “The Progetto” da molti anni, ma ieri me l'ha fatto tornare in mente un articolo di Lucius Etruscus pubblicato su Thriller Magazine che ho scoperto grazie alla pagina facebook di Andera Carlo Cappi. L'articolo è un'accurata indagine sulle fonti del tema (filosofoco e letterario) «possono sei scimmie, dato tempo sufficiente, creare le opere di Shakespeare? Allo stesso modo, tirando dei dadi con su incise delle lettere, si possono creare opere intere?» e, naturalmente, si cita Borges e la sua Biblioteca di Babele (oltre a Jonathan Swift, Raimondo Lullo, Carroll col suo Sylvie e Bruno e qualche altro signore).
Visto che si tratta di un articolo d'argomento molto "403esco" (ma con un'accuratezza che 403 si sogna) introduco appposta il tag: "l'invidia del post".

Torniamo al mio personaggio ossessionato dall'arte sacra, in "The Progetto" il protagostita viaggiava in una serie di mondi paralleli e, a un certo punto, finiva in universo del tutto analogo a quello descritto da Borges in "La biblioteca de Babel" solo che là, invece di essere conservati libri di 410 pagine, c'erano – ordinatamente organizzati in cassetti – cartoncini rigidi in formato 50x70. L'origine di quei cartoncini era un'eterna macchina da stampa, centro di quell'universo, che da secoli componeva tutte le possibili combinazioni dei quattro retini di quadricromia (giallo, cyan, magenta e nero, pensandolo oggi avrei usato immagini formate da pixel) ottenendo così tutte le immagini possibili. E tra queste immagini, ogni possibile riproduzione di ogni concepibile (e inconcepibile) fotografia, ogni quadro astratto, tutti i capolavori che michelangelo, kandinskij o picasso non hanno mai fatto e, perfino, un fedele ritratto del volto di Dio.
Questo è che che sperava di aver realizzato il mio personaggio: un universo parallelo il cui scopo ultimo era ritrarre somigliantemente Dio.

Insomma, chi la sà l'ha già capita: alla Biblioteca di Babele avevo incrociato il racconto di Clarke I nove miliardi di nomi di Dio e avevo traslato il tutto dal piano letterario a quello visivo.
Il racconto di Clarke c'è ne Le meraviglie del possibile ma io penso di averlo scoperto attraverso i racconti della mezzanotte di rai radio 3. Eterna lode ai racconti della mezzanotte del 3 che io cominciai ad ascoltare, mi pare, già alle medie, come ultima atto della giornata dopo aver spento la luce, sulla radiosveglia che poi si spengeva da sola.


Sarebbe stato molto cool fare un parallelo tra le lettere giustapposte a caso dalle scimmie dattilgrafe, tra i libri illeggibili della biblioteca di Babele e il quadro di gioco di Ruzzle, ma proprio non me la son sentita. Voi però fate finta che l'abbia fatto. 403 ambirebbe tanto a essere un blog cool, ma si deve quotidianamente scontrare colla pigrizia del suo autore.

10 commenti:

Marco Bertoli ha detto...

(questo sicuramente s'ispirava a “The Great Complotto” una realtà attiva, all'epoca, a pordenone).

Ho dovuto contattare subito la mia agente a Pordenone, che m'informa così:

A Pordenone, ancora oggi, non si parla d'altro...
Non succede proprio niente di nuovo da queste parti...
.

andrea 403 ha detto...

Epperò per un ragazzino milanese a fine anni settanta/primi ottanta quella era una situazione da guardare con ammirazione... Ne combinavano più loro là che noi qua a milano.

Anonimo ha detto...

the great complotto :) :) e si si :)
...e poi, insomma , o pordenone si parla anche d'altro eh , sia chiaro:)

nebbia

Lucius Etruscus ha detto...

Lusingatissimo di averti "contagiato" con il mio pezzo ^_^
Con il racconto di Clarke tocchi corde sensibili: io lo scoprii da ragazzo in una vecchia antologia che girava per casa ("Per tutti i diavoli dell'universo") in cui trovai altri tizi in gamba come Lester del Rey e Fredric Brown! ;-)
La contaminazione comunque è andata più in là di quanto pensi. Hai presente il romanzo che cito, "Borges e gli oranghi eterni"? Be', non lo specifico nel pezzo ma l'autore del romanzo ipotizza che John Dee utilizzasse il suo Orango Eterno non per produrre testi di libri... ma per produrre a caso tanti di quei nomi da beccare il nome di Dio, quello "vero", quello proibito da pronunciare a da scrivere. Capisci che ora mi mangio le mani: se mi fosse venuto in mente quel racconto di Clarke, avrei fatto un parallelo fra i due! ;-)
(Ah, comunque ispirato da quel racconto, da ragazzo scrissi un raccontino in cui un tizio per scommessa si lanciava a scrivere tutti i nove miliardi di nomi di Dio, e alla fine perdeva la scommessa perché gli mancava solo un nome... ovviamente si era dimenticato "Dio" :-D)
Un saluto e grazie ancora per la contaminazione ^_^

andrea 403 ha detto...

@nebbia... se sapevo di destare tutto questo amarcord facevo un posto solo sul Great Complotto...

@Lucius già... in effetti è strano che chiudendo tu il pezzo citando il nome di Dio composto coi dadi non ti sia venuto in mente Clarke... vabbe' sul nome di Dio potrai sempre fare un nuovo articolo :) intanto grazie ancora per questo.

Anonimo ha detto...

@Marco Faziosa, inaffidabile e prevenuta. Sento di non essere adatta a fare l'agente di zona.

@nebbia E' vero, a Pn si parla anche di "spriS" ;-)

Valentina

andrea 403 ha detto...

Ciao Valentina Nebbia è troppo evanescente per farci da agente di zona, forse è comunque meglio un'agente faziosa, inaffidabile e prevenuta :)

Anonimo ha detto...

Bene Andrea, allora quando vorrete sapere che succede nel FantaFarEast non avete che da chiedere :-)
Ciao
Valentina

milo temesvar ha detto...

In fondo lo stesso Borges diceva che il post è realizzato più dal lettore che dallo scrittore; quindi va bene anche che metti lì gli spunti e te ne vai senza fare i paralleli.

Anonimo ha detto...

e insomma ... " se sapevo di destare tutto questo amarcord facevo un post solo su great complotto "... ecco , te che sai ( e ci sei ) , a me non dispiacerebbe affatto :) ... e lo so che il tempo è poco .. e ci sono tante cose di cui parlare oltre a ... ma insomma il sasso lo hai lanciato tu (forse) , indi per cui ... speriamo ben che questo "a grande richiesta" non cada nel dimenticatoio :) :) :)

e guarda che ti ho messo ben tre faccine alla fine eh

nebbia