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lunedì 7 gennaio 2013

finalmente c'è

Sono seduto in metropolitana e non ho il mio solito libro da metrò... è che ieri sera mi si è rotta l'auto e stamattina sono uscito presto per trafficare con meccanici e carriattrezzi e non ho pensato a prender su un nuovo libro da metrò con cui iniziale l'anno.

Alzo gli occhi, vedo una pubblicità e mi viene da fotografarla. Si tratta di una pubblicità dell'outlet del funerale®, azienda che già conosco, è in giro da un po'. E visto che non ho il libro da metrò ho tempo per pensare.


La prima cosa che penso è: certo che la fotocamera del mio cellulare fa proprio cagare.

La seconda cosa che penso riguarda la scritta della pubbilicità che sta sopra l'headline ossia l'occhiello: «stanchi della solita agenzia funebre?».

Mi faccio due conti e penso: ma quanto deve essere sfigato uno per arrivare a stancarsi della SOLITA agenzia funebre?

Mettiamo conto che un tipo abbia entrambi i genitori in vita, facciamoli pure un po' in età, facciamo anche che gliene muoia uno. Sono le cose della vita. E tra tutti i dolori e le fatiche che comporta un lutto c'è certo pure quella di avere a che fare con una classica agenzia funebre. Pensiamo pure che sia un po' esosa ma, in quei momenti lì, se appena te lo puoi permettere, magari non è che stai a guardare il capello.
Poi facciamo anche che l'altro genitore, il superstite, dopo qualche settimana non regga al proprio, di dolore, e passi anch'egli a miglior vita, raggiungendo così l'amato bene e costringendo il tipo ad occuparsi di un secondo funerale nel giro di un mese. A questo punto, si servirebbe nuovamente delle medesime, classiche, esose, pompe funebri che a quel punto potrebbe a ben diritto chiamare la "solita agenzia funebre".

E quando è che entra in scena l'outlet del funerale?... Ma quando, dopo babbo e mamma, il tizio deve occuparsi pure della zia, morta anche lei a ruota, senza lasciare altri eredi e quindi altri a cui rifilare l'ingrata incombenza.

Alla zia tocca il funerale da 1.499 euro.
Al tizio tocca riconsiderare le sue idee, un tempo ferreamente logico positiviste, sulla superstizione.

9 commenti:

Roberto ha detto...

Io che quella pubblicità non l'avevo mai vista, sono scoppiato a ridere.

La commemorazione funebre trattata come un qualsiasi prodotto di consumo... è sicuramente segno di grande sensibilità :oP

andrea 403 ha detto...

È anche un segno dei tempi (quelli che non si capisce bene cosa sono, nella fotina di destra della pubblicità sono gadget/portachiavi a forma di bara, ed esistono da molto tempo, ben prima dell'outlet del funerale, me ne regalò uno un'amica che glielo avevano dato in un centro di riablitazione fuori roma pieno di vecchietti e quindi frequentemente visitato da agenti delle pompe funebri)...

E comunque in quanto a marketing funebre, come non ricordare il fighettismo di primacassa.it e soprattutto gli indimenticabili e celeberrimi calendari di cofanifunebri.it

Roberto ha detto...

Io normalmente l'ironia l'apprezzo... ma non nel momento in cui ho necessità di usufruire di una ditta di pompe funebri!
Quindi a me verrebbe da pensare che certi metodi di marketing siano controproducenti, ma ho il timore che possa non essere così :oP

andrea 403 ha detto...

Ma sai... primacassa si rivolge - per quel che ne capisco - a chi ha intenzione di pensare al proprio funerale per tempo e quindi si tratta di un rapporto tra l'azienda e un acquirente che, in genere, non è in preda a particolari dolori... però in primacassa di ironia ne ho vista poco (non certo nel modo di porsi, però hanno una bara fatta a forma di automobilina da corsa che non mi pare serissima).
Per Cofanifunebri credo che il successo del loro calendario (lo fanno da dieci anni abbondanti) non riguardi tanto i loro clienti... resta una cosa a sé che ha un suo mercato.
Invece per l'outlet del funerale non ho capito bene se ci sono o fanno... Ossia se il loro far sorridere è involontario o meno.

bagnarole ha detto...

Strano che qui Marco Bertoli non abbia già consigliato di guardarvi Six Feet Under, bellissima serie che mi ha consigliato e che parla di una famiglia americana che gestisce un'impresa di pompe funebri

bagnarole ha detto...

Strano che qui Marco Bertoli non abbia già consigliato di guardarvi Six Feet Under, bellissima serie che mi ha consigliato e che parla di una famiglia americana che gestisce un'impresa di pompe funebri

Marco Bertoli ha detto...

Non serve, l'unica persona che mi dà soddisfazione dando qualche peso ai miei consigli sei tu.

Marco Bertoli ha detto...

A dire il vero, di Six Feet Under mi parlò per la prima volta anni fa proprio 403.

andrea 403 ha detto...

già... sarà stato il 2004, quando cercavo di seguire le prime stagioni che Italia Uno mandava in terza serata in orari e giorni mutevoli... una faticaccia!