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martedì 12 marzo 2013

buongiorno!

Stamattina esco di casa, cammino lesto verso la fermata del tram perso nei miei pensieri e incrocio un tizio dall'aria simpatica con coppola, occhialini e barba corta brizzolata.
Mi guarda dritto negli occhi, sfodera un largo sorriso come se fosse un mio amico contento di vedermi e prorompe in un sonoro: “buongiorno!”
Io, sorpreso, sorrido di rimando e dico pure io “buongiorno!”
Nessuno dei due ha rallentato, quindi c'incrociamo e ci perdiamo di vista in un attimo.

La prima cosa che ho pensato, subito dopo, è stata: “ma tu chi sei? ma chi ti conosce?”
Poi ho pensato: “vabbe', almeno era un matto allegro...”
Ma, a quel punto, mi è venuto in mente Miracolo a Milano, quando lui esce dall'orfanotrofio e saluta tutti: “buongiorno!” finché incrocia un grigissimo milanese che non capisce e che gli chiede se si conoscono e visto che no, gli chiede che cosa volesse dire allora con quel buongiorno...

E io mi sono sentito un po' (solo un pochino, eh) quel grigissimo milanese e mi sono detto che – matto o non matto – stamattina qualcuno mi aveva augurato una buona giornata e io l'avevo augurata a lui, e che dovevo solo essere contento.

Stamattina sono salito sul tram ringraziando Cesare Zavattini.

3 commenti:

Marco Bertoli ha detto...

Non mi hai riconosciuto! :-)

Quello di stamattina ero io nel mio riuscito travestimento: il quondam Lucio Dalla.

Marte ha detto...

Che poi nel salutare chi si trova a passare non ci sarebbe nemmeno niente di male.
Come nel cedere il passo, lasciare il posto, chiedere un caffè con un sorriso.

andrea 403 ha detto...

@Marte
Che poi nel salutare chi si trova a passare non ci sarebbe nemmeno niente di male.

Be', sui sentieri di montagna salutarsi tra sconosciuti è pratica comune... è solo che in città siamo in troppi!

@Marco no che non eri te, il tram l'ho aspettato tanto e poi quando è arrivato c'è salito pure lui e l'ho visto (e sentito) bene. Parlava da solo a voce alta, proprio da matto (ma diceva cose molto divertenti, non nel senso che era ridicolo, nel senso che era spiritoso, ché se uno è spiritoso lo è anche se parla da solo, io penso).