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venerdì 21 dicembre 2012

lieto fine

Decenni di revisionismo Disney riguardo alle favole classiche ci hanno ormai privato del gusto granguignolesco dei loro finali originali.
Non è così che dovrebbe essere. Se tu mi spaventi con l'orco, con la matrigna, col lupo, io poi esigo che ciò con cui mi hai tanto fatto paura tu me lo faccia a pezzi. Letteralmente. È così che funziona.

In questo momento il doodle di google è ovviamente dedicato al calendario maya ma, fino a poche ore fa, c'era un bel doodle interattivo che raccontava cappuccetto rosso (in occasione dei duecento anni dalla prima pubblicazione delle fiabe dei fratelli Grimm).
Anche in questo caso il finale è del tutto sterilizzato (e politically correct) col lupo che finisce... in prigione!

Giusto per capirci, la vera fine del lupo sarebbe questa:
[Il cacciatore] Stava per puntare lo schioppo quando gli venne in mente che forse il lupo aveva ingoiato la nonna e che poteva ancora salvarla. Così non sparò, ma prese un paio di forbici e aprì la pancia del lupo addormentato. Dopo due tagli vide brillare il cappuccetto rosso, e dopo altri due la bambina saltò fuori gridando: “Che paura ho avuto! Era così buio nella pancia del lupo!” Poi venne fuori anche la nonna ancora viva. E Cappuccetto Rosso andò prendere dei gran pietroni con cui riempirono il ventre del lupo; quando egli si svegliò fece per correr via, ma le pietre erano così pesanti che subito cadde a terra e morì. [fonte]
E, già che ci siamo vi copio un paio di altri finali che, in genere, nessuno si ricorda, per via dei cartoni animati, immagino.

Biancaneve (comunque film Disney tra i più spaventosi, datato 1937, certe scene oggi chissà se passerebero):
[la regina, matrigna di Biancaneve] Da principio non voleva più assistere alle nozze, ma l'invidia la tormentò al punto che dovette andare a vedere la giovane regina. Entrando, vide che non si trattava d'altri che di Biancaneve e impietrì per l'orrore. Ma sulla brace erano già pronte due pantofole di ferro: quando furono incandescenti gliele portarono, ed ella fu costretta a calzare le scarpe roventi e a ballarvi finché‚ le si bruciarono miseramente i piedi e cadde a terra morta. [fonte]
E infine Cenerentola, dove non muore nessuno, ma quanto ad amor del macrabo non si scherza un cazzo:
Quando stavano per essere celebrate le nozze con il principe, arrivarono le false sorellastre: esse volevano ingraziarsi Cenerentola e partecipare alla sua fortuna. All’entrata della chiesa, la maggiore si trovò a destra di Cenerentola, la minore alla sua sinistra. Allora le colombe cavarono un occhio a ciascuna. Poi, all’uscita, la maggiore era a sinistra e la minore a destra; e le colombe cavarono a ciascuna l’altro occhio. Così esse furono punite con la cecità per essere state false e malvagie. [fonte]
E vi risparmio Pollicino nella versione di Perrault in cui l'orco viene spinto, con l'inganno, a sgozzare le proprie stesse figlie.

E vissero tutti felici e contenti.

5 commenti:

Marco Bertoli ha detto...

Buon genetliako, o sia giorno natalizio!

laterzacittà ha detto...

granguignolesco.

andrea 403 ha detto...

Grazie Marco!

Benvenuta laterzacittà!
granguignolesco! granguignolesco!

laterzacittà ha detto...

se mi apro un altro blog lo chiamo granguignolesco, granguignolesco!

Marco Bertoli ha detto...

Che peccato che il Théâtre du Grand Guignol abbia chiuso i battenti tanti anni fa.

Trionfo postumo della loffissima correttezza politica (per rimanere in tema), il medesimo stabile ospita oggi un teatro che presenta solo lavori nella lingua dei segni.