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lunedì 2 luglio 2007

nella tana dei puzzamoltosi

Di Alice nel paese delle meraviglie non mi va tanto di parlare. Neanche di Attraverso lo specchio mi va. È così da sempre. Ho dedicato a questi due libri tanto tempo ed energie quando ero giovane, ma non ne ho mai parlato volentieri. L'unica volta che ne ho scritto per davvero è stato per un millelire di stampa alternativa (che gli stronzi poi non hanno mai pubblicato) che però non parlava dei libri di Lewis Carroll ma di come avessi messo assieme la raccolta di traduzioni totali o parziali del Jabberwocky (che è una poesia che sta all'inizio dello specchio). Di Alice nel paese delle meraviglie non mi va tanto di parlare, e infatti questa volta parlo di calzini.

Però due cose posso dirle: i libri di Alice sono libri che, sostanzialmente, raccontano due lunghi incubi. I libri di Alice hanno il potere di attrarre dei matti di gran talento.
Uno di questi matti è il regista Jan Švankmajer (qui, qui, qui e qui) che nel 1988 (altri dicono l'87) ha realizzato il film Neco z Alenky una sua liberissima rilettura (e riscrittura) delle avventure di Alice nel paese delle meraviglie.



Questa qui sopra è la scena del film in cui Alice ha a che fare con una mandria di calzini selvatici. La scena corrispondente nel libro prevederebbe l'incontro di Alice con un solo bruco (fumatore). Pur non seguendo il testo alla lettera, a mio avviso il regista ceco riesce a rendere bene il clima di angosciante meraviglia che si respira nelle pagine di Carroll.
Tutto il film l'ho trovato un po' pesante da reggere (finché dura da qui si può accedere alle varie scene) però molte sequenze sono inquietanti e ben riuscite.
E poi l'idea dei calzini viventi è un'idea che ha un che di affascinante. Soprattutto è interessante notare a quanta altra gente questa idea sia venuta in mente.
Chissà perché i calzini molto più delle mutande? Per dire.

Qui sotto un trailer di un cortometraggio in fase di realizzazione e un cortometraggio già realizzato, entrambi sul tema "calzini viventi".



Forse è perché i calzini puzzano e hanno già una forma un po' animalesca. Forse perché la loro tendenza a sparire, a non farsi più trovare, ne suggerisce una vita segreta (il secondo filmato qui sopra sostiene addirittura che siano proprio dei calzini i responsabili di tutte le sparizioni casalnghe). Fatto sta che il pedalino è l'indumento di biancheria che pare destare maggiore inquietudine.



E non mi pare un caso se uno dei libri più divertenti della casa editrice orecchio acerbo è proprio dedicato al pericolo che può costituire una particolare razza di calzini selvatici.
Nel suo Manuale dei calzini selvaggi l'autore argentino Pablo Prestifilippo ci dice tutto quanto è basilare sapere per trattare con loro: da come nascono (sono filati in lana selvaggia proveniente da pecore selvagge) alle loro peculiari abitudini alimentari ("mangiano esclusivamente cibi che contengono bestie: patate marce, formaggi rancidi, latte fermentato, carne putrida e piena di mosche"). Il calzino selvaggio ha un pessimo carattere, odia l'igiene e può aggredire l'uomo.
Anche se poi, in chiusura di libro, si scopre quando possa essere forte il legame tra un calzino selvaggio e un bambino di cui sia diventato amico.

Dal sito dell'editore - come d'abitudine per orecchio acerbo - è possibile scaricare il pdf in piccolo formato dell'intero libro, il link lo trovate qui, sotto l'immagine della copertina.

(ma francesco tu lo avevi preso poi? io lo consiglio vivamente)

4 commenti:

8e49 ha detto...

se francesco sono io (come potrebbe essere, visto che del libro ne avevo parlato, ma come potrebbe anche non essere, visto che è passato parecchio tempo), sì, l'ho preso, come molti altri libri di orecchio acerbo, che è una casa editrice che mi piace molto.

in realtà li prendo con la scusa di regalarli a mia figlia, ma ad essere sincero, è a me che piacciono :-)

(bella la segnalazione del film)

403 ha detto...

(sì sei tu :) io - non avendo figli - sono costretto a prendere i libri per bambini usando la scusa che piacciono a me e morta lì, però me la faccio bastare...

sparidinchiostro ha detto...

Ma non leggevi più narrativa?

Oppure consideri i libri con le figure un'altra cosa?

403 ha detto...

Sì, non leggo più narrativa... no, un libro come questo di prestifilippo riesco ancora a leggerlo senza problemi, perché non solo ha le figure, ma queste se la giocano alla pari col testo, interagendo non poco...


daltronde anche quasi tutti i fumetti che leggo sono narrativa e quelli li leggo...