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mercoledì 5 novembre 2008

che cosa manca: marco berrini

È inutile far finta che in questo momento ci sia qualcosa che mi freghi davvero scrivere. Un mese fa mi è morto un amico con cui ho diviso molto ed è stato un tale trauma che ancora neanche mi permetto di sentirmi davvero in lutto, arriverà anche quello. Nel frattempo mi è stato chiesto un contributo per il catalogo di Filmmaker che gli dedicherà qualche pagina, l'ho scritto e lo metto anche qui, dopo il continua a leggere, così ci aggiungo pure i link del caso.




(il ritratto di marco è di graziano barbaro)


Provo a mettermi nei panni di qualcuno che non conoscesse Marco. Io, per cercare di capire chi è qualcuno, che cosa fa, per prima cosa provo con Google. Nel caso di Marco però è un po’ complicato, Marco Berrini ha un omonimo, nato anche lui a Milano, anche lui nel 1964, anche lui presente in rete (è un apprezzato direttore di coro). Limitando le ricerche alle pagine che non contengono la parola “coro” i risultati migliorano. Di Marco c’è qualche stringata biografia (per esempio qui) soprattutto legata ai due documentari che ha firmato con Martina Parenti (un episodio di “Checosamanca” del 2006 e “Animol” del 2003, di questo si capisce anche che ha vinto un paio di premi). Proseguendo la ricerca si scopre che ha collaborato ai testi di altri lavori televisivi e cinematografici (il più noto è forse “Fame Chimica” del 2003). Poi lo si trova nominato come sceneggiatore di fumetti (tutti scritti con me, Andrea Pasini): qualche episodio di Martin Mystère verso fine anni ‘90, tre albi realizzati dal collettivo “i Cani” per Attac Italia e, l’anno scorso, “Fuga da Oronero” un volume edito da Carthusia pensato con Medici Senza Frontiere.
Il nome di Marco compare sempre assieme ad altri autori, mai da solo. Non è un caso. Marco aveva la vocazione del co-autore, non gli piaceva proprio scrivere da solo. Può sembrare un limite, per certi versi lo è, ma nel suo caso dava ottimi risultati.
Lavorare con lui era facile, era bello. Aveva un acuto senso critico, era formidabile nello scovare che cosa mancava a un testo, a un progetto, nel capire che cosa non funzionava in un meccanismo narrativo e sapeva spiegarti perché non funzionava. A volte suggeriva il modo per rimediare, altrimenti una soluzione la si trovava insieme.
D’altronde più ancora che un autore Marco era un amico e non parlo solo per me (per me è facile, ci conoscevamo da quasi trent’anni) dico in generale. Lo diceva anche lui che – più ancora della scrittura – quello in cui riusciva meglio era il rimanere in relazione con le persone. E ha dell’incredibile (per me lo ha sempre avuto) con quante persone Marco riuscisse a mantenere, nel tempo, rapporti vivi, sinceri e profondi. Il voler bene e il farsi voler bene è sicuramente quello che ha fatto meglio e, in effetti, questo dalle schede biografiche su internet, e dall’elenco dei lavori realizzati, non lo si riesce a capire.

Scrivere qualcosa su un caro amico morto da poco è difficile. Mi rileggo e non sono molto contento.
Forse l’attacco su internet è venuto palloso e poi non sono riuscito a trovare un buon modo per citare quel libro che tutti dicevamo che Marco avrebbe proprio dovuto scrivere: “La guida Michelin degli ospedali di tutto il mondo” e quello lo poteva scrivere solo lui che, negli anni, era stato ricoverato ovunque, da Berlino alle Seychelles. Di sicuro quella cosa del co-autore potevo renderla meglio. Non ho neanche fatto cenno a quanto fosse spiritoso. Ecco, se ci fosse ancora Marco potrei mandargli una mail e chiedergli il piacere di dare un’occhiata a quello che ho scritto. E lui me lo rimanderebbe indietro con evidenziati i cambiamenti che gli sembrerebbero giusti. Magari segnalandomi anche qualcosa che ho dimenticato di dire; perché Marco è sempre stato più bravo di me a cogliere il punto delle cose, specie quando c’era da dire, in poche parole, qualcosa d’importante.

Torno per un istante a internet. In rete, per ora, c’è una sola pagina in cui si possono trovare delle sue foto ed è quella della sua biografia nel sito del documentario “Checosamanca”. L’altro giorno ho salvato il bookmark mentre raccoglievo le idee per scrivere queste righe, oggi me lo sono rivisto lì e rileggere il nome del bookmark, il titolo della pagina, fuori dal contesto, mi ha colpito “Che Cosa Manca: Marco Berrini”. Come fossero domanda e risposta. Be’ è proprio così. Marco Berrini, da ora, sarà una delle cose che mancano. Per qualcuno una delle più importanti.

10 commenti:

ehvvivi ha detto...

che commento si può lasciare?

nessuno, proprio nessuno.

perchè passasse un mese o una vita, certe persone continueranno a mancarci, semplicemente.

403 ha detto...

è così...

ciao vivi!

artemisia80 ha detto...

ma come un mio amico di link era tra i giurati e ha fattovincere il mostro johnny!!!! il prossimo anno dovrò comprare il tuo voto... ciao!

VeryPervinca ha detto...

il tuo modo di scrivere continua a piacermi, così come la tua sensibilità...anche se non fisicamente ti sono vicina..forse la prossima settimana lo sarò anche fisicamente!

un abbraccio di quelli che strizzano

Ve

403 ha detto...

Artemisia: questa è la dimostrazione che il concorso non era combinato, io il mostro johnny non sapevo neanche chi fosse... comunque per il prossimo anno sentiamoci per tempo :)


per chi non capisse di cosa stiamo parlando (e ci tenesse proprio proprio a caprlo) il commento di Artemisia è la risposta a un mio comento a questo suo post.

403 ha detto...

Veronica: grazie! un abbraccio anche a te. In attesa di darselo live.

katiuuuscia ha detto...

mmm.. son brutti tempi. ad maiora, mio caro quattrozerotre

403 ha detto...

Kat...

"potrebbe esser peggio, potrebbe piovere"...



anonimo ha detto...

dalle mie parti è piovuto purtroppo

403 ha detto...

immagino... sono arrivato a napoli per il comicon sotto un nubifragio!

(roba che neanche qui al nord...)