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mercoledì 26 novembre 2008

azione che picchia duro!




Steve Duin dedica un paio di post a una manciata di autopubblicità fumettistiche anni '40...
Sono QUI e QUI.

Molto gustosi per gli amanti del genere (e io un po' il genere lo amo).


venerdì 21 novembre 2008

è un uccello, è un aereo, è un pantone process cyan 2

Dal blog di un fan di Aquaman (!) la tavola di riferimento dei colori ufficiali (pantone) dei principali personaggi DC Comics (peccato però che l'immagine sia piccola e non si riesca a leggere nulla)...

Ma sappiamo quelli di Aquaman: sono Orange 621, Yellow 123 e Green 254, lo so che non dormivate senza saperlo.




[via newsarama]

giovedì 20 novembre 2008

il fumetto: meridionale ma pulito

Ho paura che questa cosa che il libro di Gipi è un bel libro, e che quindi in molti pensino che dovrebbe uscire dal ghetto dei fumetti ed essere letto anche da chi non legge i giornaletti dei fumetti mi porterà ancora qualche altro dispiacere...

"Gipi e soprattutto le sue storie sono davvero molto di più di un semplice fumetto." [qui]

Affermazione incontestabile. E chi scrive di sicuro ama i fumetti. Però io non me lo vedo qualcuno che ama la letteratura che, parlando dell'ultimo libro del suo autore preferito, dice "Tizio e soprattutto le sue storie sono davvero molto di più che semplice letteratura. Punto". A me suona strano.

Insomma del pregiudizio nei confronti del fumetto, anche quando non è di chi scrive, pare che non ci sia modo di liberarsene, perché chi scrive lo presuppone nei  confronti di chi legge e se ne lascia comunque influenzare.

Non è proprio uguale, ma è un po' come voler parlar bene di un poprio amico terrone dicendo che è meridionale ma pulito. Un po'...

lunedì 17 novembre 2008

quanta confusione sotto le nuvole...

Nel suo blog Roberto Moroni parla bene de La mia vita disegnata male... e fa bene, di quel libro lì bisonga parlar bene (e, per altro, lo stanno facendo proprio parecchi, Moroni lo fa qui). Moroni non dice neanche troppe cazzate, però almeno una sì. Questa: "così che il suo [parla di Gipi] non è fumetto, ma letteratura - in seconda istanza è anche fumetto, così come 2001 di Kubrick era anche fantascienza."
Suona figa, ma - visto che il fumetto NON è un genere - la similitudine con Kubrick non regge... avrebbe dovuto essere "così come 2001 di Kubrick era anche cinema" che, diciamocelo, suonerebbe decisamente più stupida.

A me non è che interessi molto definire che cosa sia il fumetto, è più facile (e utile) capire cosa non è. Di sicuro non è un genere. Per il resto mi attengo alla linea tenuta dal giudice Potter Stewart parlando alla Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1964 (ma lui parlava dell'oscenità, vabbe') ossia che probabilmente non sarò mai in grado di definirlo ma lo riconosco quando lo vedo.


domenica 9 novembre 2008

girovagando

A lucca sono stato (maldestro) interprete in uno scambio di battute tra craig yoe e salvo d'agostino (senza sapere chi fosse l'amercano e condividendo con l'italiano il banchetto dei Cani).
Tornatomene a casa, e all'amata internet ho colmato la lacuna rispetto al fumettista usa e nel suo blog ho scoperto la scansione dell'originale della prima vignetta di Pogo, originale che fa parte della collezione di craig.


(clicca e gusta)


 

mercoledì 5 novembre 2008

il ritorno di “acquisti recenti”

Uno torna da quattro giorni passati a Lucca Comics e ci s’immagina che parli dei fumetti che ha visto e preso lì, e invece no.

Non scrivo una recensione dall’agosto 2006 e non segnalo i miei acquisti dal luglio dell’anno dopo. Non si può dire che questo blog sia lo specchio puntuale dei miei consumi in campo fumettistico (e non è che nel frattempo non abbia letto o acquistato neanche un fumetto).
Proverò a cambiare questo andazzo e comincio dagli acquisti fatti poco prima di partire per Lucca. Qualcuno nel frattempo l’ho pure letto, qualcuno l’ho solo sfogliato, quindi questi sono in parte pre-giudizi in parte giudizi veri e propri.



Lobster Johnson: Il Prometeo di ferro

Mike Mignola e Jason Armstrong
Magic Press – 12,50 €

Quando ho scoperto che sarebbe uscito ho subito pensato “che figata!”: una mini tutta dedicata all’eroe anni ‘30/‘40 dell’universo di Hellboy, scritta da Mignola tutto da sé (!) e disegnata da uno che non conosco (vabbe').
L’ho letta e mi pare che nel complesso stia un filo sotto le aspettative, Mignola mette insieme una storia godibile ma dalla prima avventura a solo di Lobster Johnson mi sarei aspettato qualcosa di più. Armstrong qui mi sembra un po’ un “Guy Davis Wannabe” (qualcuno dei personaggi di questa storia è stato studiato proprio da Davis, che poi è quello che disegna B.P.R.D.) insomma il disegnatore se la cava anche, ma Guy Davis è un’altra cosa. Quindi lo consiglio lo stesso, ma avvertiti che ‘sto Prometeo di ferro scivola un po’ via senza lasciare troppo il segno (mentre Lobster Johnson, da che mondo è mondo, è abituato a lasciare il segno su ogni suo avversario).

Sambre
Yslaire
Panini Comics – 17 €

Quando ho scoperto che sarebbe uscito sono stato preso da sentimenti contrastanti. I primi tre capitoli li ho già letti e questa storia mi è piaciuta, aspettavo da tempo di leggere come va a finire, ma invece di uscire un quarto volume esce questo 100% cult comics che li raccoglie tutti e quattro. Quindi ho pensato:
Pro: finalmente questa serie, dopo i primi due tentativi (Glenat Italia prima e Magic Press poi), vedrà la pubblicazione completa (che poi è completa fino a un certo punto, visto che in Francia mi pare sia uscito un quinto volume nel 2003 che qui non è raccolto, m’immagino io perché apre un nuovo arco narrativo).
Contro: essendo in volume unico, per avere il solo quarto episodio dovrò ricomperarmi pure i primi tre (che io ho già nell’edizione Magic Press). Il formato poi sarà sensibilmente ridotto rispetto all’originale e un po’ ci perderà per forza.
Poi me lo sono preso e non l’ho ancora letto, ma posso dire che le tavole sono davvero mortificate nel formato comic book (e risultano ancora più sacrificate a causa della diagonale diversa, che si mangia altro spazio in testa e al piede). Insomma, per chi non ha problemi col francese consiglio l’originale e per chi ha problemi di lingua ma non di soldi consiglio di prendere i primi tre volumi nell’edizione Magic Press (ancora tutti in catalogo) e di prendersi questa uscita Panini solo per sapere come va a finire la storia.

Sette psicopatici
Fabien Vehlmann e Sean Phillips
Palenta Deagostini – 8,95 €

Di Phillips mi sono letto di recente un bel po’ di roba disegnata per gli USA (tutto Sleeper e i due volumi di Criminal fin qui usciti da noi) questa è la sua prima pubblicazione francese che vedo e direi che funziona meglio in formato comic book. Lo sceneggiatore non so chi sia e una trama che ruota attorno a un possibile piano per far fuori Hitler durante la seconda guerra mondiale non mi attirava un gran che. L’ho letto e alla fin fine l’ho trovata una storia un po’ sgangherata e solo raramente divertente. Insomma non un dramma totale ma neanche qualcosa da prendere, secondo me.
Ma allora perché l’ho preso io? Perché da quello che avevo letto una delle idee alla base del soggetto assomigliava parecchio a un'idea che era venuta a me anni fa e che ancora non ho usato e dovevo quindi verificare come stessero le cose. E in effetti sì, l’idea di base è quella, ma lo sviluppo si distanzia a sufficienza per potermi ancora permettere di usare, un giorno, la mia idea, se mai ce ne sarà l’occasione. Bene così.

I fumetti, che paura
(Love & Rockets vol. 16)
Gilbert Hernandez
Magic Press – 11 €

Sui Bros. Hernandez sono quasi completista e quindi ho preso questo volume pur avendo capito – già dallo sfoglio in fumetteria – che si tratta grossomodo di frattaglie (e infatti non è roba originariamente realizzata per la serie Love & Rockets, che nel 1996/97 – data di realizzazione di ‘ste storie - era in pausa). Qua e là si sorride anche, ma nel complesso frattaglie (come del resto erano frattaglie quelle del volume 14, sia pure frattaglie originali L&R, mentre il 15 – del solo Jaime – è molto più solido).
Solo per completisti.

Grendel: la figlia del demone
Diana Schutz e Tim Sale
Magic Press – 8 €

Non so neanche perché Matt Wagner mi stia così simpatico, di lui ho letto poco e dentro la saga del suo Grendel non sono mai riuscito a entrare. Ho letto qualcosa ma ciò nonostante per me resta terra incognita. Prendendo questo volumetto immaginavo già che non ci avrei capito una sverza, trasudava continuity a ogni pagina e, in effetti, è stato abbastanza così. O, per dirla meglio, non è che non si capisce quello che succede, è che quello che succede – svincolandolo dalla continuity, da chi sono quei personaggi fuori da questa mini – mi pare ben poco interessante. Io l’ho preso per vedere come scrive la Schutz che conoscevo solo in veste di editor Dark Horse e perché comunque a me Tim Sale piace (e anche qui non delude) non è un granché nel caratterizzare i personaggi, a mio avviso, ma nel comporre la tavola riesce sempre a piacermi.
Ultima nota per il colorista, Teddy Kristiansen, che dipinge a mano e ci tengono moltissimo a farcelo sapere. Kristiansen ha, per l’appunto, uno stile molto più pittorico che fumettoso, bravo è bravo però io per Tim Sale preferisco uno stile più fumettoso.

Spirit #2: Il giorno dei morti
Darwyn Cooke et Alii
Panini Comics – 13 €

Dello Spirit di Will Eisner ho letto poco, troppo poco. A me Darwyn Cooke piace, è un bravo fumettista. Il suo Selina's Big Score mi piacque parecchio. Anche il suo Spirit non mi pare fatto male, il primo volume l’ho letto con piacere. Resta però l’interrogativo del perché dedicarsi a questa ingiustificata resurrezione del personaggio di Eisner invece di dedicarsi ad altro, evitando così confronti, per mille motivi difficili da sostenere. Poi lo leggerò volentieri ma – santo cielo! – perché resuscitare Spirit?

che cosa manca: marco berrini

È inutile far finta che in questo momento ci sia qualcosa che mi freghi davvero scrivere. Un mese fa mi è morto un amico con cui ho diviso molto ed è stato un tale trauma che ancora neanche mi permetto di sentirmi davvero in lutto, arriverà anche quello. Nel frattempo mi è stato chiesto un contributo per il catalogo di Filmmaker che gli dedicherà qualche pagina, l'ho scritto e lo metto anche qui, dopo il continua a leggere, così ci aggiungo pure i link del caso.




(il ritratto di marco è di graziano barbaro)


Provo a mettermi nei panni di qualcuno che non conoscesse Marco. Io, per cercare di capire chi è qualcuno, che cosa fa, per prima cosa provo con Google. Nel caso di Marco però è un po’ complicato, Marco Berrini ha un omonimo, nato anche lui a Milano, anche lui nel 1964, anche lui presente in rete (è un apprezzato direttore di coro). Limitando le ricerche alle pagine che non contengono la parola “coro” i risultati migliorano. Di Marco c’è qualche stringata biografia (per esempio qui) soprattutto legata ai due documentari che ha firmato con Martina Parenti (un episodio di “Checosamanca” del 2006 e “Animol” del 2003, di questo si capisce anche che ha vinto un paio di premi). Proseguendo la ricerca si scopre che ha collaborato ai testi di altri lavori televisivi e cinematografici (il più noto è forse “Fame Chimica” del 2003). Poi lo si trova nominato come sceneggiatore di fumetti (tutti scritti con me, Andrea Pasini): qualche episodio di Martin Mystère verso fine anni ‘90, tre albi realizzati dal collettivo “i Cani” per Attac Italia e, l’anno scorso, “Fuga da Oronero” un volume edito da Carthusia pensato con Medici Senza Frontiere.
Il nome di Marco compare sempre assieme ad altri autori, mai da solo. Non è un caso. Marco aveva la vocazione del co-autore, non gli piaceva proprio scrivere da solo. Può sembrare un limite, per certi versi lo è, ma nel suo caso dava ottimi risultati.
Lavorare con lui era facile, era bello. Aveva un acuto senso critico, era formidabile nello scovare che cosa mancava a un testo, a un progetto, nel capire che cosa non funzionava in un meccanismo narrativo e sapeva spiegarti perché non funzionava. A volte suggeriva il modo per rimediare, altrimenti una soluzione la si trovava insieme.
D’altronde più ancora che un autore Marco era un amico e non parlo solo per me (per me è facile, ci conoscevamo da quasi trent’anni) dico in generale. Lo diceva anche lui che – più ancora della scrittura – quello in cui riusciva meglio era il rimanere in relazione con le persone. E ha dell’incredibile (per me lo ha sempre avuto) con quante persone Marco riuscisse a mantenere, nel tempo, rapporti vivi, sinceri e profondi. Il voler bene e il farsi voler bene è sicuramente quello che ha fatto meglio e, in effetti, questo dalle schede biografiche su internet, e dall’elenco dei lavori realizzati, non lo si riesce a capire.

Scrivere qualcosa su un caro amico morto da poco è difficile. Mi rileggo e non sono molto contento.
Forse l’attacco su internet è venuto palloso e poi non sono riuscito a trovare un buon modo per citare quel libro che tutti dicevamo che Marco avrebbe proprio dovuto scrivere: “La guida Michelin degli ospedali di tutto il mondo” e quello lo poteva scrivere solo lui che, negli anni, era stato ricoverato ovunque, da Berlino alle Seychelles. Di sicuro quella cosa del co-autore potevo renderla meglio. Non ho neanche fatto cenno a quanto fosse spiritoso. Ecco, se ci fosse ancora Marco potrei mandargli una mail e chiedergli il piacere di dare un’occhiata a quello che ho scritto. E lui me lo rimanderebbe indietro con evidenziati i cambiamenti che gli sembrerebbero giusti. Magari segnalandomi anche qualcosa che ho dimenticato di dire; perché Marco è sempre stato più bravo di me a cogliere il punto delle cose, specie quando c’era da dire, in poche parole, qualcosa d’importante.

Torno per un istante a internet. In rete, per ora, c’è una sola pagina in cui si possono trovare delle sue foto ed è quella della sua biografia nel sito del documentario “Checosamanca”. L’altro giorno ho salvato il bookmark mentre raccoglievo le idee per scrivere queste righe, oggi me lo sono rivisto lì e rileggere il nome del bookmark, il titolo della pagina, fuori dal contesto, mi ha colpito “Che Cosa Manca: Marco Berrini”. Come fossero domanda e risposta. Be’ è proprio così. Marco Berrini, da ora, sarà una delle cose che mancano. Per qualcuno una delle più importanti.