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martedì 31 luglio 2007

Barbara M. Roberts e Philip K. Dick - 1

seconda parte
(mi è venuta un po' lunghetta, che faccio?... lascio?)

QUI avevo cominciato a parlare della Barbie finalmente riprendo e chiudo quella linea di pensieri.



7. Sarah, Cindy e le altre
Regno Unito: Sarah Burge, 46 anni, madre di tre bambini, va in un supermercatino e compra degli alcolici. La cassiera le chiede di provare di essere maggiorenne, perché a suo dire non lo sembra. Sarah, deliziata, estrae la patente e riesce a far diventare questa stronzata una notizia (per esempio QUI). Il fatto è che non c'è di mezzo solo una cassiera stordita (certo, c'è anche quella) ci sono anche 180.000 sterline spese in chirurgia estetica. La signora Burge è stata soprannominata da Sky News "The Real Life Barbie".
Cindy Jackson poi ha fatto di questa cosa di essere una bambola vivente una professione, con un libro autobiografico all'attivo e parecchie ospitate TV. Anche qui cospicui investimenti in chirurgia plastica e la Barbie come modello.


Se vi è venuto da pensare "ma queste qui sono matte" potreste non avere tutti i torti... La sindrome della Barbie già non è bella cosa quando ne sono vittima le ragazzine, ma una donna adulta che si sottopone a decine di interventi chirurgici per assomigliare a una bambola dalle proporzioni irragionevoli è un po' preoccupante.


Il fatto che la Barbie sia un modello di fisico diseducativo è oggetto di polemiche da sempre. Nel tentativo di smorzarle un po', la Mattel ne ha recentemente modificato le proporzioni fianchi/punto vita. Barbie resta comunque un sogno (incubo) irraggiungibile (quello stacco di coscia non lo si può avere neanche assumendo Kappler come personal trainer).




8. Barbie astronauta
Ma Barbara M. Roberts (che poi è il nome completo di Barbie) è però una figura complessa e contradditoria. Perché è vero che da un lato ha fatto del male alla "causa femminile" esaltando uno stile di vita wasp e alto borghese e - soprattutto - un modello di bellezza del tutto irrealisitico.
D'altro canto però i lavori proposti dalla Barbie (e conseguentemente i modelli femminili proposti alle bambine che ci giocavano) attraverso le varie "edizioni" della bambola, hanno rappresentato spesso modelli estremamente emancipati.


La Barbie non è la bambola-neonata-cicciobello che ribadisce il ruolo di femmina-fattrice che avrà un domani la bimba che ci gioca. Barbie è una bambola adulta e grazie a lei il domani che può immaginare per sé la bimba che ci gioca è un domani del tutto parificato a quello maschile (a volte fin troppo).


E se è vero che negli anni '60 la bambola si presentava come Barbie-hostes, Barbie-modella e Barbie-infermiera nel 1973 aveva fatto carriera e si proponeva come chirurgo (e comunque è stata astronauta già nel '65, quattro anni prima di Neil Armstrong e due dopo Valentina Vladimirovna). In seguito l'abbiamo vista nei ruoli più svariati (ha alle spalle quasi un centinaio di carriere, ormai): paleontologa, pilota (sia d'aereo che di corse automobilistiche), insegnate di spagnolo e del linguaggio dei segni, chef, vigile del fuoco, pediatra e regista cinematografica. È stata ufficiale militare (ha partecipato anche a Desert Storm!) contraddittoriamente è stata "ambasciatrice per la pace", si è candidata più volte alla presidenza degli Stati Uniti e nel 2000 è stata pure eletta.
Certo, la vita che stata è data da immaginare alle tante generazioni di bimbe che hanno giocato con la Barbie è sempre rimasta saldamente dentro i binari di un mondo consumistico e borghese... ma un mondo ben poco maschilista.


Era il 1963 quando questo aspetto proiettivo - in cui chi gioca con la Barbie s'immagina/entra-in una propria vita futura/alternativa - colpì Philip K. Dick al punto da concepire Perky Pat.

9. Philip K. Dick
Sto leggendo (e magari se ne riparla) un bel libro che parla di fumetti (con qualche divagazione) l'ha scritto un tipo che conosco e che la sa lunga il giusto.
Cito da lì: «sono convinto che non esista, nella seconda metà del ventesimo secolo, narratore più influente di Dick (allo stesso modo, durante la prima metà del secolo, penso che quel ruolo sia stato magnificamente assolto da Kafka).»
Io non ne so abbastanza per dargli torto o ragione. Di sicuro Dick ha influenzato me e parecchio. Da ragazzino l'incontro con lui ha cambiato in modo permanente il mio immaginario, quanto lo hanno combiato l'incontro con Borges e Calvino. E posso dire che in effetti non ha cambiato solo il mio. Nel cinema - per esempio - alcune narrazioni-paranoiche di grande successo come Matrix o Truman Show senza Dick sarebbero state inconcepibili (in particolare il nucleo narrativo di Truman Show è preso di peso da: Time Out of Joint, cito il titolo originale perché in Italia questo libro di Dick ha avuto tre traduzioni con tre titoli diversi. Dovrebbe essere vietato per legge).


Essendo questo mio, un post che tira via veloce, neanche ci provo a parlare davvero di Dick. Su Philip K. Dick si potrebbe scrivere altro che un post, si potrebbe scrivere un intero blog, se ne potrebbe scrivere più d'uno. Anzi c'è pure chi questi blog già li scrive.
QUI Total Dick-Head.
QUI Which PKD Story Are We In Today ? un blog che collega le notizie del giorno ai vecchi testi dickiani. Di fatto un'opera di glorificazione della potenza anticipatrice della narrativa di quell'uomo lì.

10. Perky Pat
«The Days of Perky Pat si è presentato in un lampo nella mia mente quando ho visto le mie figlie giocare con le bambole di Barbie. Chiaramente, quelle bambole dall'anatomia ipersviluppata non erano state create a uso e consumo dei bambini; o, per essere più precisi, non le avrebbero dovute creare a quello scopo. Barbie e Ken erano due adulti in miniatura. L'idea era che fosse indispensabile comperare un'infinità di nuovi vestiti per quelle bambole, se Barbie e Ken dovevano continuare a vivere nel lusso al quale erano abituati. Ebbi visioni di Barbie che di notte entrava nella mia camera da letto per dirmi: "Ho bisogno di una nuova pelliccia di visone". [...] Ho sempre pensato che Ken avrebbe dovuto comperarsi i vestiti con i suoi soldi.»

Philip K. Dick - Le presenze invisibili (terzo volume) - mondadori
(nota al racconto I giorni di Perky Pat)



11. Leo Bulero e Palmer Eldritch
Perky Pat è una bambola che appare prima nel racconto I giorni di Perky Pat e poi nel romanzo Le tre stimmate di Palmer Eldritch. Visto che sono pigro copincollo dalla wiki: "Si è sempre affermato che questo sia un romanzo delirante, caotico, disordinato, e che alla fine non si capisca bene cosa succeda e quale sia il destino dei protagonisti. In realtà non è così."
già...
"La vicenda è incentrata sulla concorrenza tra due imprenditori, Leo Bulero e Palmer Eldritch: il primo vende ai coloni terrestri su Marte del plastici di case terrestri con riproduzioni in miniatura di mobili ed elettrodomestici nei quali posizionare la bambola Perky Pat (evidentemente ispirata da Barbie). Così facendo, e grazie all'uso di una droga illegale ma tollerata dalle autorità, il Can-D (sempre smerciata da Bulero), i coloni terrestri possono immaginare di essere di nuovo sulla Terra a vivere una vita spensierata (le donne incarnate nella bella e giovane Perky Pat, gli uomini incarnati nel suo aitante e ricco amico Walt), e così rimuovere la deprimente e desolata vita sul pianeta rosso."
Palmer Eldritch è invece una figura molto più complessa di Leo Bulero, lasciamo stare, nel caso leggettevi il libro, è un po' delirante, caotico e disordinato ma ne vale la pena.
Nel racconto I giorni di Perky Pat il meccanismo è analogo, la bambolina-pseudo-barbie serve allo stesso scopo, ma la situazione desolante è qui, sulla Terra, una Terra ormai irrimediabilmente devastata, dove Perky Pat è l'icona di un paradiso perduto di normalità. Questa idea mi pare particolarmente potente: la normalità vista come struggente sogno proibito in cui rifugiarsi grazie a un'esistenza virtuale.


Un altro film fortemente derivativo rispetto all'immaginario dickiano è eXistenZ (1999) di David Cronemberg in cui il regista canadese ad un certo punto fa mangiare ai suoi personaggi il cibo di un take away che si chiama "Perky Pat's".

10. Second Life
La prima volta che ho sentito parlare di Second Life io ho pensato a Philip K. Dick e poi a Perky Pat. Non sarò mica stato l'unico.
A differenza dei mondi di Dick, però, a me Second Life non interessa. Non mi è mai interessato. Mi pare un po' una puttanata. Magari da ragazzino non ci sarei andato uguale, ma almeno l'avrei considerato qualcosa d'interessante. Ora mi pare solo un po' una puttanata.
Però l'idea di un gioco di simulazione che non simula nulla di particolare e senza neppure uno scopo preciso mi pare una brutta copia degli incubi di Dick. Qualche tempo fa ho letto un post di Pensavopeggio che mi ha colpito. Copincollo (che è corto):
Lui - Non capisco quelli che vanno su Second life per fare le stesse cose che farebbero nella vita reale. Su Second life bisogna andarci per fare qualcosa di fichissimo, qualcosa di improbabile, qualcosa che nella realtà non ti riuscirebbe mai…
Lei - tipo comprare una casa.
Come con Perky Pat: la normalità vista come struggente sogno proibito in cui rifugiarsi grazie a un'esistenza virtuale.


QUI Secon Life Italia (che anche noi ci abbiamo diritto).
QUI Get a First Life (che se no è come avere la seconda casa senza avere la prima).

11. Barbie
Questo post era già abbozzato quando, attraverso il blog di un amico mio, scopro un articolo del Corriere on line in cui si suona le campane a morto per Second Life, ormai non se lo filerebbero più in molti. E dove vanno secondo il Corriere tutte le e-ragazzine? Ma nel nuovo mondo virtuale di Barbie, naturalmente: barbiegirls.com "In soli due mesi il sito ha già raccolto tre milioni di registrazioni".


QUI l'articolo del Corriere (da qualche parte mi pare di aver letto però che Repubblica è pro-Second Life, mentre il Corriere è da qualche tempo anti-Second Life... vabbe' chissenefrega).

Insomma, siamo partiti da Barbie, siamo passati a Philip K. Dick attraverso Percky Pat, da qui a Second Life e adesso si torna a Barbie (ancorché virtuale e ancora in versione beta). Il cerchio è chiuso.


Life in plastic
is fantastic

lunedì 30 luglio 2007

dottoressa jekyll e miss hide

segreto della settimana n. 38

A mio avviso settimana moscissima per PostSecret. Stavo per gettare la spugna e saltare l'appuntamento quando l'ultimo segreto mi ha stappato un sorriso e mi ha fatto imparare una cosa nuova. Quindi merita la menzione.


durante il giorno sono una MAMMA ma alla sera mi piace fumare erba e...


REALIZZARE ALBUM DI RICORDI!

Il realizzare a mano album di foto e ricordi, come opere di bricolage, per la cultura anglosassone è una tradizione così consolidata che l'inglese ha pure una parola apposta: scrapbooking (io non lo sapevo).

Da wikipedia (un po' liberamente): "lo scrapbooking è un mezzo per tramandare la storia sottoforma di fotografie, ritagli e ricordi contenuti in album decorati. Storicamente è una tradizione come l'arte di raccontar storie ma incentrata sull'aspetto visivo e materico piuttosto che su quello orale".

Be'... immagino che lo scrapbooking dopo aver fumato un po' di erba possa dare risultati curiosi.

Di PostSecret ho parlato QUI.

(buona settimana)

domenica 29 luglio 2007

rieccomi...

Mi sono appena rimesso in pari col lavoro, evviva!

Stasera vado a vedere harrypotter, da domani si può perfino ripensare anche al blog.

Ci si legge.

martedì 24 luglio 2007

cospirazione...

Che palle, devo lavorare tantissimo. Una consegna che avevo tra una dozzina di giorni oggi mi è stata improvvisamente anticipata a giovedì mattina. C'è stato un imprevisto e se giovedì mattina non consegno c'è un disegnatore (che per altro neanche conosco) che per tutto un mese non avrà da lavorare e quindi non guadagnerà un soldo.

Perciò tocca proprio che io per giovedì mattina io abbia finito tutto quanto.

Prima o poi ci si rileggerà sul serio.
(mi sa però che sarà dopo giovedì)

lunedì 23 luglio 2007

linka 403 e poi muori...

È già successo almeno tre volte: qualcuno aggiunge il mio blog nel proprio blogroll e poi cancella (non chiude, rende privato, abbandona, no no proprio cancella) il suo. Entro tre giorni (è appena ricapitato)...

Non so se sono io che porto sfiga oppure è che il mio blog attira quei blogger che stanno maturando la decisione di farla finita con la blogosfera.

Io comunque vi ho avvertiti, se ci tenete al vostro blog pensateci bene prima di linkarmi...

domenica 22 luglio 2007

non ora...

segreto della settimana n. 37


scrivere questa cosa potrebbe non trattenermi dal
suicidio, ma mi aiuta a restare
vivo ancora un pochino.


Che poi in certi casi, quando la vita è diventata veramente un peso, è il massimo che si può sperare: rimanere vivi ancora un po'. Superare l'estate, o il proprio compleanno, oppure le vacanze natalizie e riuscire a vedere l'anno nuovo. Sperando con tutte le forze che, intanto, qualcosa sia cambiato. All'improvviso oppure un piccolo passo alla volta. È un calvario, ma non sempre la fine è scritta di già.

Di PostSecret ho parlato QUI.

(il lavoro continua ad attanagliarmi, ma sto vedendo la fine del tunnel... magari tornerò pure a postare qualcosa, prima o poi)

martedì 17 luglio 2007

sai la gente è strana...

segreto della settimana n. 36


mi sono videoregistrata masturbandomi per vedere com'è la mia faccia quando ho un orgasmo...

vorrei davvero non averlo fatto...


a volte penso che le cose inanimate comunichino tra di loro quando non ci sono umani in giro


ogni volta che vedo un piccione la SOLA cosa a cui riesco a pensare è di tirargli un calcio


Di PostSecret ho parlato QUI.

lunedì 16 luglio 2007

Jack, bo-back, banana-fana fo-fack, fee-fi-mo-mack, Jack!



Shirley Ellis - The Name Game.

occhio non vede...


Nel 1947 Life chiese ad alcuno fumettisti di disegnare bendati i loro personaggi più famosi: QUI

[via Pensieri spettinati]

venerdì 13 luglio 2007

do you capisc italiano?

Certe cose andrebbero fatte bene o non andrebbero fatte per nulla.

Per esempio i profili della piattaforma blogger.com vorrebbero essere in italiano.
Peccato che siano in italiano le diciture dei campi ma poi siano ancora in inglese i campi medesimi. Questo il brillante risulato:


(che poi nel mio caso potrebbe anche corrispondere al vero, però innanzitutto loro che ne sanno? e poi, a maggior ragione, ma come si permettono?!)

giovedì 12 luglio 2007

luoghi dove sono stato felice (1)

mercoledì 11 luglio 2007

il ritorno dei segreti

segreto della settimana n. 35
(sto incasinato ma non così tanto da saltare l'appuntamento col segreto della settimana)

Succedono cose dalle parti di PostSecret, settimana scorsa Frank non ha postato... è stata la prima volta dopo 130 settimane filate in cui postava...
Non deve essere facile vivere immersi nelle emozioni di tanta gente sconosciuta (certo non solo emozioni, ma anche emozioni sì) più di 150.000 cartoline, 150.000 "segreti" e Frank se li è letti tutti, dice lui.
Questa settimana torna, posta un po' di cartoline e si rivolge ai lettori (altra cosa fortemente irrituale) spiega che settimana scorsa ha avuto proprio bisogno di staccare da questo progetto, spiega che adesso però è tornato e spera di restare con noi per le prossime 130 settimane. Grazie Frank.

Il segreto di questa settimana lo scelgo non perché mi abbia colpito lui ma perché mi ha colpito un commento successivo.


penso che saremmo stati TUTTI più felici se invece io avessi sposato te...
mi dispiace.

lunedì è apparso questo commento:

se mio papà avesse sposato la donna giusta, io non esisterei.

... è sempre una cosa delicata usare la macchina del tempo per sistemare gli errori che si sono commessi in passato, ne discutevo in pvt qualche giorno fa.

Di PostSecret ho parlato QUI.

(ah, questa settimana sono ritornato su PostSecret più del solito e ho scoperto che i commenti dei lettori, che pubblica Frank tra una cartolina e l'altra, col passare dei giorni cambiano: alcuni si aggiungono, altri spariscono... mah...)

non ce la posso fare

... no, non è vero, ce la posso fare, solo non adesso. È che la folata di lavoro dei giorni scorsi si è strasformata in una persistente tormenta.
In realtà di tormentoso non c'è nulla, devo solo lavorare parecchio e la blogosfera me la sogno ancora per un po'...

Devo mettere in forma definitiva i dialoghi che abbiamo scritto per la storia a fumetti di Medici Senza Frontiere, devo scrivere una storia breve sul furto della Gioconda avvenuto al Louvre nel 1911 e devo sistemare il finale di una storia di Diabolik dove il re del terrore affronta un avversario diaboliko quasi quanto lui.
Il tutto entro pochissimi giorni.

Capite anche voi che la Barbie deve per forza attendere ancora un po'.

martedì 10 luglio 2007

acquisti odierni (2)

Supermarket Brian Wood, Kristian - BD/Supersonic (IDW)
Di Brian Wood ho letto Channel Zero (così così) e Demo che mi è piaciuto. Questo Kristian (Donaldson) invece mi è ignoto... il tratto è personale e la colorazione molto interessante (magari un po' troppo squillante, vedremo in lettura).
(QUI il blog di Brian Wood)

City of Tomorrow! Howard Chaykin - MagicPress (Wildstorm)
Io Chaykin l'ho sempre amato, l'ultima cosa che ho letto sua però non sono neanche riuscito a finirla. Merita sicuramente un po' di altre possibilità. Questa è una sua serie per la Wildstorm che lo vede come autore completo. Non molto belli i colori di Michelle Madsen.
(QUI un po' di originali di Chaykin in vendita)

100 Bullets Samurai Brian Azzarello, Eduardo Risso - Planeta DeAgostini (Vertigo)
Ancora non ho digerito che la Planeta abbia preso a pubblicare 100 Bullets a partire dal volume 7 quando la serie MagicPress si è fermata al terzo. Finora mi ero trattenuto dal comperarglieli, oggi ho ceduto. È che c'era poco da prendere in fumetteria...

Rat-Man 61 Leo Ortolani - Panini Comics
Vabbe'... è Rat-Man...

anche qui il meglio è nemico del bene...

Di sicuro non tornerò in tempi brevi a fare attività su IAF, proprio non ho il fiato... meglio la politica dei piccoli passi... magari ricomincerò a postare qualcosa qui e poi vediamo...

giovedì 5 luglio 2007

Barbara M. Roberts (e Philip K. Dick)

prima parte

Lo scorso gennaio ho scoperto che la bambola Barbie non solo ha un nome completo di cui Barbie è un vezzeggiativo, ma che ha pure una sorta di rudimentale biografia (completa di curriculum di studi). È da allora che vorrei scriverne, ma il tempo necessario per "processare" tutte le informazioni che ho recuperato mi pare troppo, sinceramente preferisco dissiparlo in altri modi.
Quindi questo non è un post ma l'abbozzo di un post.

1. Barbie
La Barbie® nasce nel marzo del 1959 a opera di Ruth Handler (co-fondatrice della Mattel) e suo marito Elliot Handler. Da qui si potrebbe seguire la storia del giocattolo, del suo successo, di come abbia avuto abiti firmati anche da gente come Christian Dior e via discorrendo. Una strada interessante che però non seguirò. Per questo attacco di post m'interessa di più il personaggio.



2. Barbara Millicent Roberts
Barbara ha frequentato la Willows High School a Willows, Wisconsin e la Manhattan International High School a New York. Ha una marea di amici e amiche, ha un sorta di eterno fidanzato con cui non ha mai figliato. Ha avuto almeno trentotto animali più o meno domestici (tra cui un panda e una zebra) e quando il suo cane fa la cacca in giro lei, civilmente, la raccoglie (lo segnalavo QUI).
Barbara ha una fraccata di sorelle: Skipper (comparsa nel 1964), i gemelli Tutti e Todd (1966), Stacie (1992), Kelly (1995), e la piccola Krissy (1999) però dei genitori neanche l'ombra (e questo avvicina un po' il mondo di Barbie a quello della Disney, dove pullulano fratelli, zii e nipoti e latitano i genitori).

QUI un dettagliato elenco, dalla Wiki in inglese, di tutti i personaggi dell'affollatissimo mondo di Barbara.



3. Ken Carson
Come appena accennato, Barbara ha anche avuto una vita sentimentale in tutti questi anni (sia pure non troppo movimentata) nel 1961 è infatti apparso Ken, e la loro relazione è durata senza troppi scossoni molto molto tempo. Poi la Mattel ha annunciato la loro separazione il 13 febbraio del 2004, ma a quanto pare nel 2006 sono tornati assieme. La Barbie come soap-opera.
Anche Ken, come Barbie, ha degli amici, il suo migliore amico si chiama Alan ed è sposato con un'amica di Barbie con cui ha pure figliato.
Ogni saga che si rispetti ha una piccola parte di pubblico che si affeziona di più a qualche comprimario che non ai protagonisti (da ragazzino io ero così, specie nei romanzi capitava spesso che mi appassionassi ai comprimari). Ovviamente c'è pure qualcuno che si è appassionato a Ken, per esempio i tipi del sito man behind the doll (ovviamente di Ken esistono innumerevoli versioni).



Del fascino dei personaggi minori si potrebbe riparlare, prima o poi (mettendoci dentro pure l'elogio dello spin off).

4. Della Duck e Sherlock Holmes
Quella delle relazioni e parentele tra personaggi fittizi è una strada molto interessante ma che oggi non seguirò. L'impresa sarebbe titanica e questo post ha altre vie da esplorare.
Qui mi piace citare solo due autori: il primo è il disneyano Don Rosa che si è fatto un culo così per ricostruire/inventare l'albero genealogico della famiglia dei paperi Dinsey, da cui si scopre che la mamma di Qui, Quo, Qua è una certa Della Duck, sposatasi (?) con papero ignoto e probabilmente morta (a proposito dell'orrore del mondo Disney per i rapporti genitori-figli).



Il secondo è William S. Baring-Gould, studioso di Sherlock Holmes che ha scritto una "biografia non autorizzata" di un altro famoso investigatore, Nero Wolfe, ricostruendone le origini e rivelando che sarebbe addirittura figlio illegittimo di Sherlock, avuto con Irene Adler (avversaria di Holmes nel romanzo Uno scandalo in boemia). La storia dei grandi detective della letteratura come soap-opera.

5. Lilli
Se vogliamo risalire alle origini di Barbie (il giocattolo, non il personaggio) bisogna spostarci in Germania e andare a cercare in qualche negozio di modernariato qualche esemplare della bambola Lilli.
Ispirata a un personaggio a fumetti tedesco la bambola (estremamente simile alla successiva Barbie) fu in produzione dal 1955 al 1964. Fu anche venduta negli USA col nome Lilli Marlene (nel tentativo di sfruttare la popolarità dell'omonima canzone).
In ogni caso Ruth Handler, prima di "inventare" la Barbie, comprò alcuni esemplari di Lilli nel 1956 durante un suo viaggio in Europa.



6. Bratz
Se Lilli è l'antenata della Barbie, probabilmente le Bratz sono tra le sue discendenti.
Barbie è spesso vista come una sorta di modello femminile algido e inarrivabile. In tempi recenti il mercato ha cercato di occupare la nicchia ecologica occupata dalla Barbie con una specie di bambola forse più in sintonia coi tempi. Bambole che proponessero modelli femminili molto più concreti e raggiungibili. Le Bratz appunto.
Per chi non lo sapesse le Bratz sono un po' come delle Barbie, ma col testone più grosso, vestite da adolescenti e, in buona sostanza, conciate un po' da zoccole.
Io non ho nulla contro chi si concia da zoccola, però a voler essere seri - e non è certo questo l'ambito per esserlo - io vedo anche nelle Bratz un pericolo legato a molta della comunicazione attuale, ossia il rischio di sessualizzazione del mondo preadolescenziale e infantile.
È escluso che se ne parli qui e ora, ma se siete interessati alla questione QUI trovate un bel post di Psicocafé che può essere un buon punto di partenza per affrontarla.




Per oggi mi fermo, domani prossimamente la seconda e ultima parte del post (quella in cui dico le cose più interessanti e in cui comparirà anche Dick).

Per chiudere un link a bambole & co., il sito di Mistergiuseppe, un appassionato collezionista di Barbie e bambole affini.



Qui oltre a una serie di informazioni esaustive, a reperti storici come i disegni tecnici per l'ottenimento dei brevetti relativi alla bambola e a una guida su come fotografare le bambole in questione, ci sono ovviamente molte foto di bambole, tutte bellissme, e anche delle "fotostorie" interpretate da bambole. Alcune esplicitamente lesboerotiche.
Che non siano solo le bambine a giocare con le bambole è cosa nota, io non sono molto interessato all'aspetto fetish che può avere la Barbie, però capisco che a qualcuno possa interessare, vedi per esempio QUI.


macchemmù

Last.fm l'ho mollato più di sei mesi fa.
Ci ripasso oggi per caso e scopro che nel frattempo hanno realizzato un player che si può inserire "embedded" un po' dove si vuole e attraverso il quale si può sentire la propria radio personale (che poi è una radio le cui scalette vengono decise da last.fm sulla base dei tuoi ascolti pregressi).
Be'... io è da dicembre scorso che non permetto più a last.fm di memorizzare ciò che ascolto (e quindi mancano alcune mie deliziose, recenti, scoperte) però cliccando qui sotto si può ascoltare un po' della musica che mi capita di avere in sottofondo quando sono qui al computer (questo sempre che quelli di last.fm abbiano fatto bene il loro lavoro, può essere ma può essere anche di no).



ah... ovviamente le cose più strane che ascolto io last.fm mica ce l'ha e quindi una parte del divertimento vi è comunque precluso a priori... pace...

lunedì 2 luglio 2007

nella tana dei puzzamoltosi

Di Alice nel paese delle meraviglie non mi va tanto di parlare. Neanche di Attraverso lo specchio mi va. È così da sempre. Ho dedicato a questi due libri tanto tempo ed energie quando ero giovane, ma non ne ho mai parlato volentieri. L'unica volta che ne ho scritto per davvero è stato per un millelire di stampa alternativa (che gli stronzi poi non hanno mai pubblicato) che però non parlava dei libri di Lewis Carroll ma di come avessi messo assieme la raccolta di traduzioni totali o parziali del Jabberwocky (che è una poesia che sta all'inizio dello specchio). Di Alice nel paese delle meraviglie non mi va tanto di parlare, e infatti questa volta parlo di calzini.

Però due cose posso dirle: i libri di Alice sono libri che, sostanzialmente, raccontano due lunghi incubi. I libri di Alice hanno il potere di attrarre dei matti di gran talento.
Uno di questi matti è il regista Jan Švankmajer (qui, qui, qui e qui) che nel 1988 (altri dicono l'87) ha realizzato il film Neco z Alenky una sua liberissima rilettura (e riscrittura) delle avventure di Alice nel paese delle meraviglie.



Questa qui sopra è la scena del film in cui Alice ha a che fare con una mandria di calzini selvatici. La scena corrispondente nel libro prevederebbe l'incontro di Alice con un solo bruco (fumatore). Pur non seguendo il testo alla lettera, a mio avviso il regista ceco riesce a rendere bene il clima di angosciante meraviglia che si respira nelle pagine di Carroll.
Tutto il film l'ho trovato un po' pesante da reggere (finché dura da qui si può accedere alle varie scene) però molte sequenze sono inquietanti e ben riuscite.
E poi l'idea dei calzini viventi è un'idea che ha un che di affascinante. Soprattutto è interessante notare a quanta altra gente questa idea sia venuta in mente.
Chissà perché i calzini molto più delle mutande? Per dire.

Qui sotto un trailer di un cortometraggio in fase di realizzazione e un cortometraggio già realizzato, entrambi sul tema "calzini viventi".



Forse è perché i calzini puzzano e hanno già una forma un po' animalesca. Forse perché la loro tendenza a sparire, a non farsi più trovare, ne suggerisce una vita segreta (il secondo filmato qui sopra sostiene addirittura che siano proprio dei calzini i responsabili di tutte le sparizioni casalnghe). Fatto sta che il pedalino è l'indumento di biancheria che pare destare maggiore inquietudine.



E non mi pare un caso se uno dei libri più divertenti della casa editrice orecchio acerbo è proprio dedicato al pericolo che può costituire una particolare razza di calzini selvatici.
Nel suo Manuale dei calzini selvaggi l'autore argentino Pablo Prestifilippo ci dice tutto quanto è basilare sapere per trattare con loro: da come nascono (sono filati in lana selvaggia proveniente da pecore selvagge) alle loro peculiari abitudini alimentari ("mangiano esclusivamente cibi che contengono bestie: patate marce, formaggi rancidi, latte fermentato, carne putrida e piena di mosche"). Il calzino selvaggio ha un pessimo carattere, odia l'igiene e può aggredire l'uomo.
Anche se poi, in chiusura di libro, si scopre quando possa essere forte il legame tra un calzino selvaggio e un bambino di cui sia diventato amico.

Dal sito dell'editore - come d'abitudine per orecchio acerbo - è possibile scaricare il pdf in piccolo formato dell'intero libro, il link lo trovate qui, sotto l'immagine della copertina.

(ma francesco tu lo avevi preso poi? io lo consiglio vivamente)

mah...

Da quando lo seguo questa è la prima volta in cui PostSecret non ha avuto il suo consueto aggiornamento domenicale. Vabbe'... più tardi faccio un post su qualcosa d'altro... pensavo ai calzini.

A dopo.