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giovedì 12 febbraio 2009

think no evil...

"Sarebbe bello poter escludere con un semplice gesto tutto ciò che è sgradevole" questo leggo stamattina in un post di Shapa.
E subito mi viene da pensare a quale possa essere il gesto in questione. Scartata l'inelegante via simbolica, penso che forse un solo gesto non basta a escludere proprio tutto, forse ce n'è bisogno almeno di un paio. E mi vengono in mente le tre scimmiette, quelle che si tappano occhi, orecchie e bocca. Queste qui, insomma:




"Non vedo, non sento e non parlo" questa è la dida che associo a questa immagine. Subito dopo, ovviamente (che io son fatto così), mi chiedo quale sia l'origine di questa immagine. Mi rivolgo con fiducia a quel vertiginoso oracolo che è google e, con un paio di clic, ne vengo a capo.
(Nel caso interessi: qui o più spicciamente qui).

Ormai sono lontano dal punto di partenza, e riscopro una cosa che forse sapevo già e che avevo dimenticato. E così riscopro che è solo qui da noi, in italia, che le tre scimmiette hanno questo significato un po' vigliacco e omertoso.
Nell'originario giappone (ma vale anche nella cultura anglosassone e - m'immagino io - ovunque nel mondo) l'invito delle sagge scimmie è a non parlar male, a non ascoltare il male e a non guardare con occhio melevolo (speak no evil, hear no evil, see no evil) mica a starsene zitti, così, del tutto.

Ed ecco che io non riesco a dare ascolto ai precetti delle tre scimmiette giapponesi e – sia che questo fraintendimento origini dalla proverbiale italica ignoranza, sia che da noi farsi i cazzi propri sia considerato più saggio e meritevole dell'agire benevolmente – a me viene da pensar male, di noi.

E, alla fine, son qui a scriver male della mia gente.

(vabbe', buon anno e ben ritorvati qui)

venerdì 6 febbraio 2009

letterismi


Comics grammar & tradition è un piccolo vademecum che si trova sul sito della Blambot (dei simpatici "fontai" specializzati in font per i fumettisti, un po' dei loro caratteri sono pure gratis, nel caso fateci un giro).
Raccoglie un po' di convenzioni fumettistiche relative a forma e posizione dei balloon, alle onomatopee, ai segni d'interpunzione. Insomma, a un po' di quelle cose che stanno dentro a una vignetta ma non sono disegno.




Occhio che si tratta di convenzioni, non di regole. Per esempio: i puntini di sospensione dopo una frase vanno attaccati all'ultima parola della frase, in genere si fa così. Ma i puntini prima di una frase non è scontato che si attacchino alla prima parola della stessa (come vediamo fare qui sopra). A memoria, mi pare che in Bonelli tra i puntini e la parola venga messo uno spazio, a Diabolik la questione è dibattuta.
(Certo che sono problemi)

[da Giavasan]