E subito mi viene da pensare a quale possa essere il gesto in questione. Scartata l'inelegante via simbolica, penso che forse un solo gesto non basta a escludere proprio tutto, forse ce n'è bisogno almeno di un paio. E mi vengono in mente le tre scimmiette, quelle che si tappano occhi, orecchie e bocca. Queste qui, insomma:
"Non vedo, non sento e non parlo" questa è la dida che associo a questa immagine. Subito dopo, ovviamente (che io son fatto così), mi chiedo quale sia l'origine di questa immagine. Mi rivolgo con fiducia a quel vertiginoso oracolo che è google e, con un paio di clic, ne vengo a capo.
(Nel caso interessi: qui o più spicciamente qui).
Ormai sono lontano dal punto di partenza, e riscopro una cosa che forse sapevo già e che avevo dimenticato. E così riscopro che è solo qui da noi, in italia, che le tre scimmiette hanno questo significato un po' vigliacco e omertoso.
Nell'originario giappone (ma vale anche nella cultura anglosassone e - m'immagino io - ovunque nel mondo) l'invito delle sagge scimmie è a non parlar male, a non ascoltare il male e a non guardare con occhio melevolo (speak no evil, hear no evil, see no evil) mica a starsene zitti, così, del tutto.
Ed ecco che io non riesco a dare ascolto ai precetti delle tre scimmiette giapponesi e – sia che questo fraintendimento origini dalla proverbiale italica ignoranza, sia che da noi farsi i cazzi propri sia considerato più saggio e meritevole dell'agire benevolmente – a me viene da pensar male, di noi.
E, alla fine, son qui a scriver male della mia gente.
(vabbe', buon anno e ben ritorvati qui)