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lunedì 28 febbraio 2011

la strategia delle camicie

Quando passi un'intera settimana davanti al computer a scrivere per lavoro (o ad aspettare, paralizzato lì, che arrivi "l'spirazione", è uguale) non è che riesci a sporcar casa più di tanto.

Allora io, temendo la maldestra e ingegnosa fatina brasiliana, ieri ho lavato una cifra di camicie così, almeno, domattina quella avrà parecchio da stirare.

Poi c'è da dire che pure i PostSecret di questa settimana non mi dicono un granché, e oramai mi sono convinto che sia colpa mia. Ma di questo riparliamo.



Ah, ogni tanto qualcosa di buono succede anche da queste parti. Stasera alessandro ha aperto la sua trasmissione a radio popolare con una cover dei beatles che non conoscevo, fatta da una band nata dalla fusione di un gruppo rock ungherese e un quartetto vocale femminile folk russo (ma con un cantante-chitarrista irlandese, sia pur trapiantato in ungheria) che si è messa insieme ad agrigento – in una notte stellata – nel 1989.


Baba Yaga – Back in USSR

martedì 22 febbraio 2011

di musicassette e poco altro

Se ancora aggiorassi il blog, questa settimana l'avrei aggiornato pochissimo.

Non che proprio non mi siano venute delle idee (ma comunque meno del solito) è che il lavoro è padrone assoluto delle mie giornate.

Però un post sulle musicassette credo proprio che l'avrei fatto.



Io sono cresciuto assieme alle compact cassette, introdotte nel marcato europeo l'anno prima che nascessi (e in quello statunitense il mese prima che nascessi) hanno accompagnato la mia infanzia e soprattutto l'adolescenza.
Non le ho mai amate particolarmente, vuoi mettere la bellezza di un trentatré giri? E se poi volevi saltare una canzone? O risentirne una? Mille volte meglio il vinile.

Ma le cassette erano l'unico modo per farsi le proprie complilation, per registrare dalla radio, per registrare (di sfroso) i concerti a cui andavi, per farsi le proprie compilation con le canzoni registrate dalla radio o ai concerti. E quindi, anche se non le amavo particolarmente, ne ho usate a centinaia.



E sulla creazione delle proprie cassettine antologiche ci sarebbe da scrivere un libro, mica un post. Sull'arte di decidere la sequenza delle canzoni (ne parla anche Nick Hornby in Alta fedeltà), sullo scambio delle cassette con i propri brani preferiti come rito sociale tra adolescenti (ma quante ce ne saremo scambiate io e Carlo? a cementare un'amiciza nata sui banchi di scuola e cresciuta nei negozi di dischi, nei posti da concerto e poi fino in radio), ma anche la cassettina come forma di seduzione (anche questa da me praticata all'epoca e anche di questa ne parla Hornby nel suo romanzo).
Eravamo così abituati a ragionare sulla successione dei brani, sull'effetto che poteva fare giustapporre un pezzo a un altro, che a me non stupisce che poi, già da ragazzini, fossimo in grado di gestire la scaletta di una trasmissione radiofonica come se nulla fosse, era per via delle cassettine, ne sono sicuro (poi essere capaci di condurre, avere il ritmo giusto nel parlare, quella era tutta un'altra questione).

Se aggiornassi ancora il blog mi sarebbe venuta voglia di parlarvene dopo aver visto questo post dal blog di socks-studio, ma mi sarei trattenuto. Per poi cedere dopo quello che ha fatto Carlo sabato scorso.



Primissimi anni '80, gli anni del liceo. Ascolto di tutto, dal punk ai Duran Duran, ma i miei gruppi preferiti sono Police ed XTC. Una volta sento, e registro al volo, alla radio un brano dal titolo sconosciuto di un gruppo sconosciuto. Identici ai primi XTC, identici. Però non sono loro, la voce non è loro e poi noi la discografia degli XTC la sappiamo a memoria. Il brano finisce in una cassetta che faccio a Carlo. Da allora né lui né io abbiamo avuto pace (certo, abbiamo anche fatto altro nella vita, tipo che Carlo si è pure sposato nel frattempo, lavoriamo entrambi, abbiamo messo su case, disfatto giù case e rimesso su case, per dire, però quel rovello, in fondo, restava).
Anni fa grazie all'internet avevo anche capito chi era il gruppo, come s'intitolava il brano e che era un 45 uscito nel 1981 mai stampato su ellepì. All'epoca però né sul web, né sul mulo ce n'era traccia. Tornai a fare altro. Sabato Carlo se n'è ricordato e visto che oggidì è pieno di blog, specie su blogspot, che pubblicano mp3 di ogni cosa. Ho potuto finalmente riascoltare quella canzone (ché la mia cassetta è dispersa da tempo).


qfeel - Doctor On The Radio (1981)


Che poi la versione che avevo registrato io era comunque un po' diversa, specie nel finale, ma quello doveva essere un promo per le radio che davvero non troveremo mai e poi mai.

Galavanizzato dalla scoperta di Carlo, mi sono ricordato di un'altra canzone. Quella invece era sfacciatamente "alla Police". Di quella non ho neanche mai avuto una registrazione radiofonica su cassetta. Me la ricordavo così, per averla sentita un paio di volte, sempre nel 1981 (roba strana la memoria, specie la mia). Oggidì recuperarla è stato un attimo.


The Producers – I Love Lucy (da "The Producers", 1981)


Infine, visto che sto qui a parlar di musica derivativa dagli XTC mi pregio di pubblicare un brano dal primo EP dei Denovo, questo data 1984 e l'ispirazione gruppo inglese è evidente.


Denovo – Niente insetti su Wilma (1984)


Ecco, se ancora aggiornassi il blog, questa settimana non averi parlato di molto altro. Be', sì, ovviamente me la sarei presa coi nostri giornalisti che non perdono occasione di dimostrare quanto sciattamente facciano il loro lavoro. Ché nell'affittopoli milanese è saltato fuori il nome di Sergio Bonelli tra i beneficiati dal Pio Albergo Trivulzio (per un appartamento di 85 mq) e tutti giù a dire che si trattava dell'editore di Tex e Dylan Dog, un'idea grottesca sotto mille punti di vista per chiunque ci abbia mai avuto a che fare, con Bonelli. Poi non è compito dei giornalisti saperlo (che è un'idea grottesca) il loro compito però sarebbe verificare le cose come stanno (e sarebbe bastata una telefonata in casa editrice) e quindi raccontarlo ai lettori, nello specifico non c'era niente da raccontare ai lettori, si trattava di una banale omonimia. Buffoni (e pure "cialtroni", stavolta il tag lo metto per loro).
Me la sarei anche presa con l'ATM, la municipalizzata che qui a milano si dovrebbe occupare dei trasporti, che riesce a fare brutta figura anche quando estende la rete del metrò di due nuove fermate, ma vi va bene che, per davvero, non aggiorno e quindi non l'ho fatto e non lo fo.

Poi di sicuro non vi avrei parlato di ricette di cucina (anche se un po' avrei voluto), di Laurie Anderson e Art Spiegelman (ma questo forse prima o poi lo faccio), avrei continuato a non parlarvi degli interessantissimi libri da metro che continuo a leggere con diletto (sia pure, ormai, davvero solo in metrò) e forse non vi avrei neppure parlato Vincent Connare: l'uomo che inventò il Comic Sans.

Però, naturalmente, mi sarei occupato dei PostSecret, benché anche questa settima li abbia trovati poco interessanti (comincio a pensare sia colpa mia).

Ce n'è uno che dice che trova le biblioteche sessualmente eccitanti, e a me ne ha fatto venire in mentre un altro che pubblicarono quattro anni fa, lo avevo messo qui giù nei commenti (e me lo sono pure ricordato, roba strana la memoria).
Restando in tema (biblioteche, non sesso) ce ne sono due (uno e due) che parlano di post-it messi apposta nei libri che si restituiscono alle biblioteche (bella l'idea, brutte le cartoline relative).
Ce n'è pure uno che arriva da Orvieto.

Ma non ce n'è nessuno che mi piaccia davvero.
Per disdegnoso gusto, pubblico il segreto più stupido della settimana (e, almeno fin qui, dell'anno).



mi siedo sul cesso di lato


Di postsecret la prima volta ho parlato qui.


segreti della settimana (77)

lunedì 21 febbraio 2011

domenica notte

Mezzanotte e passa, sto per decidere di andare a letto e, finalmente, chiudere questo fine settimana e sono preoccupato perché casa mia non è abbastanza sporca.

Che già sono stati due giorni lavorativamente difficili, ho scoperto di essere lungo di una trentina di tavole nella sceneggiatura che sto scrivendo (è una roba un po' tecnica, in linguaggio non tecnico la si può riassumere così: "cazzi!").

I PostSecret di oggi neanche non mi sono piaciuti tanto (ma ne riparliamo domani, se ce la fo) e l'unico raggio di sole del week end è stato Carlo, che ha trovato una canzone che stavamo cercando dal 1981, quando eravamo compagni di banco al liceo (ma anche di questo ne riparliamo domani, se ce la fo).

Per ora mi limito a tirar giù madonne per quelle trenta tavole da tagliare (ma dove?!) e per il fatto che domani casa mia non sarà abbastanza sporca. 

Il fatto è che domattina, mentre sono in redazione, viene a sistemare casa la maldestra (e fantasiosa) fatina brasiliana. E quella, se non ha abbastanza da fare, non è che se ne va a casa prima che tanto io non ci sono e chissene accorgerebbe. No, piuttosto quella s'inventa le cose da fare.
Lunedì scorso, che pure casa non era abbastanza sporca, lei ha deciso di riordinare camera mia, ossia ha preso tutti i libri che erano in giro (i libri "correnti", quelli che sto leggendo, sfogliando, leggiucchiando, consultando, o anche solo che ho appena comprato e neanche ho aperto, insomma quelli) in tutto una quindicina e li ha messi "a posto". Ossia li ha messi nelle mie librerie dove c'erano dei buchi...
Dopo una settimana ancora non li ho ritrovati tutti.

Anche questa domenica vado a letto che casa non è abbastanza sporca.
E io tremo.

lunedì 14 febbraio 2011

segreti bollenti

I segreti di ieri sono monotematici sul sanvalentino di oggi... sarà la mia antica disaffezione per la ricorrenza, ma non mi paiono 'sto granché. Metto qui l'unico che mi ha un po' divertito (vale la solita avvertenza che, essendo la lingua inglese com'è,  il genere dell'autore lo decido io - e io decido che è una donna).

E così, mi sono portato avanti e anche per questa settimana il blog è fatto :)



Ti porto il caffè ogni Mercoledì per la nostra riunione settimanale di reparto.
Non ti sei ancora accorto dei miei messaggi.

Attenzione, la bevanda che sei
in procinto di gustare è bollente.




Di postsecret la prima volta ho parlato qui.



segreti della settimana (76)

domenica 13 febbraio 2011

visto che... - 1

Visto che mi pare di aver capito che fare un post ogni settimana o due per coprire i postsecret non mi pesa più di tanto e non m'interferisce col lavoro, ri-ribalto l'ordine dei post.

Che un blog dormiente che aggiorna una volta alla settimana mi pare comunque più sveglio di parecchi blog non dormienti che seguo o seguirei, se facessero il bene di aggiornare.

(ah, visto che ieri – quando è stato il momento di rileggere e taggare il post che ho fatto – avevo la febbre, l'ho fatto oggi, ho fatta anche qualche aggiunta. La febbre nel frattempo è passata)

sabato 12 febbraio 2011

la memoria degli oggetti

Continuo la terapia a scalare (ma più per un malinteso senso del dovere che perché senta davvero la necessità di postare qualcosa su quattrozerotré), comincio coi segreti di settimana scorsa (che domani già escono i nuovi) e poi vi racconto un paio di altre cose:



Prima di sostituire i mio spazzolino da viaggio penso a tutti i bei posti dove è stato



----- Email -----
io penso a tutte le cose che hanno visto i miei occhiali
ogni volta che ne prendo di nuovi.




Do via i mie vecchi vestiti non in base a quanto siano usati,
ma per quanto sono stati dolorosi i ricordi di quando li indossavo.



Ho conosciuto una che non metteva più i vestiti che aveva addosso quando le erano capitato cose brutte brutte. Non era superstizione, era proprio la memoria degli oggetti.

Di postsecret la prima volta ho parlato qui.



segreti della settimana (75)



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Anche questa volta mi pregio di presentarvi una sintetica rassegna di post fantasma (ossia quelli che forse avrei fatto questa settimana se il presente blog venisse aggiornato).

Storie senza parole – È il passo successivo alle storie di poche parole. Ho comperato un bel libro pop up, una copia per me, una per una mia amica di sei anni. Ogni doppia pagina è dedicata a una fiaba (ma una è dedicata a una rilettura fantastica della Madama Butterfly) e non c'è neanche una parola scritta. L'idea è che o il lettore le storie le sa già, o c'è qualcuno che gliele racconta mentre sfoglia con lui il libro, oppure se le inventa per conto proprio.

Il libro è questo qui sotto (ma io l'ho preso in edizione italiana, Rizzoli, che così il titolo è tradotto :)




Il etait une fois - Benjamin Lacombe By BCWALL from B&C on Vimeo.



Il coniglio non è incluso nella confezione (almeno non nell'edizione italiana) e bisogna stare un po' attenti quando si richiudono le pagine.

A proposito dell'edizione italiana: quelli della rizzoli non è che avessero da tradurre molto. Giusto i titoli delle favole e poco altro (l'ho detto che è un libro senza parole). Be' sono riusciti a cannare il titolo della prima fiaba "Poucette" che loro hanno tradotto "Pollicino", quando non c'è bisogno di sapere il francese per capire quella è una bambina e che la fiaba in questione quindi è "Pollicina" (il tag "cialtroni" questa volta lo metto per loro).

Siamo in mano alla sciatteria.

Googleganger – Quattro giorni fa Word Spy (io amo Word Spy) se n'è uscito con la definizione di questa nuova parola"A person who has the same name as you, and whose online references are mixed in with yours when you run a Google search on your name" come a dire un tuo omonimo la cui esistenza (in rete) ti scassa i maroni quando fai egosurfing, oppure un omonimo della persona che vuoi googolare che ti rende tutto più difficile. Si tratta di una portmanteau word tra google e doppelgänger.

Io ho un googleganger che fa il consigliere comunale a Forlì per l'UDC (non mi è andata neanche troppo male, ché posso sperare che non diventi molto più famoso di così). E tempo fa avevo accennato al fatto che un mio caro amico (ormai morto) aveva un googleganger (ma non sapevo si potesse dire così) che fa con successo il direttore di coro e che è nato a milano (come era nato il mio amico) e nel 1964 (proprio come era nato lui). L'altro giorno ascoltavo Rotoclassica, una trasmissione di radio popolare e mi è venuto un mezzo colpo, perché parlando di un disco appena uscito hanno cominciato a tessere le lodi di quanto fosse stato bravo Marco Berrini a dirigere quel dato coro spagnolo, facendo cantare tutti in un perfetto venziano (ché il mio amico Marco Berrini era un figo, ma una cosa del genere mica sarebbe stato capace di farla).

Lo so che quella è la radio e non google, e quindi con googleganger non c'entra. Ma a me ha fatto impressione lo stesso.



Transnistria – Se ancora aggiornassi avrei sicuramente dedicato un post a una nazione dell'est europeo che sembra uscita da un film di Peter Sellers, che esiste dal 1990 e che non conosce pressoché nessuno. Io l'ho appena scoperta grazie al mio amico Ipofrigio, che facendo il traduttore, scopre un sacco di cose e le più mirabilanti poi le racconta a me. Se mai tornerò ad aggiornare, un post alla Pridnestrovskaia Moldavskaia Respublica credo proprio che andrebbe fatto.

Channel 403 – Grazie a questa segnalazione di Inkiostro credo proprio che avrei fatto una puntata della mia televisione multispecialistica su web, dedicandola tutta a un pezzo musicale di Steve Reich e vi avrei messo questo fimato, questo, naturalmente quello segnalato da Inkiostro da cui è partito tutto e sicuramente anche questo (che, lo so, è tecnicamente una chiavica, ma come mi sarei potuto trattenere dal pubblicare la performance di un gruppo che si chiama Grodner 4Klang e le Schiaffeggiatrici Ladine – il tag "erotismo tirolese" lo metto loro).



Quello che no – Di sicuro ci sarebbe stata un bel po' di cose che, anche se ancora aggiornassi, non avrei pubblicato lo stesso. Un bel post sui miei nuovi libri da metrò su cui sto scoprendo cose interessantissime, il ritorno di fiamma per due miei vecchi amori: Usagi Yojimbo di cui mi sono appena comperato questi due splendidi volumoni che raccolgono i primi dieci anni delle sue avventure e, soprattutto Laurie Anderson, di cui magari non vi parlerò la prossima volta. Non vi avrei detto della morte di Tura Satana, che se anche mi è dispiaciuto, qui gli annunci mortuari qui si dedicano solo a chi ha contribuito alla mia formazione (o a gente che ho conosciuto di persona) Tura non rientra in nessuna delle due categorie. Forse non avrei postato nulla neppure di musica balcanica, che sta riempiendo con i suoi strumenti a fiato e i suoi ritmi bislacchi (per le nostre orecchie) le mie giornate.



Registro Pubblico delle Opposizioni – Infine. Il nome è assurdo, comunque se funziona davvero è cosa sacrosanta. Se hai un numero di telefono pubblico, di quelli che stanno sull'elenco del telefono e quindi di quelli, sventuratamente, prede del telemarketing, da qualche giorno è possibile iscriversi al Registro Pubblico delle Opposizioni (è cosa lesta e facile, si può fare anche online) e nessuno può più legalmente telefonarti per proporti di cambiare gestore telefonico oppure per venderti casse di vino o di olio (a meno che non abbia lasciato tu il tuo numero a qualcuno autorizzando il trattamento dei tuoi dati in questo senso). Io mi sono iscritto qualche giorno fa e ora risulto iscritto al registro (ci mettono un paio di giorni a inserirti) adesso vediamo se smetteranno di rompermi i coglioni.


Se aggiornassi ancora il blog a questa cosa avrei dedicato un post, ma visto che mi pare una bella cosa, questa ve l'ho raccontata tutta per esteso lo stesso.

giovedì 3 febbraio 2011

terapia a scalare

Dovessi dire che senza quattrozerotré me la stia cavando male, direi una bugia. Però, come certi farmaci, è forse meglio non interrompere del tutto, così, in un botto.


Quindi la mia selezione dei segreti usciti domenica scorsa forse è il caso che la posti.




Non ce la faccio a cancellare i miei parenti morti dalla rubrica.


Io sono messo anche peggio di così. A me capita pure col cancellare gli sms... e neanche solo dei morti. In più il mio è un cellulare con poca memoria e lo spazio è quindi sempre meno e io giro con una sorta di biblioteca/micro-cimitero tascabile di messaggi ricevuti sia da persone che frequento e a cui voglio bene sia da persone che, per un motivo o per l'altro, non fanno più parte della mia vita. Mah...



Ho mandato sms sconci a un ragazzo in chiesa!


Questa la pubblico solo per la gioia che mi ha dato ritrovare un neologismo di word spy da qualche altra parte (che io word spy lo leggo sempre appassionatamente ma la stagrande maggioranza di quelle parole mica che poi la ritrovo in giro, di solito)



Uso di nascosto la sua carta fedeltà del supermarket
perché amo quando
la cassiera mi chiama Signora M***r



La parte migliore della giornata è quando uso il tuo numero di telefono...
così quando mi ringraziano, mi chiamano come se fossi tua moglie
 



Questi due segreti pressoché identici mi fanno pensare che:
1. Safeway deve essere parecchio diffuso negli stati uniti (e, in effetti, è al terzo posto nelle catene di supermarket in nord america).
2. Deve essere abbastanza diffusa anche la condizione del non essere spostata, nolentemente, con l'uomo che si ama.
3. Questa coincidenza deve aver colpito Frank, che ha pubblicato entrambi le cartoline (e, in effetti, ha colpito anche me).




Ho chiesto a mamma se
preferiva che mi rasassi
la testa o mandassi una foto
delle tette a Postecret



Questa mi pare il trionfo dell'uso improprio di PostSecret ché, chiaramente, non si tratta di un segreto. Mi pare piuttosto un ricatto/braccio di ferro tra figlia e madre. Perché se riesco a capire il desiderio di raparsi a zero i capelli, già la gioia del mandare prova fotografica delle proprie poppe al blog di Frank mi è meno presente (specie lasciando la decisione alla mamma).

Di postsecret la prima volta ho parlato qui.



segreti della settimana (74)



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Se aggiornassi ancora un blog, questa settimana vi avrei (lungamente) annoiato su quanto io sia sempre più intollerante rispetto alla sciatteria di certi sedicenti giornalisti, non avendo un blog da aggiornare me ne sono (brevemente) lamentato nel blog di qualcun altro.

Se aggiornassi ancora un blog mi sarei pubblicamente dispiaciuto della morte di John Barry. Cinque premi oscar, numerose canzoni e temi indimenticabili e un posto di rilevo nel mio olimpo personale dei compositori.

Lui è famoso soprattutto per le prime colonne sonore dei film di James Bond (Goldfinger e Diamonds Are Forever, entrambi interpretati da Dame Shirley Bassey, Thunderball cantata da Tom Jones - ma io ce l'ho anche cantata da Tony Dallara e pure da Celentano -  You Only Live Twice, intepretata da Nancy Sinatra e molta altra roba) ma non ha fatto solo quello, proprio no (cito solo Un uomo da marciapiede e Nata libera l'amore per "Nata libera" mi sa che è una cosa parecchio generazionale, molti di voi neanche sapranno chi era Elsa).

Qui mi piace ricordarlo con due temi strumentali, uno tratto da "Dalla Russia con amore" che s'intitola semplicemente 007.




Il secondo è l'indimenticabile sigla d'inizio della serie tv "Attenti a quei due" ("The Persuaders").