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lunedì 20 febbraio 2012

le sens de l’eau

Mia madre lo diceva sempre: “figliolo, tu sei destinato a grandi cose” povera mamma, il fegato le è stato fatale!
In realtà io non avevo nessuna intenzione, fosse stato per me avrei vissuto la mia vita tranquillo, non volevo di certo salvare il genere umano, io!
Volevo solo fare lunghe nuotate, lo confesso l'acqua mi è sempre piaciuta, mio padre, buon anima (siano maledetti i piumini!) mi diceva: “il volo figliolo, non c'è niente di più bello del volo”, ma per dirvela tutta mi è sempre sembrata pericolosa l'altezza, per non parlare dei rischi che si corrono in certe stagioni.
No, decisamente il nuoto, sarei diventato un campione!

Ma il destino volle altrimenti. Erano brutti anni, prima la grande guerra poi quella terribile influenza che aveva falcidiato almeno venti milioni di persone, forse ne avete sentito parlare, la chiamavano Spagnola. Ma era anche un secolo vitale, dove si pensava di poter risolvere i problemi del mondo, si era giovani, si era sciocchi.

Per l'appunto, a me toccò in sorte di imbattermi in un giovinastro, ricco di fervore, di immaginazione e di tante altre cose, si chiamava Joseph Roy.
Francese, come me, scoprì la causa di ogni male (o quasi)… e, purtroppo, scoprì anche la cura di ogni male (o quasi): IO!

Mi immolai per la scienza!
Anzi mi immolarono, per essere precisi, che io sarei rimasto nel mio laghetto, come vi ho spiegato prima, l'immortalità non mi interessava. E invece no, vennero a prendermi una sera, mi afferrarono e, terrorizzato, mi portarono via.

Così, con tutto il mio cuore (e anche col fegato) sconfissi il terribile Oscillococcinum. So che alcuni di voi penseranno che si tratti di un batterio inesistente, un grossolano errore, può essere, dico io, ma non è forse vero che le scoperte più clamorose nascono dal caso, dall'incidente, dall'errore?
Lo ammetto, all'inizio il giovane medico ha un po’ ecceduto, ma voi non commettete l'errore opposto. Non sottovalutate i nefandi effetti dell'influenza, centinaia di migliaia di morti all'anno non sono bruscolini e io ho abbastanza molecole per salvare questo mondo e tanti altri fino alla fine dei tempi.

Malelingue sostengono che sia tutto falso, solo un lucroso inganno, ma io questo non posso crederlo: chi può essere così cattivo da strappare barbaramente un tenero anatroccolo ai suoi affetti per vile denaro?

Serendipity

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Nel 1925 il medico francese Joseph Roy durante l'osservazione al microscopio di sangue e tessuti di pazienti affetti dalla spagnola, notò dei corpuscoli sferici che si muovevano e, pensando di trovarsi di fronte ai batteri causa della malattia, li battezzò oscillococci. In realtà, è probabile che fossero bolle d'aria causate dalla scorretta preparazione del vetrino.
Da questi studi ne derivò un rimedio omeopatico di grande successo, basato sull'estratto del cuore e del fegato di un’anatra, successivamente diluito 200 volte. Un livello di diluizione tale da far bastare il composto originale per tutti i preparati successivi per i millenni a venire. Infatti alla duecentesima diluizione, per avere la possibilità di ingerire anche una sola delle molecole d'anatra iniziali, bisognerebbe consumare una quantità di rimedio equivalente alla massa del nostro universo moltipticato per 10 alla 320 (10 seguito da 320 zeri).

Fonti:
MedBunker
Wikipedia

3 commenti:

Marco Bertoli ha detto...

Molto carino: «il fegato le fu fatale» mi ha fatto ribaltare, e poi io ho un debole per gli anatrocoli.

È anche istruttivo, secondo il modello di 403: non sapevo niente di quel ciarlatano di Roy.

andrea 403 ha detto...

secondo il modello di 403

questo tipo di post, più ancora di quelli che scrive Lucrezia, mi pare adatto a questo posto qui...

non è che ti andrebbe di pensare anche a te qualcosa per 403?

(ovviamente con i tuoi modi e i tuoi tempi)

Marco Bertoli ha detto...

Grazie dell'invito, cercherò di pensare a qualcosa di carino (e istruttivo).