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lunedì 24 settembre 2012

morti senza tomba

Siamo nei primi Ottocento e al marchese Busca gli viene di comperarsi un mummia, in egitto. Naturalmente si compera il set completo: mummia, parte di sotto del sarcofago, parte di sopra del sarcofago e il suo bravo papiro con sopra il libro dei morti. Il tutto (c'è scritto sul papiro) appartenuto allo scriba Pthames. Un'altra cosa che il merchese si era comprato era villa arconati a castellazzo di bollate, giusto qui fuori milano. Ci abitava con la famiglia e la mummia di Pthames se la teneva lì con loro.


Poi il marchese Busca era morto e tutto quanto (villa, mummia e sarcofago) era andato in eredità al figlio (marchese Busca pure lui, a quel punto).
Al nuovo marchese Busca, dopo un po', l'avere in casa la mummia dello scriba Pthames non parve una grande idea. Vabbe' che la casa era grande, ma dividerla con un morto imbalsamato, vecchio di secoli e secoli, al figlio del marchese Busca doveva fargli impressione. Decise quindi di regalare la mummia all'ospedale ciceri-agnesi fatebenesorelle che, in seguito, si unì all'ospedale maggiore di milano. Quelli dell'ospedale si tennero la mummia (con sarcofago e papiro) per qualche decennio. La usavano per farci cose, tipo studi anatomici o forse anche come ingrediente (perché le mummie grattugiate si usavano in farmacopea).
Poi, si sa, le mummie non sono molto di compagnia, e anche a quelli dell'ospedale la mummia dello scriba Pthames venne a noia. Anche loro volevano disfarsene.
Era un morto e, quindi, i pragmatici medici dell'ospedale maggiore pensarono di trattarlo da morto: spedendolo al cimitero (con sarcofago annesso? questo non lo so).

E adesso arriva l'eroe di questa storia: un anonimo impiegato comunale del camposanto, quello a cui arrivò in carico la mummia. Io me lo immagino con occhialini, regolamento alla mano e forte accento milanese: «la legge parla chiaro: i morti in entrata devono viaggiare con relativo certificato di morte, altrimenti nisba. Io d'irregolari, nel mio cimitero, non ne seppellisco! E morta lì!»

E per fortuna che a quelli dell'ospedale, davanti a tanta intransigenza burocratica, non venne in mente di redigerlo loro un certificato di morte per quel poveraccio di Pthames (che, morto, si vedeva benissimo che era morto e loro medici erano medici).
Pensa che ti ripensa decisero di affidare mummia e sarcofago alle civiche raccolte archeologiche e numismatiche di milano e tutto finì lì, dritto filato in un magazzino del comune (il papiro col libro dei morti, curiosamente, no... quello mi risulta essere attualmente nell'archivio del policlinico) finì lì senza che un qualche egittologo gli desse un'occhiata.


Poi, quando si pensò di tirar fuori la famosa mummia del marchese Busca (ossia dello scriba Pthames) e il suo bel sarcofago: il panico.
Sembrava che i pezzi si fossero persi per strada, agli occhi degli studiosi erano svaniti nel nulla. Nel magazzino di pezzi di sarcofagi ce n'erano probabilmente a uffa, ma delle due metà di quello di Pthames neanche l'ombra: tristezza.
Finché un egittologo capì l'arcano: il set mummia, pezzo di sotto del sarcofago e pezzo di sopra del sarcofago non si riusciva a mettere assieme semplicemente perché, per davvero, non era mai esistito. Quelli entrati in magazzino erano pezzi spaiati, perché il marchese Busca (padre, quello che si era comprato il tutto) si era fatto buggerare da qualche tombarolo egiziano che aveva preso il davanti di un sarcofaco (di cui non c'era il retro), il dietro di un sarcofago (di cui non aveva il davanti) e ci aveva schiaffato dentro una mummia anonima (senza sarcofago), tutta roba che neanche i secoli combaciavano, aggiungendo poi al patchwork il libro dei morti di un tal Pthames (alla fin fine, solo questo appartenuto per davvero allo scriba Pthames, chiunque egli fosse).

Per un po', quindi, i tre pezzi furono esposti separati al museo egizio di milano (quello di cui ho parlato nel post prima di questo). Separati perché non ci azzeccavano nulla gli uni cogli altri.
Da un po' di tempo però sono esposti vicini, con una bella spiega che dice il perché sono esposti vicini. Che poi, detta meglio (e senza gli errori che ci avrà messo la mia memoria) la spiega è proprio la storia che ho messo in questo post.

4 commenti:

milo temesvar ha detto...

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Edgar Allan 403.

Ma davvero l'ospite si chiama rosalia? l'ultima rosalia che posso ricordare era in un libro di sciascia o pirandello...

andrea 403 ha detto...

... e santa rosalia spesso nominata da franco franchi in coppia con cicco ingrassia, no?

comunque sì, la mia amica si chiama proprio così. A me le amiche piacciono coi nomi etnici meridionali (e quindi mi pregio di frequentare pure Filomene e Addolorate).

Anonimo ha detto...

Poi se si cerca su google immagini Rosalia, il primo risultato è una mummia, coincidenza?
Io non credo!
R.

andrea 403 ha detto...

È vero, mummia di una bambina bionda! Che impressione!

Ciao R.