Le ho chiesto quali sono le cose che più l'hanno impressionata.
Non immaginavo quali potessero essere, ma pensavo che potessero essere piccole.
La prima lo era.
«È stato mentre mangiavamo la pizza. Ho cominciato, sovrappensiero, a tagliarla e mi sono stupita del peso delle posate. Quando mangi per cinque anni e mezzo con posate di plastica non ti ricordi quanto pesi una forchetta vera, quanto tagli un coltello vero, cosa provano le labbra mentre toccano il vetro del bicchiere».
Poi mi ha detto che c'è stato il silenzio, e questa non è che sia una cosa tanto piccola.
Se n'è accorta dopo qualche ora che era fuori. Milano non è che sia il deserto del gobi, un po' di rumore noi a milano lo facciamo. Magari non tantissimo, ma un po' sì.
Però se sei abituata ad avere tutto il giorno, tutti i giorni, il chiasso delle altre – le grida, le chiacchiere, le tv tenute alte – aumentato dal rimbombo del corridoio, dopo qualche ora che sei in giro per milano ti stupisci per quello che a te sembra solo silenzio.
I rumori sono più bassi, non rimbombano, sono nuovi.
«E poi mi sono anche vista in uno specchio tutta intera, da capo a piedi, è capitato per caso, ci sono passata davanti e mi sono vista. Intera, non mi vedevo dall'estate del 2007»
senza passare dal via (19)
6 commenti:
Ci vogliono altri occhi per apprezzare ciò che è sempre sotto i nostri occhi.
Gentile orso polare, benvenuto qui!
molto bello questo post, grazie
grazie a te
(che il merito mica è tanto mio)
Più che questione di merito, è questione di esserci.
Ecco. Nemmeno qui potevo fare a meno di dire qualcosa. Poco in confronto al fare, quando è un "bel fare".
Ma anch'io faccio poco, però anche solo l'esserci qualcosina fa :)
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