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lunedì 15 ottobre 2012

un post lungo in cui parlo di gioielli

(il post è lungo ma parlo di gioielli poco, usando quasi solo una parola)

Scrivere diabolik e avere un'amica che la sa lunga di oreficeria è un'arma a doppio taglio (che, trattandosi di diabolik... anche un'arma a doppio taglio può venir comoda).

Da un lato, su tutta una serie di domande tecniche, mi risparmio le ore di ricerca su internet. D'altro canto vengo regolarmente sbertucciato ogni qual volta il maledetto criminale ruba un gioiello brutto o, peggio, ogni qual volta mettiamo in scena qualcosa che – agli occhi di un esperto – risulta inesatta o poco probabile.

L'amica non sta a milano e però mi segnala che, a milano, c'è una mostra di gioielli artigianali.

– «nel caso tu ci vada, poi mi racconti com'è?»
– «ora ci penso, eh...»

Quando dico "ora ci penso" in genere intendo "no! no! neanche morto! te lo scordi! no!" poi però ci ho pensato per davvero e ho pensato che: a) poteva essere carino andarci per gentilezza, visto che lei non poteva e le avrebbe fatto piacere farlo, b) poteva essere carino andarci per documentazione, ché magari trovavo qualche gioiello interessante da far rubare a diabolik, c) poteva essere carino andarci per esperimento, così poi magari ci avrei fatto un post per 403.

Ho chiesto a un'amica (un'altra, che invece sta a milano) se le andava di accompagnarmi e si è fatto. Si doveva fare venerdì, ma poi ero malaticcio e si è fatto ieri. La mostra era questa qui, oggi chiudeva.

Entrando nella palazzina liberty, che ospitava una trentina di artigiani-orafi-espositori, la prima cosa che ho pensato erano due cose: "non ce la farò mai a spiegare a quella ciò che sto vedendo, mi mancano terminologia e competenze" e anche "quanto sono brutti questi gioielli".
Alla fine del giro la pensavo uguale, anzi di più.

Oltre al mostra c'era anche un concorso a tema (lo fanno ogni anno) me lo aveva detto l'amica (la prima amica, quella che la sa lunga di oreficeria).

– «c'è anche un concorso a tema»
– «e il tema di quest'anno qual è? la crisi? ahahah!»
(che io, alle volte, sono spiritosissimo, e quindi ci sono rimasto di sale alla risposta)
– «be', sì, quasi... il tema è “a milano con grinta verso il futuro”»
– «caspita!»

Ora vi metto qui il gioiello che ha vinto l'anno scorso, che il tema era diverso, ma lo stile, il genere, è un po' quello lì.


Non so a voi, ma a me viene in mente la parola "kitsch".
Quanti gioielli avrò visto alla palazzina liberty ieri? 300? 400? ecco, me ne saranno piaciuti neanche dieci.
Epperò non erano tutti uguali, le personalità dei vari artigiani si distinguevano con chiarezza. Ma per quasi tutto la parola che mi veniva era "kitsch".

Alla fine della mostra né io e né la mia amica, l'altra amica, quella milanese (ahahah, quella milanese! questa la capisce solo lei, scusate) sapevamo per quale gioiello votare (anche se un impressionante bracciale in oro massello rappresentate il duomo di milano a scala 1:72 ci aveva tentato entrambi). Poi per fortuna l'ultimissimo gioielliere non era male e la sua opera in concorso (che per fortuna non c'entrava col tema, ma ci aveva una fantasiosa spiega per farcela entrare elegantemente a forza) era votabilissima, così abbiamo votato quella. Salvati in extremis (che non votare pareva brutto).
Però di gioielli da far rubare a diabolik non ne ho trovati, piuttosto meglio i gioiellazzi che gli facciamo rubare di solito (anche se la mia amica, quella non milanese, poi magari mi scherza e mi dice che sono grossolani).

Ecco, la mia amica non milanese, quella che ne sa di oreficeria, con lei poi è stato un po' un guaio. Perché l'ho detto che, al momento, l'unica parola che mi veniva da dire era "kitsch" e anche dopo non è che me ne siano venute molte altre, così alla sera, quando al telefono le ho raccontato cosa avevo visto e perché non mi erano piaciuti i gioielli (magari mi avevano divertito, ma non credo che i gioielli fossero contenti di avermi divertito) be' è stato un po' un guaio.

Non so se vi è mai capitato di provare a spiegare, a uno che la sa, una cosa di cui voi non sapete: è un tormento. È un tormento per te ma lo è anche, e soprattutto, per l'altro, per quello che la sa e non può farti le domande da fare, perché tanto tu non le capisci. A me capita a volte col computer, mi chiama l'amico che non capisce di computer e ha un problema e, a volte, non capisce neanche il problema e prova a spiegarmelo e io delle volte mollo tutto e vado a casa sua perché tanto è impossibile capirsi.

Ieri sera mi è successo il contrario, la povera amica voleva sapere e io niente, ero tanto volenteroso quanto inutile.

– «ma com'erano 'sti gioielli?»
– «kitsch»
– «kitsch come?»
– «ah, ognuno a modo suo, ma tutti comunque kitsch»
– «ho capito kitsch, ma come erano fatti, che aspetto avevano?»
– «kitsch»

Ho anche provato a spiegarle usando strumenti culturali a me più prossimi, tipo la musica, ma mica ha funzionato.

– «l'impressione è come se padroneggiassero benissimo la tecnica... ma si facessero guidare soprattutto da quella nella composizione... come certi chitarristi»
– «eh?»
– «ma sì, ci sono un sacco di chitarristi rock (jazz rock poi non parliamone) che fanno pezzi pieni di note, barocchi, quasi inascoltabili, che piacciono un frego agli altri chitarristi o aspiranti tali, ma che sono brutti da ascoltare se non t'interessa la tecnica, ecco quei gioielli oggi erano un po' così, più assoli che canzoni, mi sono spiegato?»
– «no, mi spiace, lo sai che a me... la musica...»
– «lo so... ma è come se invece di fare una bella canzone, semplice, quelli facessero complicati assoli, tutti pieni di note, insomma kitsch, hai capito?»
– «ti prego, lascia perdere...»

Insomma è stato come cercare di spiegare per telefono a un norvegese una mostra fotografica sui fiordi (e senza sapere il norvegese).


(però questa cosa di fare cose che di mio non farei e poi parlarne sul blog potrebbe essere una moda che prende piede)

(certo, se avessi per davvero un blog)





(kitsch)

(nulla, mi sembra di averlo scritto poche volte kitsch)

7 commenti:

andrea 403 ha detto...

kitsch

Shapa ha detto...

Bel post forse un po' kitsch.

milo temesvar ha detto...

"con grinta verso il futuro"

Anonimo ha detto...

Ma perché non m'hai chiamata pure a me, che' ci venivo volentieri! Sob.

andrea 403 ha detto...

Gli è che ero rimasto di andarci in orario di lavoro... non mi è venuto in mente che poi, invece, ci siamo andati di domenica (ma c'era il blocco del traffico e pioveva, avresti dovuto usare... I MEZZI PUBBLICI!)

Anonimo ha detto...

Percaritaddiddio.

Black Narcissus ha detto...

Avevo letto «Un post lungo in cui parlo di genitali».