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giovedì 4 ottobre 2012

no water resistente

L’amore è un sentimento favoloso, che potrebbe anche durare in eterno, se solo tante persone non fossero tormentate dal tarlo della gelosia. A quel punto, di regola, s’insinua la sfiducia e la successiva rottura del rapporto di copia è soltanto questione di tempo. Nella fatale storia d’amore di oggi prima del rapporto si romperà qualcos’altro, ma andiamo per ordine.

Siamo in Austria. Gerhard, il nostro protagonista, aveva trentasei anni, era alcolizzato e innamorato di una donna la quale condivideva volentieri le varie bibite con lui. Lei mi raccontava che la mattina al posto del caffè “stappava” già il primo cartone di vino e così arrivati a sera, quando la festa continuava con gli amici nei bar, il livello era già a buon punto. Si sa, per esperienza, che tra alcolizzati nascono facilmente delle liti perché diciamo che sono alquanto suscettibili e irritabili, anche se poi, il giorno successivo, tornano a essere grandi amici e, dandosi reciprocamente pacche sulle spalle, brindano alla loro “salute”. Il tutto poi si complica parecchio se in rapporti, già così labili, entrano una donna e la gelosia, la quale posa, al posto del braccio dell’amico, la sua mano pesante sulla spalla. Gerhard, l’ubriacone trentaseienne, è affondato proprio per un sentimento così primitivo che di solito non porta a niente di buono, ma basta preamboli.

La serata al bar è, come sempre, allegra e “bagnata”, tutti si divertono tranne Gerhard che a un certo punto s’immagina che la sua bella faccia troppe moine e sorrisini ai suoi amici. Presto gli passa la voglia di festeggiare e invita la sua donna alla ritirata. Lei, ignara dell’attacco di gelosia che ha colpito il suo compagno, lo manda, per così dire, a casa. Lui offeso se ne torna all’ovile disperato e con un forte senso di abbandono. Da solo seduto in cucina, mentre passano le ore, gli viene un’idea grandiosa: chiama il bar, si fa passare la sua bella e le dice: “se non vieni immediatamente a casa, m’impicco!”
È convinto che la minaccia faccia subito effetto e, per dimostrare che non scherza, che lui quando dice una cosa la fa, come un vero uomo, va in bagno, sistema una corda sui tubi dell’acqua sopra il gabinetto e infila la testa aspettando il suo ritorno, convinto che questa messa in scena la legherà per sempre a lui. Dopo una mezz’ora circa, l’amata ancora non si fa viva e allora Gerhard scende dal water va al telefono e richiama il bar, ribadendo la sua disperata decisione. Si concede un altro paio di bicchierini e, da bravo, si riposiziona sopra il gabinetto, la corda stretta attorno al collo.
E poi, senza scricchiolii di preavviso, succede la disgrazia.

Forse i tanti bicchierini, l’impazienza e la posizione non troppo comoda lo fanno muovere un po’ troppo, fatto sta che a un certo punto il coperchio cede sotto il suo peso e – con i piedi incastrati nel water – la vita di Gerhard se ne va letteralmente giù per il gabinetto.

Fu uno dei funerali più allegri a mia memoria, perché perfino il prete si fece sfuggire un commento poco “sacro” sulla morte accidentale del “povero cane” (come dicono in Austria). Qualcuno disse addirittura che si sarebbe potuto risparmiare i soldi del funerale, bastava tirare l’acqua.

Tenete a mente: a meno che non facciate sul serio, mai fidarsi di un water come appoggio!

Lucrezia

ammappate 4

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