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lunedì 4 febbraio 2013

cose sovietiche, mattoidi, fumetti
e un libro misterioso

Se nei tag metto più di 200 caratteri di roba, blogspot si rifiuta di pubblicarmi i post. Per cui tocca che certe cose (come questa lista dei regali libreschi più significativi da me ricevuti in dicembre) io le spezzo in due puntate, la prima puntata è nel post avanti a questo.
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Gian Piero Piretto, La vita privata degli oggetti sovietici, Sironi.
208 pagine


Regalo di una persona che mi conosce pochissimo (per dire, fino all'anno scorso mi regalava narrativa, alla fine ho dovuto dirglielo che non leggo narrativa, non ne vado fiero, ma è bene lo si sappia) e pare un libro davvero strano. L'autore racconta di 25 cose comuni nella fu-unione-sovietica (ma molto comuni, come il bicchiere di vetro a faccette, ossia il normalissimo bicchiere di vetro che abbiamo sempre avuto anche noi e che, tuttora, spopola pure all'ikea). "Cose comuni" e non "oggetti" visto che un capitoletto è dedicato pure alle polpette. Non so... Devo leggerne un po' per capire meglio, io non subisco molto il fascino dell'URSS però i regali di cose che stanno fuori dal tuo usuale campo visivo servono anche a scoprir cose. Vedremo, per ora resta in pila assieme ai millanta libri da leggere.
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Paolo Albani, I mattoidi italiani, Quodlibet.
348 pagine.


Il suo “Dizionario degli istituti anomali nel mondo” è stato per breve tempo in carica come mio libro da metrò del momento ma poi lo trovavo un po' noioso e ora è nella famigerata pila dei libri di mezzo (quella sorta di limbo in cui vanno i libri che non sono né del tutto letti né propriamente ancora da leggere). Su quest'altro repertorio nutro, ciò non di meno, buone aspettative. Vi saprò dire.
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Magnus, Lo sconosciuto. Edizione integrale, Rizzoli/Lizard.
416 pagine.


Le prime sei storie dello sconosciuto, quelle uscite in edicola, all'epoca, in formato diabolik, sono qui nella versione "rimontata dall'autore” per farcele stare in formato album. Non me ne frega nulla se lo ha fatto l'autore, rimontate sono più brutte e funzionano meno (anche se restano leggibili, che è già qualcosa).
Per quelle sei storie l'edizione di riferimento, per me, resta l'uscita del '98 per Einaudi Stile Libero. Col tempo alla mia copia si è scolorita la costa gialla, ma la carta è buona (non come quella schifa e trasparente che usarono per l'antologia Stile Libero di Andrea Pazienza) e le storie sono tutte e sei lì, nel formato giusto.
Per il resto l'edizione Lizard è a posto, la carta è ottima, c'è tutto lo sconosciuto in un unico volume (be'... tutto tutto tutto no, un paio di storie in cui aveva solo il ruolo di narratore non sono incluse, fortuna che io le ho altrove) e c'è pure lo storyboard di una storia breve inedita (seguibile ma non proprio godibilissimo). E comunque, purtroppo, il libro Einaudi è fuori catalogo da un po'.

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Gianni Bono e Matteo Stefanelli, Fumetto!, Rizzoli.
576 pagine.


Questo, lo ammetto, l'ho solo sfogliato (tanto) e letto un po' qua e un po' e là (poco). Che per un libro impegnativo come questo (pesa più di tre chili, è grosso come un vassoio e spesso molto di più) è anche un buon modo di affrontarlo. Però avrei dovuto leggerne di più, conosco di persona i curatori, sono amico dai alcuni contributori e anche di un paio di quelli a cui è stato dedicato un capitolo... Insomma, il fatto che non me lo sia ancora letto dall'inizio alla fine è un po' colpevole (lo dicevo che a fare l'elenco dei libri che mi entrano in casa io poi m'imbarazzo per le inadempienze, dannazione!)
Quindi dei testi non dico (ma i curatori ispirano fiducia a prescindere) però mi piace spendere due parole sulla grafica, che in una strenna come questa ha il suo bel peso. Io la grafica l'ho trovata tanto bella (quasi) quanto irritante (un filo più bella che irritante, se proprio devo dire).
È che in "fumetto!" le immagini dei fumetti subiscono un processo di "de-narrazione",  anche quando una tavolta a fumetti viene riprodotta pressoché per intero (spesso ingrandendola, ché il formato del libro è notevole) la si taglia in modo tale da farle perdere la sua funzione di racconto, si lasciano fuori pezzetti di balloon e di testo, la si rende illeggibile (o, comunque, molto meno leggibile) privilegiando la messa in mostra del tratto del disegnatore da un lato e la funzione di illustrazione "figa" dall'altro.
Questo trattamento "pop-artistico" delle immagini a me da lettore di fumetti (e da sceneggiatore :) fa davvero incazzare però, da ex-grafico, devo ammettere che funziona.
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???, ???, ???
??? pagine


Poi mi è stato regalato, per natale, un libro che è ancora impacchettato e quindi non posso dire.
È che è un “regalo vincolato”, come certi depositi bancari, ed è possibile svincolarlo solo a certe condizioni che ancora non si sono verificare. Quindi il pacchetto sta lì, e mi guarda, e io ci passo accanto e lo guardo. Qualche volta (ma poche) lo prendo in mano, lo smanaccio (posso dire che è in brossura) me lo rigiro, lo soppeso (non è né grosso né piccolo, questo con tanto di pacchetto pesa due etti e settantaquattro grammi) e poi lo metto giù.

5 commenti:

andrea 403 ha detto...

Giusto per dire quanto sta funzionando a muzzo il widget che dovrebbe segnalare gli articoli simili: invece di mostrare il post precedente (post fratello a questo), invece di segnalare l'unico altro post che condivide il peculiare tag "regali non scartati", segnala qualche post recente scelto a caso e morta lì... Perché il widget a diegozilla funziona e a me no?!... (quando lo vedo provo a chiederglielo)

Marco Bertoli ha detto...

Quel libro «Fumetto!» costa un occhio della testa!

Togli il widget, non funzia

andrea 403 ha detto...

Il libro costa tanto perché è tantissima roba (anche scritta da Spari, non so se mi spiego!)

Quanto al widget, come da mio commento precedente, altrove funziona... quindi c'è da chiedersi perché qui non funziona, io - come dissi al momento dell'installazione - penso sia un problema di tempo, che magari 'sto widget funziona dopo un po'... ma farò qualche indagine a riguardo.

Anonimo ha detto...

Io volevo dire una cosa sullo sconosciuto. Ma tu... tu ti sei messo a dire una cosa che adesso io mica posso più scrivere dello sconosciuto senza far sembrare che ho un secondo fine. E allora resto anonimo (ché son certo di essere irriconoscibile) e dico la mia cosa.
L'edizione più bella delle sei storie è quella in fascicoletti da edicola di Granata Press. A me - che ce le ho tutte tutte - piace più di quella Ediperiodici. Già!
bacini
anonimo

andrea 403 ha detto...

Anonimo (che io giammai riuscieri a smascherare neanche sparando nomi alla cieca) ti credo senza dubbio alcuno, ma io l'edizione Granata Press - me miserellen - non ce l'ho. La Granata Press spesso mi manca...